si chiede
- come intenda il Ministro Brunetta porre rimedio al paradosso di una riforma progettata sul principio cardine della valutazione e tuttavia bloccata nei suoi possibili effetti a seguito delle misure riguardanti il personale delle pubbliche amministrazioni contenute nel decreto-legge n. 78/2010;
- se il Ministro non intenda intervenire sulla disciplina del decreto legislativo n. 150/2009 per promuovere migliori forme di valutazione delle strutture amministrative o di unità organizzative complesse di singole amministrazioni, basate sulla misurazione della rispettiva performance, in modo da superare, per queste ultime, il vincolo rigido nell’attribuzione delle valutazioni individuali (il 25-50-25);
- se non intenda il Governo sostituire la logica dei tagli lineari alle amministrazioni con un più maturo sistema basato sulla misurazione della performance delle amministrazioni, per evitare di ridurre gli stanziamenti a quelle più efficienti, alla stregua di quanto si propone nel disegno di federalismo fiscale nei confronti delle amministrazioni territoriali, e che tuttavia non si è ancora applicato in quelle centrali;
- per quali ragioni la Presidenza del Consiglio dei ministri e recentemente anche il ministero dell’Economia e delle Finanze non debbano sottoporsi al medesimo regime di trasparenza e valutazione delle altre amministrazioni centrali;
- se il ministro non ritenga che la suddetta esclusione leda gravemente la credibilità del sistema e incentivi altre amministrazioni a sottrarsi dal modello di valutazione proposto, con il paradosso che mentre la normativa previgente (il d.lgs 286/1999) si applicava indistintamente a ciascuna amministrazione, la più recente riforma si ferma davanti alle amministrazioni più rilevanti;
- come intenda il ministro assicurare che non si ripetano le gravi disfunzioni denunciate nella lettera del professor Pietro Micheli.