“Il Piano casa scassa le regole, illude i cittadini con la filosofia del “tutto è lecito”, mentre non si affrontano i veri problemi delle nostre città. Così facendo si favoriscono solamente i conflitti e si danneggia sia chi è impegnato a pianificare uno sviluppo sostenibile del territorio, ma anche chi vuole avviare trasformazioni seguendo le regole. Si tratta di una deregulation del mattone che rischia di compromettere l’agro romano e di rendere più brutti e insicuri i centri storici, facendo nascere interi quartieri senza servizi e infrastrutture. Per questi motivi facciamo ancora appello al Consiglio regionale affinchè si scongiuri l’approvazione di qusto Piano casa e si avvii una nuova fase di concertazione per affrontare l’emergenza casa e la crisi abitativa”.
Michele Civita, Assessore all’Urbanistica e alla Tutela Ambientale della Provincia di Roma, 3 agosto 2011 (oggi assessore all’urbanistica della Regione Lazio)
(dal sito della provincia di Roma)
ASCOLTA LA REPLICA dell’11 SETTEMBRE DELL’ASSESSORE CIVITA AGLI INTERVENTI: ” NON ABBIAMO MAI PROMESSO IN CAMPAGNA ELETTORALE CHE AVREMMO CANCELLATO IL PIANO CASA [vero, ma non avevano neanche detto che - ad eccezione delle modifiche per le incostituzionaità e l'abolizione della premialità calcolata in modo abnorme e iniquo del precedente piano - avrebbero tenuto il grosso del Piano casa Polverini, unico in Italia che si applica su edifici ancora da costruire]
IN CHIUSURA L’ASSESSORE HA ESPLICITAMENTE ANNUNCIATO LA PROROGA DEL PIANO CASA, una norma momentanea già rinnovata più volte dalla precedente amministrazione di centro destra, che avrebbe dovuto scadere il 31 gennaio 2015 (e in altre regioni italiane il provvedimento è già stato archiviato da tempo)
https://carteinregola.files.wordpress.com/2014/09/risposta-civita-11-settembre-2014.m4aIL DISCORSO:
Discussione utile [gli interventi in Consiglio] per capire anche nel merito i consiglieri, anche le ragioni critiche. Io continuo a pensarla in questo modo. Noi abbiamo una proposta di modifica migliorativa, equilibrata, del vecchio piano casa, che si compone di due leggi, una la pl 76, già approvata, e non a caso abbiamo cominciato da quella legge, che poteva stravolgere la pianificazione paesistica e ambientale. Lo abbiamo fatto non solo perché ce lo chiedeva il Mibact, e poneva con il ricorso verso la Corte Costituzionale una spada di Damocle sulla legge del piano casa (*), ma perché pensiamo che [la legge del] piano casa debba cimentarsi più che sulle politiche paesistiche ambientali urbanistiche, in quello per cui è nata, le norme che favoriscono l’ edi-li-zia, edilizia che significa aggredire le case che esistono, le città che già sono state costruite [sic!].
La PL 75 si pone tre obiettivi. Innzitutto cancellare o modificare le norme che possono cancellare o modificare la pianificazione urbanistica (*), ed è emblematica la modifica che abbiamo fatto sui piani attuativi, noi stiamo discutendo di un’opera che riguarda 900 mila mq quando la premialità concessa nel tre bis che noi cancelliamo del tutto in cambio della variazione di 10.000 mq si aveva una premialità pari al 10% di tutto il piano attuativi. Ci sono piani attuativi che a Roma sono sopra 5 milioni di metri cubi, quindi il 10% sono 500.000 di mq. Significa che bastavano due piani attuativi per andare oltre una discussione sulle cubature dello stadio, che abbiamo visto quanto ci sta appassionando e quanto ci appassionerà nei prossimi giorni. Una norma che poteva stravolgere la pianificazione urbanistica, noi invece cancelliamo quella premialità e quindi riportiamo la discussione su quello che già ora prevede il Piano Regolatore, quello che già ora prevedono il piano attuativo, l’area è libera ma è già gravata dai permessi di costruire: non solo è prevista nel piano regolatore, ma è prevista nel piano attuativo e in molti casi è già previsto il permesso di costruire. Quindi non si può dire che c’è un aumento delle cubature, la “nuova realizzazione” è definita dal punto di vista tecnico “area libera” anche se è già prevista nei piani attuativi e in molti casi ha già i permessi di costruzione. Quindi noi proviamo a cancellare e a modificare le norme che possono mettere in discussione la pianificazione urbanistica, proviamo a dare certezze – proprio quelle che ci chiedevano gli ordini degli ingegneri architetti e geometri – sull’iter amministrativo e proviamo a dare un indirizzo sul già costruito per questo parliamo di rinnovo e rigenerazione, dando fiducia all’iniziativa “diretta” ovviamente indirizzandola verso la rigenerazione, la riqualificazione, chiamiamola come vogliamo, consapevoli della grave crisi economica che viviamo e della necessità che soprattutto nel settore edilizio che ogni iniziativa può aiutarci a lenire gli effetti di questa grave crisi economica che noi orientiamo verso le città costruite.
Perché noi nel 2020 – rispondo a Barillari – dovremmo ridurre la produzione di CO2. In Italia le case producono di più della mobilità, ma chi interviene per fare interventi di efficientamento energetico, con quali fondi si può? Ogni demolizione/ricostruzione è previsto nell’attuale piano casa che le nuove abitazioni devono avere i migliori parametri energetici: o noi mettiamo in campo iniziative che possano favorire – le case sono private, (ci sono stati investimenti come scuole etc ma in gran parte il patrimonio edilizio non è privato) – questi sono tentativi anche sperimentali per capire come favorire la rigenerazione con cambio di destinazione d’uso e demolizione e ricostruzione del nostro patrimonio esistente.
Ovviamente intervenendo dentro i quartieri, c’è il problema anche di trovare le aree a standard che vengono cedute per le urbanizzazione secondarie (le primarie sono obbligatorie per legge e vanno realizzate prima degli interventi*) per trovare aree dentro quartieri già urbanizzati, ma questo è uno dei temi su cui chiunque voglia cimentarsi sulla rigenerazione dovrà cimentarsi…
Per questo noi abbiamo immaginato un percorso, nella legge, che prevede un aumento degli oneri di costruzione pari a 50% per cui tutti gli operatori avranno interesse a trovare le aree a standard anziché pagare oneri aggiuntivi, questi oneri vanno nelle casse del comune, in un esclusivo capitolo del bilancio, e saranno utilizzati unicamente per ricavare servizi.
A Roma gli standard sono maggiori di un terzo di quelli di Copenhagen, ma lì vengono realizzate, da noi spesso le aree a standard restano sulla carta; noi pensiamo che interventi diretti possono aiutare con gli oneri maggiori da dare ai comuni e ai municipi a mettere nella loro disponibilità le opere necessarie per realizzare le opere pubbliche.
Interverrò nelal discussione sugli emendamenti su punti specifici. Voglio dire ai consiglieri
a Di paolo e agli altri rispetto alle posizioni che noi in passato abbiamo espresso, di leggere il nostro programma elettorale, che noi in campagna elettorale non abbiamo mai detto che avremmo cancellato il piano casa.
Abbiamo detto che avremmo rivisto il piano casa, recuperando innanzitutto il dialogo con il Mibact per ricorso con al corte costituzionale e poi che
andava rilanciata l’industriadelle costruzioni. Siamo stati abbiamo provato a essere coerenti anche rispetto alle critiche che abbiamo avanzato sulla legge Polverini; per questo noi oggi consapevoli della necessità e dell’importanza di questo passaggio auspichiamo che la discussione degli emendamenti sia una discussione vera,
siamo per valutare nel merito le proposte da parte di tutti, ad esempio il Presidente Storace sul mutuo sociale… se ci sono norme di giustizia sociale, siamo disponibili al confronto….
Siamo disponibili, a condizione che venga mantenuto l’equilibrio di una legge che ha l’obiettivo principale di aiutare, di affrontare i problemi dell’edilizia, di aiutare interventi su città costruite, favorire la rigenerazione e di aiutare a lenire una parte dell’emergenza abitativa, sappiamo che è un tema complesso, il piano casa non ha questa ambizione di trattare tutte le tematiche legate all’emergenza abitativa, ma c’è una molteplicità di interventi che vanno fatti, lo stesso Santori ha citato la delibera e altri atti fatti dall’ attuale amministrazione per edilizia residenziale sociale, noi affrontiamo il tema dell’edilizia sociale cioè gli affitti a canone calmierato e della possibilità a costo zero per l’amministrazione di dotarsi di un pacchetto di case che possono aiutare le giovani coppie, che come diceva De Paolis sono precarie, hanno possibilità di reddito ma sono fuori mercato rispetto ai costi altissimi del mercato degli affitti attuali.
Ci sono anche idee innovative come la possibilità di usare l’invenduto, una novità, sarà una sperimentazione importante anche per il governo nazionale, questa dell’ invenduto per housing sociale che risponde a un interesse pubblico, quello di avere in tempi relativamente brevi una dotazione di case per governare tutto ciò
Questa proposta sta dentro un strategia più generale che noi abbiamo, noi siamo dell’opinione di arrivare al testo unico dell’urbanistica che semplifichi e riorganizzi e innovi la legislazione urbanistica della regione Lazio, già in questi testi 76 e 756 non ci o no ci sono solo norme temporanee, ma noi introduciamo dei cambiamenti in via ordinaria nelle nostre leggi. Come lo sviluppo delle attività agricole, sono modifiche ordinarie che resteranno nel nostro ordinamento. Come dovremo eventualmente tenendo presente la complessità del testo unico dell’urbanistica, pensiamo al tema complesso dei poteri sulle province, le città metropolitane e quant’altro, la possibilità di farle precedere da un testo sulla rigenerazione urbana . Mentre in commissione non era il momento per discutere un’ulteriore proroga del piano casa, oggi ho fiducia negli strumenti che abbiamo discusso. Possiamo discutere una proroga legata ad una legge per la rigenerazione, anche come momento di sperimentazione sul campo di queste norme discusse in questi giorni.
Per chiedere il tutto sarà importante la discussione che il consiglio che farò sull’approvazione definitiva del paino paesistico regionale. In collaborazione gli uffici nostri con il mibact lavorano per controdedurre le osservazioni arrivate. (…) approvare il piano paesistico comporterà una lunga discussione, dovremo prorogare il nostro piano territoriale per poterci cimentarci con la discussione il prossimo anno per essere realisti e sinceri
Il resto lo discuteremo parlando degli emendamenti.
- scarica gli interventi del 10 settembre PL 75- seduta n.032.1 del 10.09.14 – file_0001_seduta_n32.1_del_10.09.14
- scarica (parte) degli interventi dell’11 settembre PL 75 – seduta n.032.2 del 11.09.14 – file_0010_seduta_n32.2_del_11.09.14
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> vai alla pagina con il programma elettorale per l’urbanistica del Presidente Zingaretti a confornto con quelli degli altri candidati alle elezioni regionali del 2013 https://carteinregola.wordpress.com/urbanistica/programmi-urbanistica-per-la-regione-lazio/pag 99 (…) I “piani casa”, a partire da quello nazionale, per arrivare a quello regionale, dovranno essere profondamente rivisti per abbandonare logiche straordinarie e intraprendere invece soluzioni di medio e lungo periodo e uscire dalla logica dell’emergenza permanente, recuperando innanzitutto il dialogo oggi interrotto con il Governo nazionale e il MIBAC, per superare il ricorso presso la Corte Costituzionale verso alcune norme presenti nell’attuale Piano Casa regionale.
Andranno accertate la quantità e il tipo di case già disponibili o già programmate nelle
città, per ottimizzare l’uso dello stock residenziale esistente sia pubblico che privato.
E andrà rilanciata l’industria delle costruzioni, da sempre volano della economia lo-
cale, indirizzando però gli interventi sulla città esistente mediante il recupero delle aree
dismesse e del patrimonio edilizio sottoutilizzatoper soddisfare la domanda di resi-
denza e servizi, garantendo sempre l’accessibilità delle aree e favorendo la concentra-
zione sui grandi assi del trasporto pubblico e in prossimità dei nodi di interscambio.
Manutenzioni, ristrutturazioni, demolizioni e ricostruzioni, sono il futuro per le im-
prese dell’edilizia, in un quadro che preveda il rinnovo di intere parti di città. Inoltre,
bisognerà intervenire con nuove norme certe sulle disposizioni transitorie, in scadenza, contenute nel Piano Casa.
Servono, a regime, regole che garantiscano la sostenibilità urbanistica degli interventi di trasformazione diretta e che restituiscano ai Comuni il governo del loro territorio, semplificando e rendendo più trasparenti le procedure.
(…)
Per la nuova fase andranno invece definiti:
(…)• strumenti di pianificazione urbanistica e politiche del territorio che agevolino
progetti di recupero e riqualificazione e l’acquisizione di aree a basso costo
per programmi sperimentali e innovativi di housing sociale, rivedendo la stru-
mentazione introdotta dal Piano Casa e definendo un modello di sviluppo
orientato alla trasformazione della città esistente che punti sulla mobilità pubblica e sui servizi alla persona.
(…)
Il Programma di Francesco Storace Presidente
(…) Stop al Piano Costruttori: la legge sul Piano Casa della Regione Lazio dovrà essere riformata eliminando la possibilità di applicarla in zona agricola, nei parchi, nelle parrocchie del centro storico, nelle cliniche private e nei capannoni industriali “in via di dismissione”.
Il porgramma Lista civica per Bongiorno Presidente
(…) La strada intrapresa dall’ultimo Governo regionale, con l’approvazione del
nuovo piano casa, rappresenta una soluzione concreta ai suddetti problemi.
È necessario proseguire su questo percorso, portando avanti una marcata
politica di sostegno all’edilizia sovvenzionata.
Predisporre un piano di sviluppo per l’intero settore edilizio significa favorire la
ripresa economica, grazie all’indotto e alla conseguente possibilità di creare
nuovi posti di lavoro.
Naturalmente, ciò dovrà avvenire in armonia con le istanze paesaggistico-
ambientali del territorio: in questo senso, l’azione politica non potrà
prescindere da un serio e vigoroso contrasto all’abusivismo.
Dobbiamo impedire all’edilizia selvaggia di deturpare ulteriormente il nostro
territorio, puntando al contempo su politiche incentrate sul concetto di
“sostituzione edilizia”. L’obiettivo è riqualificare gli spazi condannati
all’abbandono e al degrado per farne modelli di edilizia ecosostenibile.
Tutto questo passa, infine, attraverso una penetrante opera di semplificazione
normativa e uno snellimento della burocrazia, accompagnati ad una seria
politica di trasparenza.