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Piove.. governo ladro !!….. il lascito caillebotte.

Creato il 29 maggio 2011 da Gianpaolotorres

PIOVE.. GOVERNO LADRO !!….. IL LASCITO CAILLEBOTTE.

+Gustave Caillebotte.1875+ La pioggia a Yerres

+Il lascito Caillebotte+

Vita e opere di questo artista d’ingegno vissuto nell’ottocento,come pure dei dei suoi fratelli e familiari,li lascio in un file a parte affinchè chi lo desideri possa conoscerlo meglio.

Oggi mi và invece di parlare del suo lascito, ovvero una eredità di dipinti di sua proprietà,composti dalla mano di maestri del calibro di Camille Pissarro,19 quadri,Claude Monet,14,Pierre-Auguste Renoir ,10,Alfred Sisley ,9,Edgar Degas ,7,Paul Cezanne ,5,Edouard Manet ,4.

Totale sono 68 opere,il cui valore odierno da 20 a 30 milioni di dollari l’una,porta alla cifra di oltre 150 milioni di $ o 100 milioni di Euro mal cambiati.

Non vi sembra una bella sommetta?

Bene,Caillebotte,alla sua morte, nel 1894,decise di regalarli tutti allo Stato francese a condizione che fossero esposti nel Museo del Luxembourg,dedicato agli artisti viventi in generale,e poi al Louvre quando fossero scomparsi.

 Caillebotte riteneva necessario un periodo di una ventina d’anni prima che il pubblico si fosse assuefatto a questo gusto pittorico,e si augurava che non finissero in qualche cantina o soffitta.

Ma nessuno dei soloni governativi del momento li voleva accettare.

La pittura in voga nei musei,era classica ed accademica e li teneva lontani dal modernismo che entrava prepotentemente nell’arte con la rivoluzione del colore e pur con soggetti semplici e quotidiani.Loro erano per  la classicità e la teatralità delle opere di genere storico,mitologico, complesse ed affascinanti che non dicevano un bel nulla dei fatti della vita reale, borghese e sociale, dei cittadini francesi.

Quadretti gioviali di regate e passeggiate al sole,neve e cambi di stagione,di treni e di caffè,di marine,di personaggi da bar,diremmo oggi,contro la perfezione tecnica di un dipinto che faceva dire bravo per la misura esposta,la precisione di esecuzione, il ben definito,in breve,la quantità di metri colorati per adornare una parete ed un bel  nulla sulla qualità del prodotto.

Noi nella nostra piccola città di provincia non siamo paragonabili alla Parigi dove andavano a vivere e lavorare più o meno tutti gli artisti professionisti, che a volte tiravano a campare di stenti e di bottiglie.

E’ la vita del bohemien.

Grazie a Dio quei quattro pittori casalinghi nostrani pranzano due volte al giorno e non vivono necessitando il vender  arte che producono nel tempo libero o nel post-pensionamento,bene o male hanno tutti, o hanno avuto, una professione da esercitare come prima fonte di reddito.

Un fortunato ereditiere come Caillebotte che ricevette dai genitori ampie sostanze da poter vivere senza stress da fine del mese, è una perla rarissima,infatti non solo dipingeva bene,ma era di cuore generoso verso gli amici artisti con cui condivideva ideali e mete.

In pratica finanziava coloro che egli stimava.

Vorrei dunque porre l’accento se può valere la pena o meno di raccogliere opere dei nostri pittori dilettanti senza  distinzioni di censo e di lignaggio,ed avere una giuria che sia in grado di selezionare quadri o sculture o qualsivoglia opera di ingegno non da donare alla città per essere esposta,bensì acquistata dalla città per farne una iniziativa di contorno.

Non per creare un museo.L’Italia è già piena di musei.

Ma per avere un commercio a gestione comunale e gratificare i migliori. In parte,come per le Farmacie.

Il Comune dovrebbe essere attento a pagare il giusto per quello che acquista dando una chance ad ogni artista secondo i numeri dettati dalle scelte della clientela,e non solo ai raccomandati, prendersi il proprio utile per pagare le spese ed il personale,come farebbe un buon commerciante padre di famiglia.

Venduto un quadro,se ne tira fuori un altro dello stesso artista dal magazzino in soffitta,e si tappa il buco sulla parete.

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 Un fratello di Caillebotte e Renoir,impiegarono anni per convincere i direttori del Museo Luxembourg ed alla fine non tutti i dipinti furono accettati,solo 38 di essi, il resto tornò a casa.

Gli eredi,e più precisamente la moglie del nipote,e,sapete,che le donne son più scaltre negli affari di noi uomini,nel 1928,quando il Governo a sua volta ed a suo tempo, finalmente andò a toccare la porta dei Caillebotte per avere il saldo non voluto in prima istanza,gli fecero un bel grazie ed i 28 quadri restituiti a suo tempo,partirono per l’America venduti in dollarucci ad una fondazione privata.La Barnes Foundation,fondata dal Dr Albert C.Barnes nel 1922.

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Ecco il file da cliccare per la biografia etcetera di Gustave Caillebotte:

http://www.swissinfo.ch/ita/Prima_pagina/Archivio/Caillebotte,_mecenate_e_soprattutto_artista.html?cid=4645852

Ciao.

fine

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