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Pick Up Artists detti in breve PUA, anzi puah

Da Gynepraio @valeria_fiore

La cinematografia americana è piena di teen movies in cui un ragazzo sfigato (di solito è Adam Sandler, o comunque somiglia molto ad Adam Sandler), con l'aiuto di un mentore o di un gruppo di amici, viene tirato a lucido e trasformato in un grande seduttore che finalmente riesce a schiacciarsi la figa del liceo (che si solito è Mena Suvari, o una che è praticamente identica a Mena Suvari). Io stessa ho più volte pensato che qualche mio amico un po' timido o insignificante avesse un potenziale inespresso e che, opportunamente aiutato, avrebbe potuto diventare un tipo interessante. Il mio delirio di onnipotenza, solitamente, si ferma lì.

Ma gli americani no, loro sono andati avanti. Leggendo in rete ho appreso dell'esistenza di una community che si chiama PUA, che sta per Pick Up Artists. Sono io che vivo in Fantasilandia e non mi accorgo che il mondo cambia? Mi succedono le cose attorno e io continuo a fissarmi l'ombelico? Ditemi che anche voi non lo conoscevate, per favore, non fatemi sentire una cretina.

Questi soggetti sono uomini che, avvedutisi di non saper sedurre le donne ma desiderando comunque avere una partner, decidono di imparare -tendenzialmente a pagamento- una serie di tecniche mutuate dalla Programmazione Neuro Linguistica. Il metodo promette di trasformare un uomo "mediamente sfigato e frustrato" (parole testuali) in un seduttore professionista.

Dovrà quindi acquisire abilità quali: rendersi attraenti scegliendo abiti e tagli di capelli, iniziare conversazioni random con dei metodi rompighiaccio (spesso formule standard, molto collaudate e apprese a memoria) e poi mantenere viva una conversazione, attraverso un uso sapiente dello sguardo e delle mani. Questi dialoghi si reggono su una dialettica assolutamente innovativa intitolata ti-cago-ma-poi-non-più-affinchè-tu-voglia-essere-nuovamente-cagata. Il successo dell'approccio si misura nell'ottenimento del numero di telefono e, quando le vacche sono grasse, in un rapporto sessuale. Ma non crediate che i Pick Up Artists siano solo animati dalla cara vecchia voglia di figa, oh no, perchè tra di loro ci sono anche gli uomini onesti. Il metodo è infatti applicabile sia a chi intimamente si sente maschio alfa (=desidera avere numerose relazioni contemporaneamente) sia a chi si sente maschio beta (=punta a una relazione d'amore duratura).

I rifiuti non devono essere interpretati come fallimenti ma come opportunità di riflessione e miglioramento in vista della prossima conquista. Perchè la base statistica conta: più si allarga l'universo (=il numero di donne cui ti accosti), più aumenta la quota degli approcci ben riusciti. Insomma, i PUA non devono mettere le loro uova in un solo paniere ma massimizzare il target: in sostanza, finchè non acquisiscono fiducia in se stessi, i Pick Up Artists non possono proprio incaponirsi e giammai fare gli schizzinosi. Sarà solo quando avranno le spalle solide che potranno intestardirsi su un bersaglio difficile. C'è in tutto questo un principio intelligente: se dalle relazioni interpersonali non riesci ad avere quel feedback che desideri, sfruttale almeno per costruire e rinforzare il tuo ego in vista del tuo prossimo successo. Tu donna ridi di me e mi rifiuti perchè sono palesemente uno sfigato cosmico, ma tra un po' ti mangerai le mani per avermi rimbalzato, stolta che non sei altro. Praticamente il tutto si basa sull'anticipazione del piacere derivante dalla rivalsa.

Per diventare Pick Up Artists, ci sono diversi strumenti: i libri, le collane di DVD, i corsi in aula, i bootcamp, il coaching individuale. Come tutte le scienze che si rispettino, anche questa ha i suoi miti viventi: pare ci sia un certo Neil Strauss che sta alla seduzione come Stephen Hawking sta all'astrofisica. Prima di googlarlo, ero così eccitata che mi son fatta un bicchierone d'acqua con due goccine di valeriana. Sarà un incantatore di passere un grande seduttore! Un figo imperiale! Un viluppo di charme, fascino e carisma!

Niente, mi son fatta coraggio e l'ho cercato online. Eccolo qui.

L'orecchino. Io non dico altro.


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