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Piccioni di merda!

Creato il 23 marzo 2011 da Jollyroger
Odio i piccioni. L’ho già detto? Non mi ricordo, ma comunque ci tengo a ribadirlo. Non sarà coerente con le mie aspirazioni alla Siddharta, ma non li sopporto proprio.
Si stanno diffondendo grazie a quelle donne infelici, tutte casa e animalismo, senza un uomo che riesca a sopportarle, senza un interesse che possa occupare quelle menti inutili e aride, che non trovano di meglio da fare che infestare ogni angolo con le briciole di pane, i pezzi di frittata avanzati, le scatolette per gatti rovesciate nei piatti di plastica e abbandonate dovunque.
Forse sono le stesse che credono che una bottiglia di plastica piena d’acqua appoggiata al marciapiede, impedisca ai cani di pisciare, o che appendere compact disc e girandole dai colori metallici, dissuada i loro amici pennuti dal cagare sui loro balconi tirati a lucido con la cera.
O forse no, quelle dei cd e le girandole, e le strisce di carta dell’uovo di pasqua sventolanti al sole malato di Milano, sono delle poverette che cercano di difendersi dall’invasione volante; come ne Gli Uccelli di Hitchcock. Povere nonne che cercano di difendere il loro bucato ad ogni costo.
Non sopporto i piccioni quando, appena dopo le sei del mattino, cominciano ad emettere quel suono insopportabile, sgraziato, monotono, ripetuto all’infinito, mentre i maschi si gonfiano come i peggiori cafoni da luna park e asfissiano per tutto il giorno quelle femmine brutte, lercie e indifferenti.
Non sopporto quella camminata con l’insulsa testina che continua a ondeggiare aventi e indietro come quella di un automa impazzito.
Mi fanno ribrezzo le zampe color carne viva, sempre deformi e mezze monche a causa di chissà quali schifose malattie. Lo stesso frullare delle ali nell’aria produce un rumore sgradevole, come di qualcosa che non esiste su questa terra.
E va avanti così per tutto il giorno; i maschi che tubano e grugano gonfiando le loro penne luride di smog e inscenando patetici balletti, cagando su balconi, grondaie, terrazzi, biancheria stesa e la testa dei passanti; rifugiandosi sulle sporgenze delle finestre quando piove e litigandosi le briciole di pane che quelle vecchie sciagurate non dimenticano mai di seminare nei cortile e nei giardini.
Mi lamentavo dei passeri che infestano il nostro cortile, li definivo degli sfacciati teppisti, ma sono di gran lunga migliori, più simpatici, senz’altro più intelligenti e intraprendenti, meno pateticamente stupidi. Un po’ come una band rock confrontata a uno zoppo che suona l’organetto per strada accompagnato da una scimmia pidocchiosa. Perfino le cornacchie, che la fanno da padrone, mi sono più simpatiche; se non altro il loro gracchiare e più evocativo e perentorio di quell’esasperante grrruu che va avanti per tutto il giorno.
Ho pensato di comprare un fucile ad aria compressa e, uno alla volta, far scomparire questi luridi piccioni. Credo che potrei diventare il vendicatore solitario di quasi tutte le vecchiette del condominio, la signora Italia in testa, che però meriterà una storia a parte. Perché no? Il vendicatore misterioso, idolo della terza età, che uccide i piccioni per restituire serenità alle nonne.

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