Pier Paolo Pasolini “Me ne vado, ti lascio nella sera”

Da Lielarousse

Roma 19 ottobre 2013

Me ne vado, ti lascio nella sera

che, benché triste, così dolce scende

per noi viventi, con la luce cerea

che al quartiere in penombra si rapprende.

E lo sommuove. Lo fa più grande, vuoto,

intorno, e, più lontano, lo riaccende

di una vita smaniosa che del roco

rotolio dei tram, dei gridi umani,

dialettali, fa un concerto fioco

e assoluto. E senti come in quei lontani

esseri che, in vita, gridano, ridono,

in quei loro veicoli, in quei grami

caseggiati dove si consuma l’infido

ed espansivo dono dell’esistenza -

quella vita non è che un brivido;

corporea, collettiva presenza;

senti il mancare di ogni religione

vera; non vita, ma sopravvivenza

- forse più lieta della vita – come

d’un popolo di animali, nel cui arcano

orgasmo non ci sia altra passione

che per l’operare quotidiano:

umile fervore cui dà un senso di festa

l’umile corruzione…

da Le ceneri di Gramsci

Buona lettura

A domani

LL


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