Piacere agli altri: per molte persone è sintomo di scarsa “spina dorsale”.
“Piacere agli altri? Figuriamoci! Mica sono un venditore di materassi!”
A parte il fatto che il venditore di materassi è un lavoro come un altro. Tutto dipende da come lo si fa. E infine: non è che si pensano queste cose perché si è un poco presuntuosi?
Piacere agli altri non significa fare o dire quello che gli altri vogliono sentirsi dire.
Vuol dire essere se stessi.
Però per farlo occorre sapere cosa desideriamo ottenere, e avere la determinazione necessaria per conseguire i propri obiettivi. Oltre a sapere chi siamo, si capisce.
Il punto è che siccome non abbiamo alcuno scopo, e i nostri contenuti non sono curati perché:
“Non ne hanno bisogno, vanno benissimo così”
Il problema di piacere è del tutto ridicolo. Crediamo che piaceremo senza dubbio alcuno, e quando non capiterà, la colpa ovviamente sarà degli altri.
Se la categoria degli altri non esistesse, bisognerebbe inventarla: a chi addossare altrimenti le nostre responsabilità?
L’idea di “piacere”, spesso si sposa con masse adoranti di uomini e donne. Ma credo che sia ormai tempo di liberarsi da questa immagine. Si tratta di fanatismo, e la prova è che quando le cose iniziano a girare male, si resta soli. Non era “piacere”, ma infatuazione, fenomeno di massa.
Puoi invece piacere a pochi, e ci riesci soltanto quando hai capito che cosa vuoi fare, e cosa puoi fare.






