Pino Colizzi, Per voce sola Appunti di scena di un professionista outsider provocati, raccolti e trascritti da Laura De Luca, Le Mani Edizioni
Pino Colizzi, Per voce sola Appunti di scena di un professionista outsider provocati, raccolti e trascritti da Laura De Luca, Le Mani Edizioni - PAOLO LAGAZZI, recensione per Milano Arte Expo - Fra le tante interviste che, per motivi più o meno professionali (a volte per una pura e semplice curiosità da voyeur) ho letto negli anni, quella realizzata da Laura De Luca ponendo una fitta serie di domande a Pino Colizzi (“Per voce sola”) è senza dubbio uno dei contrappunti verbali più ricchi d’intelligenza, pathos, colore, humour e umanità in cui mi sia capitato d’imbattermi. La qualità mercuriale di questo dialogo affonda nel carattere e nelle esperienze affatto particolari dei due dialoganti: Laura De Luca, non solo regista tra le più fini, oggi, in Italia di programmi radiofonici “fuori dal coro”, ma anche scrittrice e disegnatrice di straordinario estro; Pino Colizzi, non solo mitico protagonista dell’arte del doppiaggio cinematografico (ha prestato la sua voce, fra gli altri, a Gary Cooper, David Niven, Alain Delon, Michael Caine, Robert De Niro, Jack Nicholson, Clint Eastwood, Richard Gere, Harrison Ford – vedi LINK) ma anzitutto celebre attore di teatro, tv e cinema, sapiente traduttore di testi di Hebbel e Shakespeare, e inoltre, da giovane, aviatore nell’aeronautica militare e, per finire, meccanico dilettante e scultore per passione di oggetti in legno… >
Benché nata, senza dubbio, da una lunga confidenza reciproca, l’intervista non dà nulla per scontato: qualsiasi terreno esplori, Laura De Luca si guarda bene dallo spianare la strada al protagonista del dialogo. Le sue domande sulle analogie e differenze tra il lavoro dell’attore e quello del traduttore, ovvero su ciò che comporta interpretare un testo dandogli voce e corpo, o riscrivendolo in un’altra lingua, pungono, aprono spiragli al dubbio, provocano addirittura risposte brusche, spingono Colizzi a impennarsi in battute acrobatiche, a deviare il discorso, a rilanciarlo con le frecce del paradosso. Tutto, nel muoversi rapido delle idee, diventa simile a uno scoppiettio di scintille originali, fantastiche e illuminanti.
Da un lato l’arte teatrale e filmica di Pino Colizzi è radicata in una profonda coscienza artigiana: l’abitudine di manovrare biciclette per ripararle, o di tagliare, smussare, levigare il legno per ricavarne oggetti, gli ha insegnato la precisione, l’attenzione e il rispetto per i dettagli, la necessità di non forzare la voce, la naturalezza dei gesti. Da un altro lato, però, tutta la sua esperienza sulle tavole dei palcoscenici, nel vivo di quell’”odore” che nasce dai sipari, dai fondali o dai trucchi di scena, tutto il suo percorso negli anni “eroici” della tv in statu nascenti, così come tutte le sue battaglie in sala di doppiaggio per tradurre una voce altrui in una dizione italiana “vera”, scandita da ritmi giusti, irrorata dal respiro della vita, l’ha portato a capire che nulla più del lavoro dell’attore (o di quell’attore sui generis che è il doppiatore) sfugge a ogni teoria, a ogni presa rigida della mente, a ogni petizione di principio.
Di fronte a un altro essere umano da interpretare, l’obiettivo dell’attore non è “fare” qualcosa, non è produrre gesti imitativi, copie o calchi di comportamento, ma “essere” qualcuno, calarsi nei panni dell’altro esplorando se stesso, indagando le parti segrete della propria personalità, osservandosi nello specchio anamorfico del possibile, aprendosi all’altro sepolto nel proprio stesso volto. Tale apertura è sempre enormemente rischiosa, ed esige non meno coraggio di quello di cui devono disporre i piloti da caccia lanciati a trasfigurare la legge di gravità, ad alleggerirne l’ombra in volute rapinose tra la terra e il cielo.Comunque la si legga – per il diritto o il rovescio, fra le righe delle battute, nei nodi di ambiguità, negli istanti di frizione o pausa –, questa intervista è una serie di toccate e fughe, è un inno alle soglie, ai passaggi, agli incontri-scontri tra la densità e la leggerezza delle parole, tra la verità e le maschere di cui si ammanta ogni sfida interpretativa, tra la fedeltà necessaria di ogni attore degno di questo nome al proprio destino e la capacità di essere flessibile e “musicale”, mettendosi e rimettendosi in gioco.
A tratti le due voci dialoganti – quella curiosa, briosa e impertinente di Laura De Luca, quella calda, forte e pastosa di Pino Colizzi – ricordano, nel loro cercarsi e sfuggirsi, nel loro giocare in punta di fioretto, nei loro plastici e guizzanti cortocircuiti, gli avvitamenti dei duetti rossiniani tra una soprano e un baritono. In ogni caso, come osserva Colizzi, è “nel mutamento che vive il valore vero e costante delle cose”: come in quel grande teatro che è la vita, così nella vita del teatro (o del cinema, del doppiaggio, della scena in genere) è lo spirito ermetico della metamorfosi a imprimere il suo sigillo su tutto: sulle parole “che turbano, che tranquillizzano, che indispongono, che commuovono”; sulle parole che ci assolvono e su quelle che ci condannano; sui fatali confronti dell’umanità col dolore e sul suo bisogno di qualcosa che dia ali alla voce senza voce della morte, agli echi impietosi del tempo.
Paolo Lagazzi
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Pino COLIZZI
PER VOCE SOLA
Appunti di scena di un professionista outsider
provocati, raccolti e trascritti da
Laura De Luca
LE MANI EDITORE Genova 2013 - pag. 192, euro 16.
con la partecipazione di cinquantasette.net e ANCCI
Sito web di Laura De Luca: http://www.lauradeluca.net/joomla/index.php
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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia Paolo Lagazzi per il testo sul libro Pino Colizzi, Per voce sola Appunti di scena di un professionista outsider provocati, raccolti e trascritti da Laura De Luca, Le Mani Edizioni e la pagina / rubrica on line POETIC ART dedicata alla poesia. Leggi anche gli altri articoli di Paolo Lagazzi per il magazine: > VEDI ARTICOLI
Paolo Lagazzi, saggista e scrittore. Si è occupato di letteratura, buddhismo, magia, musica, cinema e pittura. Collabora a riviste e case editrici italiane e straniere. Ha pubblicato libri di saggistica, fiabe e racconti. Ha curato antologie di poesia giapponese e, per i “Meridiani” Mondadori, le opere di Attilio Bertolucci, Pietro Citati e Maria Luisa Spaziani.
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