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Piercamillo davigo

Creato il 07 marzo 2011 da Speradisole

Un grande che vedrei benissimo ministro della Giustizia.

Ha il coraggio di dire che la giustizia è lenta a causa degli avvocati che hanno tutto l’interesse a tirare avanti i processi per guadagnarci di più. Chi lo va dire al premier convinto che la giustizia non funzioni a causa dei magistrati, tutti comunisti se non decidono secondo i suoi desideri?

Vale la pena di ascoltare:

PIERCAMILLO DAVIGO

Piercamillo Davigo
È magistrato dal 78, prima Giudice a Vigevano, poi Sostituto Procuratore a Milano dove si è occupato prevalentemente di reati finanziari, societari e contro la Pubblica Amministrazione.
In questo contesto ha fatto parte, nei primi anni ’90, del pool Mani Pulite, insieme ai colleghi Di Pietro, D’Ambrosio, Borrelli, Boccassini, Colombo e Spataro. E’ stato eletto nel parlamentino dell’Anm, nella corrente di “Magistratura Indipendente”.
Successivamente è divenuto Consigliere della Corte d’Appello di Milano. Ora ricopre il ruolo di Giudice alla Corte Suprema di Cassazione.
Ha scritto vari libri, di taglio prevalentemente scientifico. Fra i testi di divulgazione, si ricordano in particolare “La Giubba del Re – Intervista sulla corruzione” e “La corruzione in Italia – Percezione sociale e controllo penale”

Ha detto:
- All’estero ci vuole coraggio per commettere un reato, in Italia ci vuole coraggio per rimanere onesti.

- In Italia delinquere conviene.

- Invidio i professori universitari: sono pagati per fare domande a gente che non sa niente e che fa di tutto pur di dire qualcosa, mentre io interrogo persone che sanno tutto e fanno il possibile per non dire neanche una parola.

- Lo stato occidentale moderno si fonda sul principio della divisione dei poteri. La divisione dei poteri ha senso, se i dissensi tra i poteri sono fisiologici, perché se andassero sempre d’accordo non ci sarebbe bisogno della divisione dei poteri. Un pochettino come i diritti di libertà. I diritti di libertà sono stati conferiti per poter parlar male di chi ha il potere, perché per parlar bene c’erano già i cortigiani.

- Ma come mai il passante ferroviario di Milano costa il doppio di quello di Zurigo e dopo vent’anni non è ancora finito? E come mai dopo gli arresti i successivi appalti sono stati assegnati con un ribasso su base d’asta del 40% rispetto a prima? Dicevano che costava di più perché c’era la falda freatica alta… Si vede che gli arresti fanno abbassare la falda freatica!

- Quando circolano meno soldi nelle tasche, i cittadini s’indignano più facilmente.

- Il problema non è tanto che ci sono 200.000 avvocati, è che aumentano di 15.000 l’anno. E siccome fanno gli avvocati per 40 anni, di media, 15.0000 per 40 fa 600.000 avvocati. Io non credo che il PIL di questo paese possa sopportare 600.000 avvocati, ma non m’illudo che una classe dirigente che non è venuta a capo della debole lobby dei tassisti possa venir a capo della ben più potente lobby degli avvocati.

- Le regole non sono limiti, sono il rovescio dei diritti, non ci possono essere diritti senza regole. La legalità è importante, essa è il potere di chi non ha potere, è la condizione per cui chi non è ricco o non è potente, dice allo stato: Difendimi! I diritti, non sono istituti dalla Carta Costituzionale ma riconosciuti perché preesistono, sono intrinsecamente legati alla nozione stessa di uomo».

Non abbiate paura dei cambiamenti. Non arroccatevi nei localismi o nel privato: «Le barriere non hanno mai salvato nessuno, dobbiamo imparare a vivere, a competere e questo con l’uso della ragione. E’ la razionalità che ci permette di sconfiggere chi nella società odierna si dedica solo all’insulto.

Già nel 93, alla Bocconi, accusava le forze di polizia di costare troppo e di rendere poco.
Diceva che tangentopoli era figlia dell’ impunità e del perdonismo ma anche dell’ inefficienza della polizia. Lamentava, già allora, una “progressiva diminuzione di efficienza delle forze di polizia, nonostante la crescita dei loro costi e quella numerica dei componenti: gli organici delle forze di polizia superano di gran lunga quelli delle forze armate, ma il livello della sicurezza pubblica e dei reati accertati resta al di sotto di quanto accettabile a fronte di un simile impiego di risorse”.
C’è una gravissima inefficienza degli apparati di controllo, prevenzione e repressione in cui Tangentopoli ha trovato il suo habitat ideale
La drastica riduzione della qualità di pubblico ufficiale o incaricato di pubblico servizio ha creato vaste sfere di impunità in soggetti che di fatto appartengono al settore pubblico (e quindi si sottraggono ai rischi del mercato e delle sanzioni fallimentari) ma che, a cagione della veste formale ricoperta, non possono essere perseguiti per condotte altrimenti gravemente illecite e produttive di enormi danni per la collettività “. Troppe leggi, per di piu’ applicate male, indulgenza e perdonismo, sommati a controlli e polizia inefficienti completano, secondo il magistrato, un quadro clinico che reclama urgenti rimedi. Senza gli opportuni accorgimenti legislativi e giudiziari, si perpetueranno “singolari giochi di prestigio”, avverte il pm. Come quelli sui fondi neri: “In sede penale talora si giustificano cespiti confessandosi evasori fiscali mentre in sede tributaria si allega che si tratta di redditi che non dovevano essere dichiarati in quanto compendio di reato o comunque sospettati di essere tali”.

(Tratto da Masadaweb)



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