Magazine Maternità
Trama: In una cittadina sulla rive del lago, è tempo di "vacanze di primavera". Orde di ragazzi, si apprestano a trascorrere qualche giorno di divertimento senza freni. Ma l'alcool a fiumi non sarà il solo loro compagno. Una scossa di terremoto sottomarino risveglia un'orda di piranha preistorici. E sono parecchio affamati.
Alexandre Aja non è un regista per palati raffinati. Lo avevo intuito durante la visione, peraltro neppure terminata, dell'orrendo remake de "Le colline hanno gli occhi", ne ho avuto la conferma con questo "Piranha".
Accostandoci ad un film del genere, ovviamente, nè io nè mio marito ci aspettavamo certo un capolavoro, ma ad una tale immonda porcata non eravamo certamente preparati. Ci attendavamo un horror un pochettino trash simile a quelli tanto in voga negli hanni ottanta, ci siamo trovati di fronte ad uno splatter da quattro soldi con richiami porno soft degni della peggiore televisione spazzatura realizzato da qualcuno con forti problemi.
Aja è un decerebrato che ha diretto con la mano sinistra, e non voglio neppure pensare cosa stesse facendo contemporaneamente con la destra, uno pseudo film composto dalla sequenza di un massacro lunga quaranta minuti, qualche altra scena horror di contorno e qualche ripresa di tette e culi a condimento del tutto. Il resto è nulla assoluto.
Non c'è una sceneggiatura, a parte forse un paio di paginette con su scritto "via le magliette ed avanti con i pesci", zero approfondimento dei personaggi (eh certo...che pretendo??), effetti speciali da barzelletta con pesciacci cartonati e perversi che partono all'attacco rigorosamente azzannando le parti intime, nonchè un cast particolarmente imbarazzante su tutti Jerry O'Connell nei panni di un regista porno imbecille la cui dipartita è da manuale del cinema trash.
Spiace vedere Elisabeth Shue cadere inesorabilmente da film come "Via da Las Vegas" ad immondizia di questo tipo.
In tanta idiozia generale quello che indispone maggiormente è il compiacimento con cui questa zozzeria ci viene propinata. Aja si diverte, è orgoglioso della sua opera....si crede...bravo...e si vede, tanto che alcune volte sembra dire allo spettatore: "bello eh??evvai con un altro smembramento!". La presenza nella sequenza principale di Eli Roth, altro presunto profeta del cinema horror in realtà tizio altrettanto meritevole di clinica psichiatrica per le stronzate perverse che ogni tanto gira, pare quasi galvanizzare il suo ego, spingendolo a dare il "massimo".
Insomma, pura cloaca cinematografica, da evitare anche, e soprattutto, se appassionati del vero genere horror.
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