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Piazza del Popolo e la proposta indecente

Da Vanessa Valentinuzzi
C’era da aspettarselo. Prima o poi sarebbe arrivata. Allora è vero quello che si dice dell’ambiente. Sono le due di notte, quasi. Sono al telefono con la migliore amica –che aveva svolto il suo compito egregiamente, mettendomi in guardia- alle prese con  la cronaca di una proposta indecente appena ricevuta.Un sedicente importante editore, loda il mio talento e dice che -se lo seguirò- farà di me una scrittrice che spacca. Una che vende.Perché io -dice lui- sono una fonte di energia inesauribile. Un vulcano, un personaggio. Mi manderà in tutte le trasmissioni televisive più smart. Persino da Vittoria Cabello. Anche dalla insuperabile Daria Bignardi.“Parliamone a cena. A stomaco pieno si ragiona meglio”.Ma E., la mia amica del cuore, mi aveva avvertita “Vane, è ambiguo...perchè non ti ha invitato in casa editrice?”“E dài, non essere disfattista. Da quando ti sei lasciata con quello pensi sempre male degli uomini. Sono ad un passo dal sogno. Poi cosa sarà mai? Una cena di lavoro come tante. Appuntamento alle nove,  Dal Bolognese. Ho ribadito che io non sono interessata ad altro. Figurati”.Appena arriviamo, noto che lui si è messo in ghingheri, tranne che per la barba lasciata incolta per simulare un’aria da intellettuale. Durante la conversazione, scopro che non ha mai letto Baudelaire. Un editore? Il sorriso- inizialmente stampato sulle mie labbra- lascia il posto a due occhioni pronti alla disillusione. Il primo campanello d’allarme. Ci sediamo. Lui saluta tutti, perché qui siamo alla Fiera delle vanità (Chissà se lui è al corrente che è un romanzo…preferisco non indagare). Ordiniamo, l’antipasto e dei vini costosissimi.
 Lui è una buona forchetta e io non mi sottraggo. Ride, si elogia e si sbrodola dei suoi successi come editore, delle sue conquiste amorose.“Tornando ai progetti editoriali? Hai buone notizie sul mio romanzo?”La sua faccia si fa scura. E non perché non gradisce le tagliatelle al ragù di culatello.“Ho letto solo la sinossi, cara. Ma vedi, io ti voglio mandare dalla Cabello, farti recensire dal Corriere della Sera. Ti sentirai come Cenerentola. Insieme lavoreremo bene io e te. Ma....”Ecco. E' arrivato il "Ma". Una sillaba che ti spezza le ali. Comincio a pensare che di culatello, non ne abbia abbastanza.Si avvicina il cameriere. Chiede se può portare via il piatto e lui fa un gesto,  alzando la mano destra quasi a dire “porti via”, ma senza sprecare fiato, senza neanche guardarlo. Lui continua a fissare me come se il cameriere lo stesse disturbando. Un piccolo atto eloquente, si comporta come solo il Re Sole potrebbe fare con la servitù più scarsa. Lo trovo volgarissimo, un atto da vero cafone. Ormai sono infastidita. Lui cambia argomento e mi parla della sua vita, del fatto che scia benissimo, che gioca a tennis, a Golf e suona pure il piano.  Del mio romanzo non si fa più cenno.“Dopo, c’è tempo”. Rimanda lui.Al dolce, che prendo solo per fargli compagnia, lo riporto all’ordine“Fammi essere chiara, hai intenzione di pubblicarmi? Come ci muoviamo?”. “Parliamone. Dipende da te. Perché non vieni con me venerdì? Ci facciamo un weekend in un posto favoloso, sulla neve. Conosco un hotel con la migliore Spa di Cortina. Ti presento contatti utili che useremo per le tue presentazioni. Se accetti, ovviamente. ”
“No, scusa. La mia preoccupazione è come procediamo se il libro non l’hai neanche letto?"“Tu sai scrivere, il problema è un altro. Se vieni, farò di te la nuova …J.K.Rowling. Credo che tu debba essere riconoscente con chi vuole aiutarti. E questo è quello che tu stai tentando di fare e che vorresti realizzare nella vita. Un piccolo prezzo per una vita da sogno, no?”Arriva il conto. Non è roba da proletari: 220 euro. Lo guardo.  Penso al mio di conto, in banca. Ai miseri guadagni mensili ridotti ai minimi termini. Al MacBook Pro che -di questo passo- continuerò solo a sognare, sbavando davanti all'Apple Store. Ma il mio orgoglio di donna emancipata e indipendente prende il sopravvento. Quell’omino mediocre -pure giovane, di circa 35 anni- mi fa schifo.
Ho deciso: per umiliarlo, pago io.“Fabrizio, vendermi non è il mio stile. Io non ho bisogno di te. Sei inutile. Io ho talento e ci credo, questo fa di me un’artista, anche nella vita.”Ecco il cameriere impossessarsi di quella cifra, con gesto lesto. Guardo i miei averi, compattati nel bancomat, allontanarsi per sempre da me. In un lampo penso a tutte le cose a cui mi sarebbero serviti. Sono delusa, ma quell’atto mi ha investito quasi di un’aura eroica. Sì, è vero non uscirò più per almeno tre settimane,  cenerò ad “Ascroc” dai miei genitori e dai miei amici più cari, farò vita morigerata, per quanto non mi si addica. Ma, sento di avere più grinta di farcela, fosse solo per fare dispetto a lui. Grazie per avermi dato un altro buon motivo per avere voglia di vivere facendo il mestiere di scrivere, e spaccare.

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