Stamattina riflettevo come la vita sia densa di piccoli avvenimenti, come un semplice odore, profumo, ti può riportare in un angolino della tua esistenza che avevi assaporato con ardore e letizia.
Ieri sera mi sono ricordata di papà. Avevo nostalgia di lui. Ne avevo parlato durante il giorno ed alcuni ricordi si sono fatti più intensi, tenaci, soprattutto quelli dei suoi ultimi anni. Mi sono ricordata della dolcezza del suo sguardo quando mi vedeva pensierosa e come desiderava che io sorridessi. Non voleva che io fossi triste. Quando le persone hanno segnato la nostra vita in modo profondo, ecco che lasciano quel vuoto, quel vago sentore di nostalgia. Nonostante io viva ancora il mio legame con lui nella fede, un po' di nostalgia c'è. Lo sento presente, davvero, ma il suo posto a tavola, quando vado a Genova, è vuoto. A superare il dolore mi aiuta il mio carattere che non sente il bisogno di avere contatti fisici continui. Mi ritorna in mente quando insieme, andavamo al cimitero... adesso c'è anche lui là. Senza la fede, non vedrei alternativa nel superare il dolore: è come se il nulla avesse inghiottito il suo corpo. Ma come fanno senza fede ad accettare questo?
La fede, poi, attira le anime dei defunti e ti aiutano a capire, tramite la loro presenza, che loro ci sono ancora. Questa è una cosa straordinaria, che tutti dovrebbero sperimentare. Non direbbero più che non c'è l'al di là. Papà ha continuato a farsi sentire e vedere, con affetto e discrezione, certo... gliel'ha concesso Dio: senza il suo permesso non sarebbe potuto tornare. Questo dimostra che avere fede è sempre un guadagno! Soprattutto nelle cose dolorose... Ma cosa perdi avendo la fede? La tua dignità di uomo? Ma essa te la dona!