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Phishing, oltre quaranta arresti

Creato il 27 giugno 2012 da Db @dariobonacina

45 arresti in Italia e all’estero: è il primo risultato dell’operazione Porte Chiuse condotta dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano, Interpol e Polizia rumena. Dalla indagini risultano tutti far parte di un’organizzazione criminale specializzata in truffe attuate con attacchi di phishing che avrebbero coinvolto 600 titolari di conti correnti bancari e carte di credito. Il raggiro avrebbe potuto portare le rapine telematiche  a raggiungere un valore complessivo stimato in oltre 2 milioni di euro, ma che l’operazione avrebbe limitato a 300mila.  Dal comunicato della Polizia di Stato:

L’organizzazione criminale aveva realizzato una struttura, con sede all’estero, che si occupava di mandare delle e-mail “trappola” che inducevano i titolari di conti correnti a visitare siti clone in modo da poter sottrarre loro le credenziali di accesso di gestione dei conti.

I soldi illeciti venivano trasferiti su carte di credito ricaricabili e schede telefoniche oppure utilizzando i meccanismi di gioco online.

I componenti della banda infatti si erano resi conto che i canali di riciclaggio del denaro, via via si chiudevano grazie agli interventi delle banche; così si ingegnavano nel creare nuovi sistemi di spostamento di denaro come, appunto, il settore dei giochi online: chi perdeva era normalmente uno dei terminali della truffa che però faceva vincere un altro giocatore, complice.

Sono oltre 600 i correntisti colpiti, per un totale di 2 milioni di euro che però è stato limitato a circa 300 mila grazie all’intervento dei poliziotti.

L’indagine è partita a seguito di un controllo, effettuato da una Volante della questura di Milano, ad un cittadino che aveva con sé molte carte prepagate intestate a persone diverse.

Dalle prime indagini si è scoperto che l’organizzazione era di tipo verticistico: un primo gruppo, che operava principalmente nel Regno Unito, si occupava di accaparrarsi le credenziali di accesso dei conti correnti; un secondo gruppo, che agiva tra Italia e Svizzera, ripuliva il denaro sottratto, con l’acquisto di carte di credito o schede telefoniche; un terzo gruppo, con base in Romania, si occupava degli aspetti tecnici.



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