Uno spazio che rischia di essere già occupato da Grillo. "Il suo è un voto gonfiato dalla protesta ma non c'è solo protesta in quel partito. C'è anche una domanda di stili nuovi di partecipazione, di sobrietà della politica, di cura dei problemi del territorio. Alle provocazione di Grillo rispondo con durezza. Ma il mio atteggiamento verso il movimento 5 stelle è di attenzione. Non abbiamo guerra da fare con loro. Ci sono domande che lì non possono trovare risposta di governo". A Monti ha detto che non si vede niente di positivo da mesi. È una minaccia? "Abbiamo scarpinato per l'Italia e c'è una situazione acutissima di sofferenza. Al governo ribadisco lealtà, ho una sola parola. Ma dico: attenzione. Il voto dimostra che nel Paese ci siamo dappertutto. Allora ascoltateci". Cosa avete da dire? "Con la vittoria di Hollande Monti ha ora lo spazio e l'autorevolezza per aprire nuovi tavoli di confronto in Europa. Ma i tempi della crescita non sono compatibili con la situazione italiana. Monti deve insistere sulla mini golden rule per sbloccare investimenti. E occorre affrontare subito il tema dei pagamenti alle imprese per far arrivare un bel po' di miliardi di liquidità nel giro di poche settimane. Infine va risolta l'ingiustizia intollerabile degli esodati". Monti però ha appena confermato la linea del rigore. "Mica diciamo di far saltare i conti. Se c'è da trovare qualche soldo, troviamolo". Si può pensare a un rinvio del pareggio di bilancio? "Se ci danno la golden rule, probabilmente non ce ne sarà bisogno. Ma vedo che la Spagna si prepara a ricontrattare quell'obiettivo. Facciamolo anche noi se serve". Il voto anticipato non vi tenta? "Anche per strada qualcuno mi chiede: perché non vuoi andare a votare ad ottobre? Rispondo così: siamo ancora in una situazione delicatissima, abbiamo la possibilità di giocarci una partita in Europa e di correggere un po' le nostre politiche interne per metterci in una zona di ulteriore sicurezza".
Tanto ci penserà il Pdl a staccare la spina. "Non entro nel campo avverso. Ma non possono scaricare sull'Italia i loro problemi. E non possono pensare di andare avanti tendendo imboscate al governo". Casini vi avverte: non verremo mai con la foto di Vasto. Con chi lo fate lo schieramento più largo?
"Non inseguo le dichiarazioni quotidiane. Mi affido ai processi di fondo. Quando la dialettica sarà tra un polo democratico e uno che dà risposte regressive ognuno si assumerà le sue responsabilità. Il Pd vuole allargare ma sa di dover essere il baricentro di una proposta alternativa. Anche rinunciando a qualcosa di suo". Lasciando la candidatura alla premiership a un moderato? "No. Il dato che si ricava da queste elezioni è che tocca al Pd. Saremo noi a proporre un nome. Non per metterci al comando ma per rendere un servizio e guidare questa fase. Il guidatore lo dobbiamo scegliere noi". A Palermo il centrosinistra rischia di frantumarsi a meno che voi non scegliate Orlando
"Il candidato è Ferrandelli. Se decidi di fare le primarie le rispetti. Ma aggiungo che si è esaurita la fase politica di Lombardo in regione. Il gruppo dirigente siciliano del Pd deve lavorare per avere al più presto le elezioni". Il punto dirimente alla fine è sempre quello dell'affidabilità di un centrosinistra con Sel e Idv. È in grado di governare? "Il voto locale ci dice che non c'è un centrosinistra autosufficiente. La solidità e la credibilità di governo nascono da un centrosinistra affidabile e da un patto di legislatura più ampio. Teniamo fermo questo punto e ci si convincerà che non esiste una strada diversa, non ci sono altre risposte".