Non molto tempo fa, il bambino del deserto che sono stato,oggi uomo che vive nel cuore delle Cevenne, al termine di una giornata infuocata, stendeva la schiena sulla terrazza a cielo aperto e, con il corpo così abbandonato, poteva contemplare una volta celeste disseminata di pepite d'oro, con una luna gioviale, modesta ma sovrana che vegliava sul riposo di tutti i bambini che si affidavano a lei.
Immerso in un sonno tranquillo, il bambino innocente, proprio quel bambino, si ricongiungeva, senza saperlo, a tutti gli scrutatori del cielo, poeti mistici o semplici di spirito, a coloro che , astronomi dopo aver a lungo osservato , hanno potuto stabilire le configurazioni e le cadenze astronomiche , inventato il tempo con i loro calendari, ma anche astrologi per i quali il destino dell'umanità era determinato dagli astri e dai disastri.
Nutrito di una mitologia elementare, il bambino silenzioso credeva con tutto se stesso alle divinità tutelari che si contrapponevano agli angeli malefici.Queste due entità si dedicavano a battaglie titaniche , usavano le stelle cadenti come proiettili con i quali fendevano il firmamento come fossero giavellotti di fuoco. Nelle gesta dei principati celesti e invisibili, agli esseri umani - posta in gioco di quei combattimenti incessanti - non restavano che la preghiera e gli incantesimi indirizzati all'onnipotenza divina per scongiurare un esito che sarebbe stato loro fatale.
Osservato da una terra a lungo considerata piatta, il cielo fu il vasto campo in cui la mitologia, la scienza, la poesia, la mistica erano pressocché indivisibili. Così tutti gli esseri illustri che hanno sovvertito la storia dell'umanità (Budda, Gesù, Maometto e gli altri) e gli innumerevoli anonimi che in ogni epoca hanno costituito il fiume umano hanno fin dalle origini contemplato gli stessi cieli che contempliamo noi.La durata di ciascuno di noi assume allora un carattere davvero effimero.(pag.78-79)
A partire da Galileo e attualmente la conoscenza oggettiva ci ha liberato però dall' oscurantismo e da un immaginario sbrigliato, incompatibile con la dea Ragione,appollaiata sul suo trono d'acciaio.La scienza si é data come missione di braccare e attaccare ogni eventuale superstizione, in una caccia alle streghe scatenata in nome della razionalità.
Ahimé , la luna tanto amata dal bambino,anche dal bambino del sud dell'Algeria, non é che polvere e rocce, gli hanno crudelmente insegnato gli scienziati...
Apprendiamo così che l'intellegibile deriva da una deflagrazione iniziale, seguita da un lungo periodo in cui tutto era soltanto caos, prima di diventare un ordine funzionante con il rigore di un orologio, un"meccanismo celeste".
Eppure, forse, bisognerà riabilitare l'incanto perduto, se vogliamo sfuggire all'incarcerazione dello spirito e dell'immaginario, poiché le galassie popolate da un numero infinito di astri sono in realtà una coreografia. Nell'universo tutto é coreografia ma noi continuiamo ad ignorare chi sia il capocoreografo. (pag. 79-80)
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)