Pianeti piu’ abitabili della nostra Terra dovrebbero essere molto diffusi e comuni nella nostra Galassia. Questo un risultato pubblicato nei giorni scorsi dalla rivista Scientific American.
Abbiamo sempre guardato alla nostra Terra come al pianeta “medaglia d’oro dell’abitabilità’”.
Dopotutto, e’ anche l’unico che abbiamo davvero provato. E qui continuiamo a viverci. Al momento non abbiamo di meglio su cui andare.
René Heller, nel numero di gennaio di Scientific American, sottolinea che le caratteristiche dei pianeti che gli astronomi stanno cercando in alcuni dei quasi 1900 confermati tali finora potrebbero rendere la Terra non certo la regina tra i pianeti.
Siamo un pochino troppo vicini al nostro Sole, dice lo scienziato. Vi sono grandi zone, come i deserti, alcune regioni degli oceani e anche i poli che sono relativamente privi di vita. Non solo. C’e’ molto meno ossigeno di quello che si stima vi potesse essere circa 300 milioni di anni fa, un tempo piccolissimo sulla scala dell’evoluzione del nostro Sistema Solare. Se mettiamo assieme tutti questi aspetti, allora il nostro pianeta e’ abitabile solo in extremis.
Dopo aver creato dei modelli di mondi abitabili assieme ad un altro collega, John Armostrong, Heller prende in considerazione alcune delle caratteristiche “fondamentali” che vengono di solito prese in considerazione per valutare se un pianeta e’ abitabile o meno. In particolare, lo scienziato analizza alcune di queste caratteristiche in un certo numero di pianeti recentemente scoperti che potenzialmente potrebbero ospitare forme di vita. Secondo i suoi calcoli, le dimensioni ideali di un pianeta di questo tipo deve essere circa due volte la nostra Terra, perche’ su questi pianeti la maggiore gravità superficiale potrebbe permettere un’atmosfera più spessa, a condizioni climatiche più erosive, fino a portare ad superficie piana.
I mondi che ne vengono fuori avrebbero profondità marine minori rispetto a quelli terrestri, con una dominanza di isole piuttosto che di continenti. Sulla Terra poi si osserva che gli arcipelaghi favoriscono una biologia diversa e maggiore.
Le dimensioni di questi pianeti giganteschi probabilmente permetterebbero anche di mantenere un nucleo fuso significativamente più caldo, che favorirebbe un’intensa attività vulcanica e la tettonica a placche, processi che sono essenziali per la regolazione del ciclo del carbonio e di conseguenza anche del suo clima.
Non solo. Questi pianeti hanno delle stelle ospiti più piccole e più efficienti nella produzione di energia di quanto non lo sia il nostro Sole, che ha già bruciato circa metà del suo idrogeno e che gli mancano solo cinque miliardi di anni prima di uscire dalla sequenza principale e iniziare una nuova fase evolutiva.
Quindi, secondo Heller nella nostra Galassia esistono pianeti sicuramente più ospitali della Terra e se mai avessimo bisogno di levar le tende da qui avremmo sicuramente alcune opzioni su che tipo di pianeta scegliere per la nostra vita futura. Meno male che abbiamo ancora un po’ di tempo per costruire delle astronavi spaziali per raggiungere questi pianeti, sennò le chance si ridurrebbero a zero.
Fonte Scientific American – Planets More Habitable Than Earth May Be Common in Our Galaxy
msn news – Some far-flung planets may be better places for humans than Earth is