Magazine Società

Piramidi dentro a piramidi

Creato il 08 maggio 2012 da Tnepd

La struttura degli Illuminati si può rappresentare simbolicamente come una rete o una piramide in cui i pochi che risiedono al vertice dirigono i molti dei livelli inferiori.

Piramidi dentro a piramidi

Questi ultimi sono intenzionalmente tenuti all’o­scuro di ciò che realmente accade. La struttura a piramide delle società se­grete si riflette nei governi, nelle banche, nelle aziende e in ogni altra organizzazione e istituzione. È qualcosa di simile a quelle bambole russe che si infilano una dentro l’altra, finché la bambola più grande le contiene tutte. Gli Illuminati sostituiscono le “bambole” con le piramidi. Solo i pochi che risiedono al vertice sono veramente al corrente dei piani e dei fi­ni ultimi di quell’organizzazione. Più si scende verso la base della pirami­de, più aumenta il numero delle persone che, pur lavorando per l’organiz­zazione, ne ignora i suoi fini ultimi. Costoro non sono al corrente della vera natura del lavoro che svolgono quotidianamente. Non sanno come il loro contributo (che di per sé appare innocuo) vada a sommarsi a quello di altri dipendenti in altri settori della società. Vivono in “compartimenti stagni” e le uniche persone che conoscono il quadro d’insieme sono quei pochi che occupano i vertici – la famiglie della stirpe e i loro lacché.

Piramidi dentro a piramidi

Le piramidi più piccole, come la filiale di una banca, s’inseriscono in quelle più grandi finché, alla fine, quella più grande le comprende tutte. Se salite ai livelli alti, vi accorgerete che le multinazionali (come il cartello petrolifero), i partiti politici, le società segrete, gli imperi mediatici e le forze armate (come la NATO) sono controllati da quelle stesse famiglie che risiedono al vertice della piramide più grande. Alla fin fine c’è sempre una pira­mide più grande, una “bambola” più grande se volete, che contiene tutte le altre. Al vertice di essa troverete la crema degli Illuminati, le più “pure” tra le loro stirpi. Così facendo, attraverso settori della società apparentemente lontani tra loro e a volte persino “in conflitto”, essi possono orchestrare la stessa politica perché tutte le strade alla fine conducono a loro. E quando di­co “tutte le strade” mi riferisco al cibo che mangiamo; all’acqua che bevia­mo; alle “cure mediche” che ci vengono somministrate, vaccini compresi; alle “notizie” che leggiamo e vediamo; alle forme di “intrattenimento” che ci vengono offerte; ai governi che ci comandano; agli eserciti che impongo­no la volontà di quei governi; e a quella spietata organizzazione di narco­trafficanti che mira a distruggere le giovani generazioni.

Piramidi dentro a piramidi
Nel luglio del 2001 un illustre giornalista australiano di nome John Pilger realizzò per la British Independent Television un raro ed eccellente reportage sulla globalizzazione dal qua­le emerse che solo 200 società coprono oggi un quarto dell’attività econo­mica mondiale. Ma c’è un altro aspetto di questa questione che dobbiamo capire fin da ora. Questo sistema piramidale implica che quelle “200″ so­cietà siano, in realtà, un’unica società controllata dalla stessa potenza. La globalizzazione, di cui io e altri “teorici della cospirazione” abbiamo parla­to molto tempo prima che diventasse di moda, è soltanto un altro nome con cui designare lo stato fascista globale e centralizzato degli Illuminati che io vado denunciando sin dai primi anni Novanta. “Globalizzazione” non allu­de solo a un gruppo di avide società che cercano di massimizzare i loro pro­fitti ma a qualcosa di molto più vasto.Quelle stesse fami­glie e i loro portaborse controllano tutte queste aree della società e molte di più. Attraverso questa struttura piramidale esse hanno imposto la centraliz­zazione in ogni settore della vita: governo, finanza, affari, mezzi di comuni­cazione e forze armate. Non si è trattato di un caso o di un fenomeno natu­rale, ma di un piano calcolato a mente fredda.

Piramidi dentro a piramidi

Un esempio perfetto della struttura a compartimenti stagni tipica delle piramidi degli Illuminati è stata l’infame loggia massonica romana chia­mata Propaganda Massonica Due o P2. A guidarla ufficialmente c’era il fa­scista mussoliniano Licio Gelli, amico intimo e consulente finanziario del dittatore argentino Juan Peron. Gelli presenziò anche alla cerimonia dell’insediamento dei presidenti Ronald Reagan, Gerald Ford e Jimmy Carter e si definì amico di George Bush padre, cosa che non stupisce visto che an­che lui è un fascista che ha portato terrore e stragi in tutto il mondo. Quan­do la sede dell’organizzazione di Gelli fu perquisita dalla polizia nel marzo 1981 furono rinvenuti due elenchi di iscritti nella cassaforte e in una va­ligia che comprendevano ben 962 nomi. Tra questi figuravano tre ministri e 40 altri parlamentari, 43 generali, otto ammiragli e centinaia di funziona­ri dello stato e diplomatici, capi dei servizi di sicurezza, i questori di quat­tro grandi città italiane, molti industriali, star televisive e 24 giornalisti.

La P2 contava tra i suoi ranghi anche una folta schiera di iscritti stranie­ri, tra cui uno dei più attivi agenti degli Illuminati degli ultimi 40 anni, Henry Kissinger, ex Segretario di Stato statunitense nonché criminale di guerra. Come è tipico delle so­cietà degli Illuminati, anche la P2 era uno stato dentro lo stato. I nomi degli iscritti erano noti solo a Gelli e ai suoi più stretti collaboratori. I membri non si conoscevano neanche tra loro. Gelli li aveva divisi in due sezioni, che ave­va poi ulteriormente suddiviso in gruppi più piccoli. Solo i vertici di ogni gruppo conoscevano l’identità dei loro membri, pur ignorando quella dei membri degli altri gruppi. Gli iscritti erano facilmente manovrabili in quan­to erano terrorizzati dall’idea di essere puniti per non aver rispettato gli or­dini. Da ciò si può capire come i membri degli Illuminati e i loro burattini possano aver rivestito un ruolo fondamentale anche nei fatti dell’11 settem­bre, pur senza sapere che il loro contributo sarebbe andato a sommarsi a quello di altri nelle loro condizioni.

Una volta che il fatto è compiuto essi so­no troppo spaventati per obiettare qualcosa, perché sanno quali potrebbero essere le conseguenze.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :