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Pillole da Torino 31 – Le considerazioni finali

Creato il 02 dicembre 2013 da Drkino

A Torino si è chiusa la trentunesima edizione della kermesse torinese, la più pop da quando è nata…

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Torino 31 si chiude con dubbio: chi sarà a dirigere l’edizione 2014? Paolo Virzì, direttore multitasking, interrogato ieri, durante la cerimonia di chiusura, sul suo futuro, ha preso tempo. Sua la decisione, nonostante un contratto biennale, di prendersi una settimana per pensarci. Rimane però una certezza: questo festival è stato un successo, almeno nei numeri. 34% d’incassi in più rispetto al 2012 e presenze che superano di gran lunga le centomila.

E' stata l’edizione di Virzì. Il regista toscano ha messo in piedi un buon programma, costruendo un festival che ha funzionato, riuscendo anche a tenere a bada le contestazioni che da qualche anno a questa parte sono diventate la normalità qui al TFF. La svolta pop che il direttore ha impresso, aprendo alla commedia, quest’anno anche in concorso, alla televisione, con proiezioni di serie tv, e a vecchi classici della new Hollywood, è stata ciò che ha permesso al festival di crescere in presenze. I temi seri, com’era giusto che fosse, c’erano eccome, crisi in testa. Quest’anno, però, si è deciso d privilegiare quei lungometraggi in grado di affrontare determinati temi con uno sguardo ironico. La bravura di Virzì è stata quella di donare appeal ad un festival povero, impossibilitato a puntare sul glamour, spingendo il pubblico ad intervenire numeroso, senza però snaturalo. Le star del festival, quest’anno come quelli passati, sono state i film. Il Torino Film Festival, nato Festival giovani, ha da sempre lo sguardo rivolto agli autori giovani e agli esordienti. Così fu in passato, così è stato anche quest’anno.

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Come spesso è accaduto nelle edizioni precedenti, i film in concorso non sono però risultati tra i migliori proiettati in sala. Diversi i film fuori concorso che avrebbero potuto dare filo a torcere ai premiati. Forse la vicinanza con altri festival, Roma in primis, rende ardua la scelta. D’altronde i film ogni anno son quelli, e tocca dividerseli tra Venezia, Roma e Torino. Inutile dire quale sia la prima scelta delle produzioni.

Se Club Sandwich ha stupito con la sua vittoria, giustificata forse dalla nazionalità condivisa dal regista, Fernando Eimbcke, e dal presidente di giuria, Arriaga, entrambi messicani, la vittoria di Pif con il suo La mafia uccide solo d’estate (premio del pubblico) è la realizzazione di un pronostico scontato.

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Difficile sapere quanti film, proiettati in occasione della rassegna, riusciranno a vedere il buio delle sale nostrane. Virzì alla fine è riuscito a vincere e convincere, stupendo anche gli scettici. Non rimane dunque che darsi, e dargli, appuntamento al TFF  numero 32, forse.

Mattia Gariglio

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