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Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 11/17 maggio

Creato il 11 maggio 2015 da Nereia @LibrAngoloAcuto
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 11/17 maggio
Ma salve! Non potete nemmeno immaginare la gioia che provo in questo momento. Finalmente è lunedì e io sono tornata al mio letto, alla mia stanza, al mio angoletto con il computer e a questa rubrica. Mi sarebbe piaciuto parlarvi di Moby Dick e altri racconti brevi di Alessandro Sesto ma non ho ancora trovato il tempo necessario e, soprattutto, il momento adatto. Veniamo a noi e alle italiche uscite in libreria, ché oggi c'ho un sacco di cose da fà e non solo non sono ancora entrata in possesso dell'incantesimo per allungare le giornate, ma non sono nemmeno riuscita a trovare la pietra filosofale. Ergo non c'è tempo da perdere! 
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 11/17 maggioUn'incantevole tentazione è il primo romanzo di Natasha Boyd (che mi auguro non sia imparentata con quel Boyd), tipa che non ho mai sentito nominare e il cui nome spero di dimenticare a breve. Il titolo è un inedito, non somiglia per niente a Una meravigliosa bugia, Un disastro è per sempre e tutta quella roba là di cui parla anche Holden & Company nel suo ultimo post , nel quale esprime molto bene ciò che penso degli italici che si fanno abbindolare da cose così idiote.Anche la copertina è inedita, così inedita che senza guardare la casa editrice avrei detto che fosse un Garzanti. E invece è Giunti. No, dico, giusto perché diversificare i prodotti è importante. Pensate se sul mercato ci fossero le confezioni dei biscotti Bauli uguali a quelle del Mulino Bianco. Tutti pronti a gridare allo scandalo (pubblicitari in primis). Per i libri, che la maggior parte della popolazione (editoria inclusa) non si incula nessuno, né come meri prodotti finiti, né come prodotto letterari, copiare è qualcosa che viene vista bene. Anzi, se non lo fai sei un cretino. Stop polemica.Mi piace la texture con le nuvole, già utilizzata (oltre che per la copertina dell'ultima versione della Bibbia aggiornata) anche per tutti gli altri libri Garzanti (o Giunti?) che presentano due idioti, o anche solo uno/a, in copertina. I due idioti qui presenti sono scontornati così male che nemmeno io quando ritaglio a mano il cartoncino. In particolare richiamerei la vostra attenzione sui capelli della ragazza (qui potete vedere la foto ingrandita). Interessante, anche, che le manchi completamente il collo. Ma so' dettagli, è la trama quella che conta. E quindi, vediamola. Keri, che lavora in un bar, un giorno incontra l'uomo più bello che lei abbia mai visto in questi luuuuuunghissimi anni che ha passato sulla Terra (22 anni. Considerando che fino ai 13 difficilmente capisci la differenza tra un albero e un ragazzo, considerando anche che i maschi adolescenti tra principi di baffi, brufoli e puzza di sudore appestante sono dei cessi fino ai 17/18 anni, non è che Keri abbia passato così tanti anni "senzienti" sulla Terra, ma so' punti di vista). Ma chi è questo tipo? Un attore famosissimo, idolo dei rotocalchi  (ma il pubblico a cui è destinato questo libro, sa cosa è un rotocalco? Ho i miei dubbi). E che succede? Storia d'amore. Che sicuro finisce bene. Ecco qua, vi ho fatto risparmiare il tempo che avreste impiegato per leggervi la scheda.
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 11/17 maggioLa copertina di questo libro dimostra che nemmeno chi lavora nel settore ha idea di quello che sta facendo. O meglio, la Newton Compton lo sa perfettamente: spillare soldi alle deficienti che si leggono sempre lo stesso libro con titoli diversi e non se ne accorgono nemmeno. Per questo, in verità, ha tutta la mia stima. Spillare soldi legalmente sfruttando l'idiozia della gente non è una cosa che sono in grado di fare tutti. Prendi una diciassettenne dal mento sfuggente, mettigli vicino un ragazzino di diciannove anni al massimo e levagli la maglia. E poi fai una foto che va bene sia per i test sugli amori estivi di Cioè, sia lper le copertine dei libri tutti uguali.Non capisco lei che problemi presenti alla schiena, ha una strana incurvatura lì dove ci sta la scritta romanzo. La siepe fiorata, invece, l'abbiamo presa direttamente dal set fotografico dei libri della Sanchez. Il riciclo è una pratica importante.Ma vediamo perché questa cover non c'ha niente a che fare con la trama (originalissima) di questo romanzo (ahahaha romanzo! Scusate, m'è venuta così la battuta, non sono riuscita a trattenermi). Non posso fare a meno di te è la storia del milionario Archer Bancroft (Archer? Seriamente?!) che ottiene sempre quello che vuole e che desidera ardentemente Ivy Emerson, sorella del suo migliore amico e in quanto tale intoccabile. A una certa, senza nessun motivo apparente se non la completa idiozia, Archer e i suoi amici scommettono un milione di dollari su chi rimarrà scapolo più a lungo e, indovinate? Archer è convinto di vincere. Certo, perché il diciassettenne della foto milionario (??) che ragiona sul rimanere scapolo a vita è proprio credibile. Vabbè, ma la scheda ci dice già come va a finire: un bacio con Ivy diventa una notte di passione, si rendono conto di amarsi come non mai e lui perde la scommessa. Oh, queste tipe che baciano il cretino di turno e decidono di amarlo alla follia sono sempre fortunate. Non solo, ovviamente, sono sempre ricambiate – io, evidentemente, ho dei problemi con il karma dato che mi accade quasi sempre il contrario – ma soprattutto il bacio è sempre sensazionale. Mai che abbiano avuto una brutta esperienza con il ragazzo-lumaca di turno, ad esempio, quello che pensa che il tuo mento faccia parte del labbro inferiore. 
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 11/17 maggioCosa è questa? Cosa cazzo è questa COSA? Una tipa con i tacchi nella Savana? Non so, volevamo metterci un'antilope in fondo, inseguita da una tigre anche? L'aeroplanino, poi, che vola così basso perché o è appena decollato o perché si appresta ad atterrare in mezzo alla Savana? Ma quando mai? Ma facciamo le copertine stereotipate, così arriviamo subito al pubblico che campa di stereotipi e legge solo questo tipo di libri, appunto. Ma poi oh, l'agenzia che si è occupata delle grafiche per l'Expo ormai si occupa pure delle copertine dei libri? Già qui avevano dato prova del loro estro creativo con la copertina della Gavalda, ma questa qui è davvero di una bruttezza e di una sciatteria impressionante. Devono essere proprio raccomandati quelli di questa agenzia, perché sono dei cani senza eguali, altro che grafici. La tizia imbellettata è Delilah, figlia di una riccona vivace (non so se abbiano usato l'aggettivo vivace per indicare una certa inclinazione alla spontanea e frequente apertura della gamba o se proprio intendevano dire vivace nel senso di allegra) e dato che la genetica è genetica, è vivace pure lei. Così la vivace senior manda la vivace junior dal suo patrigno preferito (??) in Kenya. Ma quanti patrigni c'ha? Tre, quattro? Il tutto nel 1920 poi? Certo, come no. Tutti così aperti mentalemte – e sessualmente – nel 1920 che poteva permettersene anche 90 di patrigni. Ma se una che è già vivace a Parigi va in Kenya, che succede? Diventa, chiaramente, ancora più vivace: regina di uno stile di vita sregolato (??). A un certo punto, però, incontrerà l'integerrimo Ryder White (sta scritto proprio così sulla scheda, non l'ho mica inventato io) che le farà scoprire quanto è fica l'Africa con gli elefanti, le giraffe e le antilopi. Ma solo quando questo luogo sacro verrà profanato con il sangue (?? di chi? Di cosa stiamo parlando? Guerre civili? Diamanti? Pellicce? Non si sa) lei scoprirà per cosa vale la pena lottare. No, ma proprio una lettura profonda, affatto stereotipata.
Photoshop non ti conosco, obbrobrio non ti temo, Paint ti amo – 11/17 maggioQuesta, probabilmente, voleva essere una copertina artistica. Uno di quei lavori di grafica fatti bene che presentano tutto in bianco e nero a esclusione di un dettaglio. Peccato che, in questo caso, l'idea era sicuramente "artistica" ma il risultato non lo è per niente. È il classico esempio di "fare il passo più lungo della gamba". Della serie, se sai usare solo Paint, continua a usarlo nel modo in cui sai fare meglio, non ti imbarcare con Photoshop perché poi viene fuori una cagata. Come questa, appunto. La tizia nuda – ormai sulle copertine dei romance ci mettiamo di tutto, non mi stupirebbe nemmeno se regalassero, come gadget, un fallo in legno acquistando il libro. Dicevamo, la tizia nuda – che pare ritagliata da una pubblicità della Collistar su un quotidiano – è Sophie che avevamo incontrato qui e che era in compagnia di Matteo Bertani e le gioie del sesso tantrico. E la pioggia di zirconi (fanno male comunque, secondo me. Se non ti sposti in tempo rischi di perdere un occhio, come minimo).Adesso la nostra Sophie, dice la scheda, è a Londra da sola e con il cuore spezzato, ma non fa altro che pensare a Matteo: il desiderio la tormenta. Così decide di tornare in Italia da lui – che magari, in tutto questo, era felice che si fosse tolta dalle palle – e i due tornano a darci dentro come non ci fosse un domani. Sembra tutto risolto, cuore sole e amore, se non fosse che i fantasmi del passato sono lì in agguato – proprio lì, dietro la porta della camera da letto – e possono tornare in qualunque momento pronti a rovinare tutto. Ma tutta 'sta gente con i fantasmi del passato che li osserva mentre fa sesso?! E soprattutto, tutti con qualcosa da nascondere? Pure il tale che ha fatto la copertina c'aveva qualcosa da nascondere: non ha mai frequentato un corso di grafica prima di proporsi come art director. Anche se riuscire a far sembrare i petali delle fettine di prosciutto crudo non è una cosa così semplice, serve sicuro un bel po' di pratica.
Per questa puntata è tutto, occhio al meteo  di questa settimana ché la pioggia di Jamon Iberico è sempre in agguato. E poi Africa, Africa e antilopi che pilotano aeroplani ovunque. E tanta Savana in compagnia dei vostri patrigni preferiti. Se non ne avete uno non preoccupatevi, sono sicura che qualcuno che ne ha un paio da prestare riusciamo a trovarlo. A lunedì prossimo, gente, che i fantasmi del passato siano con voi!

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