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Piccolo spazio pubblicità: ma sulla pelle dei bambini proprio no.

Creato il 26 gennaio 2015 da Phoebe1976 @phoebe1976

Piccolo spazio pubblicità: ma sulla pelle dei bambini proprio no.Non faccio molto caso alla pubblicità, la ascolto sempre distrattamente e preferisco quella ironica o con giochi di parole, le musichette come in Carosello per farvi capire.
Ma da quando c'è Emma alle pubblicità dove ci sono bambini sono sensibile, capitemi. E se trovo deliziosa la pubblicità della Vodafone con lo zio che riesce a cambiare il nipotino neonato grazie ad un tutorial su youtube, trovo riprovevoli certi messaggi che passano attraverso prodotti specificatamente legati ai nuovi nati.

Prendiamo i pannolini, Pampers per la precisione. Che sono ottimi, non lo nego, i migliori secondo la mia esperienza. Ma perchè devi far dire ad una ragazzetta (che non è che rispetti proprio proprio il target della mamma media, aehm...)  che la sua preoccupazione è sapere quanto rimanga bagnato il sederino della sua progenie nell'intervallo tra la minzione e l'assorbimento. E certo, sono problemi. No il riscaldamento globale, no la crisi endemica che attanaglia il mondo, no le scie chimiche, no l'ebola. L'assorbimento della pipì è il vero problema!!!!  
Però questo posso prenderlo con ironia, magari facendo finta che vogliano impicitamente e simpaticamente sfottere le neomamme con ancora in circolo gli ormoni della gravidanza. Che ci sono e sono tante, altrimenti perché le neo-mamme finirebbero sempre a parlare di cacca

Le pubblicità che davvero mi danno fastidio sono quelle dei cosiddetti latte di proseguimento o crescita, prodotti nati negli ultimi anni per aiutare mamme ansiose e multinazionali in crisi ma che, come ha gentilmente affermato il mio pediatra, possono andar bene nei casi di bambini denutriti o molto sottopeso, ma non nella maggioranza dei bambini italiani.
Mi infastidiscono  e mi lasciano in bocca un brutto sapore, come di ignoranza. E non solo perché io ho allattato finché Emma ha voluto o perché ho avuto la fortuna di poter essere seguita da un Consultorio degno di questo nome.
Che poi per legge devono affermare che il latte materno è sempre il migliore, finché c'è e se c'è, tengono a sottolineare come se fosse un'impresa titanica (per alcune lo è, ma in genere viene abbastanza bene a tutte le donne, magnate tranquilli pubblicitari!), ma lo dicono in modo talmente veloce che nemmeno Eta Beta riuscirebbe a cogliere il senso delle parole.
Tra tutte la più scandalosa è quella nuova del Latte di crescita 3 Mellin. Perchè? Mi chiedete perchè? Va bene, analizziamolo, magari sorvolando sull'accento e sull'espressione da strafatta dell'attrice che, con mille mossettine, impersona una mamma:

1) Diventi mamma appena sai di aspettare. Cazzata. Grossa cazzata. Almeno per me, poi non so. Non diventi mamma nemmeno dopo aver partorito, ma ti ci trasformi giorno per giorno, già l'ho detto. 
2) Il primo bagnetto con la temperatura sbagliata. Comprare un termometro costava molto? Ma poi scusa... non dici che tua figlia ha 15 mesi? E finora il bagno non glielo avevi fatto mai? Non è che per caso invece ti rivolgi alle neomamme, quelle impacciate, coi bambini che urlano e strepitano, che magari non hanno ancora preso il ritmo dell'allattamento al seno e sono terrorizzate?
3) Ho trovato la tranquillità in un barattolo. Ragazza, credimi: a meno che dentro non ci sia del Prozac la vedo molto molto dura! Oppure della droga, visto che dentro al barattolo ci sta comunque una polverina bianca.

E poi queste mamme delle pubblicità sembrano tutte oche ebeti. La tranquillità in un barattolo. lo trovo agghiacciante, oltre che molto scorretto, specie perché va a colpire una donna in un momento molto complicato della propria vita, anchorché bellissimo. Tutte vorremmo poter trovare la propria tranquillità di madri in un barattolo, sarebbe comodo e facile, sarebbe magnifico. Ma non è così, non sono gli altri ad avere le soluzioni, né tantomeno le cose che possiamo acquistare.

Voglio sottolineare che non ho niente contro Mellin: uso molti loro prodotti, ma mi rendo conto che il business del latte di proseguimento ha numeri ben più elevati di quello della pastina.
Però ci sono dei limiti, e sono il rispetto della legge e degli acquirenti. Dell'intelligenza degli acquirenti, come minimo.
Non trovate?

 


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