Il disprezzo che il più monarchico dei ministri, un "marioantonietto" del XXI secolo, prova contro chiunque non sia lui stesso e che si fa escandescenze quando gli si rivolgono delle domande (o si tenta di farlo) è noto. Come è noto che in tre anni da ministro Brunetta non abbia innovato né migliorato un emerito cazzo (dico così per farmi capire eventualmente anche da Renatino e Giorgetto) se non forse i suoi mezzi elettronici e di trasporto (complimenti per la BMW fiammante). Da tempo il governo B. ha asssunto connotati monarchici, con una classe dirigente sorda alle richieste del paese, autisticamente rinchiusa nel Palazzo (parola vituperata ma tremendamente attuale), che pensa esclusivamente alla spartizione di denaro e potere. Ormai manca solo l'ultimo passo (ma ci stiamo avvicinando a grandi falcate) del passaggio dinastico delle cariche. Il tutto contando sul sonno degli italiani, speranza ben riposta tra l'altro.
Da un po' di tempo però si è insinuato il tarlo del web nei cervelletti dei governanti, esploso poi col risultato dei referendum. Non a caso è proprio sul web che sono state viste migliaia di volte le gesta dei due facinorosi di cui sopra. Quindi la tattica per i prossimi tempi sarà quello di presentare come persone pericolose tutti coloro che usano internet ottenendo come unico risultato quello di apparire ancora più retrogradi di quanto già sono. Una guerra persa in partenza perché iniziata troppo tardi, come si conviene a gente che non ha idea del Paese che governa e che per questo motivo produrrà effetti parossistici e molto violenti. Ma che non farà altro che seppellirli definitivamente.
Nota di merito a Massimo D'Alema che definendo Brunetta un energumeno tascabile ha vinto il premio di battuta più bella, altro che spinoza.