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Pillole da Torino 31 – 27 novembre

Creato il 28 novembre 2013 da Drkino

Il Diario di Mattia Gariglio da Torino 31 in pillole

PELO MALO (In concorso)

PELO MALO
Junior, nove anni, ossessionato dalla chioma ribelle, lotta ogni giorno con la brusca madre, giovane donna indurita dalla solitudine, nel tentativo di trovare una propria identità. Pelo Malo ci racconta una Caracas periferica, scalcinata, fatta di enormi palazzoni anonimi. Una realtà che solo la fantasia dei bambini riesce a rendere meno dura. Una realtà dove la povertà t’impone di essere “normale”. Quando vivi ai margini della società, in questo limbo fatto di poche certezze, non c’è spazio per le stranezze, ed è ciò che la mamma di Junior, vedova e disoccupata, quotidianamente impegnata nella lotta per la sopravvivenza, non perdona al figlio. Le stranezze del figlio, reso insicuro da un corpo che non riesce ad accettare, rivelano la vera natura della madre, incapace di amare un figlio che è il prodotto della periferia moderna. In Pelo Malo la regista, Mariana Rondòn, mette in dubbio l’amore materno, ponendo l’accento su come le emozioni non siano un dovere. Tecnicamente confezionato bene, girato in HD (la fotografia sposa appieno la trama, aiutandola a non arenarsi) Pelo Malo è un lungometraggio tipicamente festivaliero. Molto minimalista, forse troppo, rischia, a furia di asciugare, di raccontare nulla, sfiorando l’immobilità narrativa e di conseguenza l’anonimato.

KARAOKE GIRL (In concorso)

karaoke girl
Sa, ventitreenne venuta dalla campagna, lavora come escort in un locale di karaoke per mantenersi e aiutare la poverissima famiglia rimasta al villaggio. Karaoke Girl mischia il documentario alla finzione nel tentativo di donarci un ritratto realistico di una delle tante ragazze che animano le notti tailandesi. Bisogna però impegnarsi molto per comprendere che cha Sa è una escort. La morigeratezza di Visra Vachit Vadakan, regista tailandese all’esordio nel lungometraggio, la porta a mostrare così poco che lascia tutto all’intuito dello spettatore. Simile al venezuelano Pelo Malo, suo avversario nel concorso internazionale, almeno nell’intenzione di raccontare con poco un intero mondo, non riesce a essere altrettanto efficace, essendo per lunghi tratti noioso e inconcludente. Difficile affezionarsi alla protagonista la cui figura è appena accennata e nebulosa. Karaoke Girl mischia il super16 mm al digitale ottenendo un miscuglio rumoroso e al quanto fastidioso. Settantasette, lunghissimi, minuti nei quali succede davvero poco, ma non sarebbe un problema se evitasse di fermarsi all’incipit e provasse a sviscerare il problema.

Mattia Gariglio

(7)


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