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Piano Casa Polverini/Zingaretti: la fine era nota

Creato il 31 ottobre 2014 da Carteinregola @carteinregola

Dallo “Sblocca Italia” allo “Sblocca Lazio”: si approvano provvedimenti che aggirano le regole, premiando gli interessi privati, predando il territorio e peggiorando la qualità della vita dei cittadini

ERRATA CORRIGE: in una precedente verisone dell’articolo abbiamo attribuito al programma elettorale di Zingaretti un passaggio in realtà del programma Cinquestelle. Ce ne scusiamo con gli interessati. In ogni caso invitiamo alla lettura del programma per l’urbanistica del Presidente Zingaretti, che contiene molte affermazioni che restano, a  nostro avviso, ugualmente  smentite dagli ultimi sviluppi del Piano Casa

testata appello piano casa

Il piano casa di Civita e Zingaretti è stato approvato alle 5 di stamattina con voto unanime della maggioranza (Pd, Sel, Lista e Listino Civico) e voto contrario delle opposizioni (M5s, La Destra, Fi-Pdl, Nuovo Centro Destra, Lista Buongiorno- Udc, Fdi) A sorpresa la proroga è stata allungata al gennaio 2017: altri due anni di una “deregulation del mattone”, perfettamente in linea – tranne che per un paio di aspetti impresentabili – con la precedente amministrazione di centrodestra..Infatti il piano casa è stato prorogato mantenendo molti  commi Polverini  e soprattutto ne è rimasto  l’aspetto più inquietante: i privati potranno aumentare cubature e cambiare destinazione agli edifici, anche con impatti devastanti sui territori, senza che né i Comuni né i Municipi possano opporsi, e nemmeno chiedere delle modifiche…

Difficile dire in poche righe tutto quello che abbiamo visto e sentito in questa seduta del Consiglio Regionale durata fino all’alba. A chi ha tempo, raccomandiamo di leggere il resoconto stenografico. Citiamo gli aspetti  che ci sembrano più significativi dal punto di vista simbolico. Come i citati benefit ai proprietari delle cliniche e dei residences privati, che se perdono le commesse pubbliche possono trasformarli in appartamenti (ci aspettiamo, per equità sociale, che anche i dipendenti di tali strutture, che perdono il lavoro, possano usufruire di un proporzionato minipiano casa che consenta di trasformare in miniappartamenti le cucce dei cani e i gabbiotti degli attrezzi). O come il fatto che, nonostante i due anni di proroga, non sia stata prevista la possibilità per Roma Capitale di escludere dall’applicazione del Piano casa zone della città come Garbatella o Città Giardino o altre, di cui il Sindaco Alemanno non si era affatto preoccupato. Ed è stato approvato senza battere ciglio perfino l‘abbassamento  dell’altezza media dei sottotetti per fini abitativi,  in altre Regioni ben sopra i due metri, superando persino la Polverini, che nel suo Piano casa l’aveva già ridotto, per arrivare  al record di 1,90 mt.

Ed è per noi difficile da ingoiare la beffa finale del comunicato  della Regione*, che per l’ennesima volta afferma che “vengono cambiate le norme che andavano ad incidere sulla pianificazione urbanistica attraverso un sistema di deroghe – in particolare i cambi di destinazione d’uso – con relativo premio di cubatura, restituendo centralità alle Giunte e ai Consigli comunali”, a fronte dell’espressione “in deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici e dei regolamenti”, introdotta per 6 volte dal Piano Polverini e rimasta per 6 volte nel Piano Zingaretti (e non esiste ad esempio nei Piani casa di altre regioni a guida centrosinistra come Piemonte e Toscana). Comunicato  che vanta anche “l’introduzione di norme che vincolano le risorse aggiuntive derivanti dal Piano casa alla realizzazione di opere e servizi per i cittadini: se non si potranno realizzare i servizi, secondo quanto stabilito dal Piano regolatore, è prevista infatti la cosiddetta “monetizzazione degli standard urbanistici”, cioè si spendono i soldi suigli stessi territori degli interventi: ma è  una condizione che era già prevista dal  Piano Marrazzo (insieme a molte altre che si sono ben guardati dal ripristinare), e che era stata cancellata dal centrodestra.

E dobbiamo dire che,  dopo questa vicenda,  ci chiediamo quanto possa ancora rappresentare le ragioni dei cittadini questa maggioranza al governo della Regione. E anche quegli esponenti dell’associazionismo e della società civile, cooptati dal Presidente Zingaretti nel cosiddetto “listino”, che non hanno potuto incidere su nessuna delle questioni più stringenti, finendo con l’accontentarsi di qualche emendamento “ai mezzi” con il centro destra  o di qualche “ordine del giorno” che sappiamo quanto poco possa influenzare le scelte future della Giunta.

Veramente un triste finale, non solo per i cittadini, che vedranno atterrare interventi del Piano Casa anche molto impattanti sui loro territori e non potranno difendersi, né far valere le proprie ragioni con un’amministrazione mutilata delle sue prerogative decisionali. Triste per tutti quelli che pensavano di potersi fidare ancora di qualcuno, che fosse ancora possibile pretendere coerenza da chi ti chiede il voto.

Non è così: il Presidente Zingaretti si è rimangiato il suo programma elettorale, il Partito Democratico e Sinistra Ecologia e Libertà hanno cancellato il loro passato e hanno fatto proprio un Piano Casa fortemente centrato sugli interessi privati che avevano duramente contestato. Meno male che al tempo del web le tracce rimangono, resta la   memoria e la responsabilità. Non si possono fare “ritocchi”.

E noi la coltiveremo questa memoria, raccontando questa storia a tutti i cittadini che protesteranno per qualche “Piano casa” che piomberà nei quartieri.

Non ci rassegniamo.

Post scriptum: un ringraziamento alle opposizioni. Ai Cinquestelle, per la appassionata battaglia punto su punto. Al centrodestra, per la sincerità, per non aver ammesso in più occasioni di non voler fare una vera opposizione a questo Piano perché sarebbe stato come opporsi a quello da loro varato insieme a Ciocchetti e Polverini. Al solitario Consigliere Storace, perchè ci ha fatto capire molte  cose .

FORSE NON TUTTI SANNO CHE… al Consiglio della  Regione Lazio, nonostante ci siano i pulsanti per la votazione elettronica, si vota per alzata di mano. Questo, oltre a comportare spesso disguidi e conflitti (e anche emendamenti rivotati dopo ore di battibecchi), comporta che non resta traccia dei voti dei singoli consiglieri. Quindi anche i cittadini, a meno che si trovino in sala e riescano a vedere contemporaneamente  e a memorizzare i voti di una quarantina di persone, non sapranno mai quali sono state  le scelte dei propri rappresentanti. Un modo di operare poco trasparente che speriamo che prima o poi qualcuno metta in discussione…

(in calce il comunicato di Cittadinanzattiva Lazio Onlus del 29 ottobre)

> VAI AL DIARIO DELLA MARATONA DEL PRESIDIO del 30/31 ottobre

scarica il resoconto stenografico della seduta PIANO CASA – finale _seduta_n.34.13_del_30.10.14

* COMUNICATO DAL SITO DELLA REGIONE

Il Consiglio approva il nuovo Piano casa
31/10/14 – Dopo una lunga maratona notturna, alle 5 del mattino, il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori, ha approvato il nuovo Piano casa della Regione.
Con 27 voti favorevoli e 12 contrari, diventa legge la proposta n. 75, arrivata in Commissione il 23 gennaio scorso, licenziata il 27 marzo e sottoposta all’esame dell’Aula a partire dal 6 agosto, con la seduta in cui l’assessore alle Politiche del territorio, mobilità e rifiuti, Michele Civita, ha illustrato per la prima volta il provvedimento al Consiglio.
La principale novità di questo provvedimento è la proroga del Piano casa per altri 2 anni: il precedente (cosiddetto “Polverini-Ciocchetti”), che a sua volta modificava e prorogava il primo Piano casa – la legge 21 del 2009 – sarebbe scaduto, infatti, il 31 gennaio 2015, mentre ora scadrà il 31 gennaio 2017.
Ci sono dunque ancora due anni di tempo per presentare ai Comuni le domande per ampliamenti di immobili esistenti, demolizioni e ricostruzioni, cambi di destinazione d’uso.
Vengono spostati in avanti anche gli altri termini temporali previsti nella legge, come ad esempio il titolo in base al quale si possono fare gli interventi, che deve essere stato rilasciato entro il 31 dicembre 2013 e non più entro il 28 agosto 2011.
Rispetto al Piano precedente, il nuovo prevede numerose modifiche, a partire dall’eliminazione della premialità di un aumento di cubature del 10% sulla volumetria dell’intero piano attuativo del piano regolatore per le costruzioni nelle aree libere edificabili. In tal modo la premialità consiste solo nel cambio di destinazione d’uso.
Una seconda modifica di rilievo riguarda l’introduzione di norme che vincolano le risorse aggiuntive derivanti dal Piano casa alla realizzazione di opere e servizi per i cittadini: se non si potranno realizzare i servizi, secondo quanto stabilito dal Piano regolatore, è prevista infatti la cosiddetta “monetizzazione degli standard urbanistici”, ossia un pagamento sostitutivo vincolato alle modifiche introdotte. Per questo, inoltre, vengono cambiate le norme che andavano ad incidere sulla pianificazione urbanistica attraverso un sistema di deroghe – in particolare i cambi di destinazione d’uso – con relativo premio di cubatura, restituendo centralità alle Giunte e ai Consigli comunali.
Cambia anche la disciplina del cosiddetto housing sociale. La percentuale dei nuovi interventi sulle aree libere da destinare a questo istituto passa dal 30 al 10%, ma per quanto riguarda gli interventi sull’esistente, cioè sugli edifici dismessi o mai utilizzati al 31 dicembre 2013, la percentuale passa dal 30 al 43%, con ulteriori 10 punti percentuali in più se l’housing sociale riguarda altri edifici già realizzati o in costruzione, di proprietà dello stesso soggetto privato. Si favoriscono poi tutti gli interventi sulla “città costruita”, ovvero la cosiddetta “rigenerazione urbana” (demolizioni e ricostruzioni, cambi di destinazione). Viene prevista anche la possibilità di eseguire interventi di sostituzione edilizia nelle fasce di rispetto, a patto che la ricostruzione abbia luogo nello stesso lotto o in uno confinante, al di fuori delle fasce stesse.

Infine, vengono modificate le norme che riguardano le imprese agricole. Viene stabilito il principio della ruralità multifunzionale attraverso l’introduzione delle attività connesse e compatibili con la destinazione agricola quali: agriturismo e turismo rurale; trasformazione e vendita diretta di prodotti agricoli; ristorazione e degustazione dei prodotti tipici; attività culturali, didattiche, sociali e teraupetiche-riabilitative. Tali attività saranno disciplinate da apposito regolamento approvato dalla giunta regionale. Si darà poi la possibilità di demolire, ricostruire con sagoma diversa e delocalizzare all’interno della stessa azienda gli edifici esistenti e consentirne la rifunzionalizzazione per altre attività agricole o per quelle connesse e compatibili, senza modificarne la destinazione.
Lo scopo di queste modifiche è di aprire l’agricoltura del Lazio alla multifunzionalità e di ampliare le possibilità di intervento sul tessuto edilizio esistente, senza concedere aumenti di volumetrie e cambi di destinazione d’uso.

Nel corso della lunga seduta, durata circa 12 ore e che ha visto alternarsi alla presidenza sia Leodori sia i due vicepresidenti, Massimiliano Valeriani e Francesco Storace, l’Assemblea ha approvato diversi emendamenti e subemendamenti, presentati dall’assessore Civita e da numerosi consiglieri regionali. Tra questi si segnalano: uno a firma dello stesso Francesco Storace (La Destra), che ripristina una riserva minima del 50% di housing sociale per le Forze dell’ordine; uno del consigliere Fabio Bellini (Pd), che subordina il beneficio dell’ampliamento in caso di utilizzo di fonti di energia rinnovabile con potenza non inferiore a 1 Kw alla condizione che tale utilizzo sia esteso all’intero fabbricato e non solo a una parte di esso; uno a firma dell’intero gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, mirante a specificare che, per la realizzazione degli ampliamenti previsti dal Piano, è necessario verificare l’esistenza non solo di opere di urbanizzazione primaria (come strade, impianti fognari, servizi idrici ed elettrici), ma anche di urbanizzazione secondaria (come scuole, uffici comunali, impianti sportivi, chiese).
Hanno votato a favore della legge tutti i gruppi di maggioranza e contro tutti quelli delle opposizioni. Le dichiarazioni di voto.

A cura dell’Ufficio stampa del Consiglio Regionale del Lazio

Comunicato di CITTADINANZATTIVA LAZIO CONTRO IL PIANO-CASA  E IL MAXIEMENDAMENTO

Roma, 29 ottobre 2014

Cittadinanzattiva Lazio ha sempre avversato il Piano-Casa per i gravi contenuti che lo caratterizzano, anche in termini etici e non solo ambientali, urbanistici, di rapporti con le altre amministrazioni locali, etc. Questo quando era stato originariamente avviato dalla giunta Polverini e oggi che la giunta e la maggioranza Zingaretti porta avanti esattamente lo stesso piano, se possibile – c’è il rischio – perfino peggiorato.

IL 28 ottobre abbiamo assistito attoniti ad una surreale discussione in aula su ciò che pensa Cittadinanzattiva Lazio e chi la rappresenta. Noi siamo Cittadinanzattiva Lazio – nessuno ci rappresenta all’interno del consiglio nè direttamente (come improvvidamente dichiarato dal capogruppo di LpL Riccardo Valentini) nè indirettamente – e siamo fermamente contrari sia a questo Piano che alla concreta ipotesi che la maggioranza, senza alcuna ragione dal momento che le opposizioni hanno ritirato gli emendamenti proprio per favorire una discussione in aula consiliare, presenti un maxiemendamento che forse introduce cose che è meglio non discutere in aula davanti a tutti.

Chi voterà questo piano, magari ricorrendo al maxiemendamento, sappia che Cittadinanzattiva Lazio ricorrerà, insieme ad altri, in tutte le sedi per contrastare la sua applicazione. Segreteria Regionale Cittadinanzattiva Lazio Onlus



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