da qui
Da quando il Movimento aveva sequestrato le chiese e le sedi istituzionali, la situazione era tornata a essere quella dei primi anni, quando le comunità si riunivano clandestinamente nelle case, diramando la notizia che si sarebbe celebrata l’eucaristia alla tal’ora e nel tal luogo. Il papa trasmetteva messaggi tramite internet ma, con la rete controllata, bisognava ricorrere a stratagemmi sempre nuovi. Capernaum era l’ultimo nome con cui si faceva riconoscere, in ricordo della città dove Gesù, ospitato da Pietro, aveva soggiornato. Gli annunci erano sempre gli stessi: resistete, la preghiera aprirà spiragli nuovi, riusciremo a garantire la parola e il pane in ogni centro abitato. A volte si coglieva una stanchezza comprensibile in un uomo braccato quotidianamente: veniva voglia di fargli una carezza, di dirgli: su, coraggio, siamo con te, per noi la morte è una tassa da pagare all’oppressore, ma non ci faremo distogliere dall’obiettivo. Subito dopo si affacciava la domanda: qual è l’obiettivo? Riemergeva il ricordo di una vita libera, una fraternità senza frontiere, e l’immagine del regno promesso tornava a sovrapporsi alle ronde, alle catene, alle corde oscillanti negli angoli delle piazze e delle vie.