Un serio discorso sull'inculturazione in Africa dei valori del Vangelo è cosa estremamente complessa.
E non è difficile immaginarne il perché in quanto le diverse religioni tradizionali, a seconda delle molteplici etnìe che le esprimono, non scompaiono mai definitivamente dal cuore e dalla mente dell'africano, che le ha succhiate con il latte materno fin dai primi istanti di vita.
Campasse, quest'uomo o questa donna, cent'anni.
E magari anche lontano dalla sua terra.
Premesso questo, ecco in merito il pensiero di un teologo tanzaniano ,piuttosto "scomodo" per l'ufficialità della Chiesa di Roma, padre Laurenti Magesa, che attualmente vive nel Tanzania settentrionale, in un piccolo villaggio privo di ogni "diavoleria" dei nostri tempi, quali potrebbero essere un cellulare, un fax o un computer.
E tuttavia padre Laurent, che è stato docente anni addietro all'Università cattolica dell'Africa Orientale di Nairobi (CUEA), riesce comunque a farci pervenire, nonostante gli innegabili disagi logistici e di comunicazione, quelle che sono le sue modeste(come egli dice) ma preziose riflessioni.
Per chi volesse poi, l'ultimo numero di Nigrizia (genn-2012) propone proprio del nostro un ricco ed esauriente articolo dal titolo "E' tempo di sporcarsi le mani", dove il teologo invita la Chiesa africana, in particolare, ad impegnarsi in tutto il Continente affinchè giustizia e pace trionfino e con esse abbiano fine le prepotenze dei potenti, le soverchierie, le lotte di potere, la corruzione.
E nell'articolo padre Laurent parte con il suo dire dall'esortazione post-sinodale "Africae munus", resa pubblica da Benedetto XVI nella sua visita in Africa, in Benin , nel novembre scorso.
In sostanza il nostro teologo dice alcune cose ben chiare.
Occorre rispetto da parte degli stessi africani per quelle che sono le loro tradizioni culturali. Solo così ci potrà essere un vero incontro tra Vangelo e culture africane. E quindi autentica inculturazione del cristianesimo in terra d'Africa.
Vivere la fede per Magesa significa misurarsi giornalmente con la quotidianità difficile della gente comune e uscire dalle sacrestie. Questo è il compito delle parrocchie africane, piccole o grandi che esse siano.
Meno parole da parte dei preti e dei laici , che si dicono impegnati a cambiare le cose, per essere una effettiva credibile testimonianza . Più fatti concreti , insomma .
Meno lussi o comodità e, invece, magari più duro lavoro.
La politica sopratutto in Africa è una cosa terribilmente seria, visto le dittatute presenti in molti Paesi del continente.
Ecco allora che il Vangelo- ci ricorda padre Magesa- deve permeare la politica.
Non è quello che potrebbe apparire e cioé invadenza.
Semmai un dovere di tutti. Dai vescovi all'ultimo fedele di Cristo che tale si professa.
Carità, in breve. Anche questa è carità. Molto più del pezzo di pane donato.
Se i profeti dell'Antico testamento- precisa ancora padre Laurent- si confrontarono con re e tiranni, nulla impedisce ai nostri giorni, osando con coraggio, di smascherare pubblicamente chi, governando, vessa il suo popolo e pratica l'ingiustizia.
Uguale dignità dell'uomo e della donna ,inoltre, va perseguita sopratutto attraverso l'istruzione. E qui il nostro sottolinea con forza l'importanza della nascita delle università cattoliche in Africa.
Ultima in Tanzania é quella di Iringa,progettata e voluta dai Missionari della Consolata di Torino, per creare una futura classe dirigente nel Paese, capace di declinare insieme valori evangelici , quotidianità fattuale e sviluppo democratico del contesto.
Concludendo, una chiesa africana autentica (e non malata di eurocentrismo o scimmiottante Roma) è possibile solo se tradizioni culturali locali, Vangelo ed innovazioni al passo con i tempi si uniranno in una sintesi convinta e dinamica.
Allora lo "sporcarsi le mani" avrà dato, potrà dare e darà sul serio i frutti sperati.
Per l'Africa e per i suoi figli.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)
"Il granello di senape, quando viene seminato, è il più piccolo di tutti i semi che sono nel terreno. Ma quando cresce diventa più grande di tutte le piante dell'orto e fa rami grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra."(Mc4,26-32)