Fëdor Dostoevskij scriveva che nemmeno il diavolo sapeva cosa fosse una donna.
Hannah Cowley definiva il genere femminile come soltanto uno dei gradevoli abbagli della Natura.
Guido Gozzano compose un verso in cui descriveva la donna come “un mistero senza fine bello”.
Beh, noi di Parole Pelate non siamo sicuramente così poetici (o ruffiani, se volete) ma abbiamo deciso di unire le nostre forze per creare una nuova rubrica, tutta al femminile.
Nata come articolo speciale per quest’oggi, Giornata internazionale della donna, “Pink Is The New Black” infatti sarà un modo di celebrare i personaggi femminili che più amiamo e che teniamo a prendere ad esempio.
Per questa ragione, questo primo numero sarà corale e io (theserieskiller), ileniathebookworm, pierapi8 vi proporremo la presentazione di tre donne che, seppur fictional, hanno saputo mantenere alta la bandiera del girl power.
PEGGY CARTER (Marvel’s Agent Carter) – pierapi8
- Ho trovato decenni di ricerche incomplete, però ho trovato il rapporto originale dello 0-8-4 firmato dall’agente Carter in persona.
- C’è nulla sul Teschio Rosso?
- Hai sentito cos’ho detto? Peggy Carter, la fondatrice, guarda caso inglese, l’ha tenuto in mano.
Ai giorni nostri, ci sono individui come Jemma Simmons (Agents of S.H.I.E.L.D.) che si esaltano per il solo fatto di avere tra le mani un documento compilato dall’agente Carter in persona. Negli anni ’40 del novecento, però, non si può dire che Peggy ricevesse lo stesso riguardo in ambito lavorativo. Agente incredibilmente capace sia sul campo sia per quanto riguarda la decrittazione di codici, viene trattata dai suoi colleghi maschi come una semplice segretaria.
Addestrata con abilità nell’arte del portare il caffè. Gli uomini che chiama colleghi non la rispettano. Non si accorgono neanche che è lì. Si aspetta davvero che cambieranno idea?
Quello che però colpisce di Peggy è l’eleganza con cui affronta, ogni giorno, il venire sminuita. Non la rispettano solo perché donna (motivo incredibilmente risibile e ancora tristemente attuale), ma non è una buona ragione per piangersi addosso. Peggy continua a fare quello che ha sempre fatto, dimostrare il proprio valore, credendo in se stessa, checché ne dicano i suoi “pari”. Tant’è vero che alla domanda di Jarvis risponde “mi aspetto di riuscire a fargli cambiare idea”.
Perché sì, secondo me c’è eleganza in questo atteggiamento. Cosa c’è di più raffinato che salvare il mondo dimostrando a tutti che sbagliavano a sottovalutarla? E questo senza senza mai sbraitare, piagnucolare, pestare i piedi. Perché per Peggy, ho notato io da spettatrice, contano i fatti, non le parole. Solo una volta l’abbiamo sentita riferirsi direttamente al modo in cui gli altri la trattano, e solo perché in quella circostanza era inevitabile che lo dicesse.
- E io dovrei credere che tu abbia portato avanti un’indagine senza che noi ce ne accorgessimo?
- Perché mettersi in tutti questi guai, invece che parlare con noi?
- Ho condotto le mie indagini perché nessuno mi ascolta. E l’ho fatta franca perché nessuno mi guarda. Perché, a meno che non vi porti un fascicolo, un caffè o il pranzo… sono invisibile.
E sì, Peggy salverà pure il mondo, ma purtroppo vive in una cultura immersa nel maschilismo, ed è quasi (tristemente) logico che siano poi gli uomini a prendersi – meschinamente e sfacciatamente – i meriti che in realtà spettano a lei. E forse, questo è solo un altro modo per Peggy di dimostrare la sua superiorità morale.
Non mi serve l’onorificenza del Congresso o l’approvazione di Thompson e del Presidente. So quanto valgo. L’opinione degli altri non mi importa.
Fortunatamente, i suoi colleghi dell’SSR, pur rappresentando una fetta consistente del pensiero dell’epoca, non ne rappresentavano la totalità. Lo stesso Capitan America nutriva profondo rispetto per Peggy, così come gli Howling Commandos e Edwin Jarvis.
Senza dimenticare poi Howard Stark, che la rispettava al punto da proporle di fondare e dirigere lo S.H.I.E.L.D. (a questo proposito vi consiglio di vedere il cortometraggio Marvel One Shot: Agent Carter). E così il cerchio si chiude, con Jemma Simmons, agente proprio dello S.H.I.E.L.D., che “fangirla” sul rapporto dello 0-8-4 firmato dall’agente Carter in persona.
CRISTINA YANG (Grey’s Anatomy) – theserieskiller
Meredith: Remember when the chief said only two of us would make it?
Alex – Meredith: I thought it would be me and Cristina.
Quando ho deciso di unirmi alle mie colleghe per scrivere quest’articolo, non ho avuto alcun dubbio: avrei parlato di Cristina Yang.
Seppur il nome della serie indichi chiaramente che la protagonista sia Meredith Grey, Cristina è sempre stato quel Personaggio con la P maiuscola che ti fa emozionare e che riempie la scena col suo alone di perfezione.
E come non potrebbe essere altrimenti?
Il suo è un personaggio a tutto tondo, sfaccettato, pieno di difetti ma soprattutto di pregi.
Nel corso delle dieci stagioni di cui lei ha fatto parte, Cristina Yang ci ha mostrato ogni suo lato di sè.
L’abbiamo vista spaventata, felice, triste, nervosa, saccente, ironica, arrabbiata e potrei continuare all’infinito ma il punto focale rimane che questo personaggio ci ha mostrato com’è una vera donna.
Una donna che non si lascia definire dalla famiglia o dal lavoro.
Una donna che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno.
Una donna che sa quant’è forte.
Una donna che ha imparato a maturare, a lasciarsi andare, a diventare una persona migliore.
Cristina ha saputo rivoluzionare la concezione della donna di forte, temeraria e caparbia, dimostrando che anche le donne possono avere le palle o essere competitive e tenaci.
Sandra Oh è riuscita a convincere pubblico e critica interpretando questo personaggio ed è soprattutto grazie a lei se Cristina Yang rimarrà una delle figure televisive che più hanno accelerato il progresso del ruolo della donna nel mondo fictional.
BUFFY SUMMERS (Buffy the Vampire Slayer) – ileniathebookworm
L’ammazzavampiri ideata da Joss Whedon rappresenta forse l’incarnazione più letterale del girl power, a partire dall’idea di base: la biondina da film horror, che scappa gridando per poi finire ammazzata, reagisce, uccide il mostro e diventa l’eroina della storia. Un’idea non molto mainstream negli anni ’90, tanto che tutte le successive protagoniste femminili forti di teen drama hanno un debito di riconoscenza nei confronti di Buffy Summers. Chi non ha imparato a amare la ragazzina di cui i mostri hanno paura? L’adolescente che tiene sulle sue esili spalle il destino dell’umanità? Con un carattere ovviamente poco mansueto, una forte tendenza all’ironia e al sarcasmo e l’incrollabile determinazione a fare di testa propria, Buffy è un personaggio reale, positivo ma non idealizzato, con le sue debolezze e la sua forza e anche con i lati oscuri del proprio carattere, quei demoni che si trovano in ognuno di noi.
Mescolando horror e humor, citazioni pop a raffica e metafore con diversi livelli di lettura, lo show mette al centro una ragazza alle prese con la crescita, l’inferno del liceo, amici e amori, rapporti familiari e spesso anche temi sociali. Nell’arco di sette stagioni, vediamo la nostra protagonista combattere contro i vampiri e contro la tentazione di abusare dei propri poteri, contro i demoni e contro la malattia della madre, contro il Primo Male e contro debiti e bollette, sempre senza arrendersi e accettare passivamente il proprio destino, senza sottomettersi al controllo e ai comandi degli Osservatori, acquisendo la consapevolezza del proprio potere e del fatto di essere l’unica a dover decidere come usarlo, di dover rispondere prima di tutto alla propria coscienza. Fino alla decisione finale di condividere quel potere (e non dico altro per non spoilerare). Buffy ha segnato la mia adolescenza, scacciando via le donzelle in difficoltà dei cartoni animati visti da bambina per sempre, e crescere non sarebbe stato lo stesso senza di lei.
E col punto di vista di Ylenia, chiudiamo questo primo “Pink Is The New Black”, un esperimento che speriamo possa piacervi e che possa essere un piacevole passatempo in questa fantastica giornata dedicata alle donne.
In più, vi annunciamo anche che abbiamo deciso di espandere questa rubrica e che quindi presto avrete la chance di leggere anche la nostra opinione sui grandi personaggi che hanno fatto la storia della letteratura italiana e non.