Molta parte dei cittadini avverte che questi uomini altamente specializzati appartenenti ad una delle Forze Armate Speciali delle quali siamo più orgogliosi, non possano aver commesso un errore così banale, in una delle prime operazioni di contrasto al fenomeno della Pirateria nelle acque somale e dell’Oceano Indiano, presso le coste del Pakistan e India, ecc. Si parla di errore perché evidentemente non si può pensare che l’atto omicida sia stato intenzionale, è fuori da ogni logica, comportamento, norma di legge e costituzionale, di credo e tradizione nella cultura italiana sopprimere vite, ancor più se fatti da rappresentati istituzionali quali sono i nostri Marinai. Ne mai saremmo stati, il comandante della nave, l’equipaggio ed i militari intendo, così ingenui da stare al gioco macchinoso e malizioso delle autorità indiane.
Il movimento dei dissidenti della linea politica e diplomatica adottata e pro Marina Miliare, e tuttavia molto rispettoso delle istituzioni – qui a Bari si sono mobilitate tutte le Associazioni d’Arma pugliesi in servizio attivo e non, ed ancora ieri una delegazione dell’Associazione Marinai di Bari aveva organizzato ancora (dopo il 16 marzo 2012) per il 31 marzo una manifestazione a favore dei Marinai del San Marco, che si ricorda sono ancora detenuti in India, per un corteo che si sarebbe mosso verso la Prefettura per consegnare un documento al Prefetto – è fatto da uomini d’arme, loro familiari, ma anche da moltissimi cittadini a giudicare dei commenti e dalla mobilitazione che monta nei vari social network, tra tutti Facebook e Twitter. A dimostrazione di ciò pubblichiamo un commento ad un post di ieri in cui erano inserite due foto scattate sul lago di Como in solidarietà ai Marò, della stessa lettrice.
Antonio Conte
Pirateria/ Marò imprigionati in india. Ma quali attivisti?!
di Mariana C.W. - Eh si! È una vera, grande vergogna, come illustrano le parole su una delle due locandine: “Alcuni Uomini, molte volte, nel loro dovere, dimostrano più dignità dei rappresentanti politici dello stato al quale appartengono, dando così onore e dignità al popolo intero!”
Ed abbiamo veramente tanto bisogno di aver riconosciuti il nostro onore e la nostra dignità, elementi integranti e identificabili nel popolo italiano, quello minuto, di noi piccoli mortali, ligi al dovere e ai dettami di giustizia, amore e libertà.
Se la situazione fosse rovesciata, ossia se i militari fossero dell’altro stato, certamente non ci si sarebbe comportati così. I nostri politicuzzi da strapazzo si sarebbero inchinati, avrebbero fatto i salti mortali, girato e rigirato le cose, e non avrebbero agitato ‘le acque’, anzi…
Quello che appare più ripugnante è il comportamento ‘illegale’, contro il diritto internazionale, da parte di gente che delle vite umane non ha alcun rispetto – particolarmente a casa loro, né altrove peraltro, che sicuramente, a certi livelli, si aiuta e nasconde la pirateria, e che si permette pure di considerare l’Italia un paese di Pulcinella [e non dico per 'sentito dire' L ma con cognizione di causa!]…
Questo sconcio episodio dimostra, ancora una volta, la fragilità dell’individuo (qui i due Marò) davanti alle istituzioni gestite da incapaci, pusillanimi e da gente che pensa solo alle proprie tasche e non al paese tutto — quelle per cui l’individuo/il cittadino opera e presta servizio in buona fede — magari anche errando, visto che errare è umano — e che lo abbandonano, almeno così appare al cittadino per bene che osserva lo svolgersi o l’impantanarsi della situazione.
Se i due Marò fossero stati “attivisti” [dei mie stivali -- scusate ma ne ho abbastanza dell'ignoranza di coloro che chiamano o si autodefiniscono‘attivisti’, per la maggiore gente senza conoscenza, coerenza, onestà e progetti di cambiamento e miglioramento sociale] allora la stampa tutta, soprattutto le “grandi testate” hihihi, avrebbe fatto una gran cagnara e campagne senza fine… invece… trattandosi di servitori dello stato, ossia dei cittadini tutti e non di qualche partitucolo di dx o sx… eh be’, allora si tira a campà!
Appena i carcerieri chiederanno ‘un riscatto’ ben salato, e i politicuzzi accetteranno di pagarlo… trovando i fondi chissaddove L… forse le acque si smuoveranno a favore di due Uomini che hanno agito secondo la legge a quanto ci consta,*** visto che ciò che segue il primo resoconto finora non è mai uscito da una storiella confusa e confusionaria com’è tipico della stampa nostrana e non… In ogni caso, da cittadino benpensante, ho più fiducia nei Marò e nella Marina che in qualsiasi altra pedina di questa torbida faccenda [perché inquinata da troppi interessi e maneggi politici in cui la legalità e la legge non entrano e non escono!].
Sto ancora ridendo da matti ad un’intervista fatta al capitano del peschereccio (sic) … che stranamente si aggirava intorno al mercantile in un mare tanto vasto [e nessuno se l’è mai chiesto?] … dal settimanale OGGI trovato per caso e di cui lessi solo l’intervista, per capire che frulla per la testa di chi crea opinione. Le cose da pubblicare sarebbero ben altre… ma, al solito, l’ignoranza fa da padrona: ignoranza delle situazioni, delle culture, delle realtà, della verità, della legge!
Con la Marina, e con tutti sostenitori della legalità e del valore delle Forze Armate Italiane, sostengo e prego per i Marò.
Mariana C. W.
*** “I due fucilieri del Reggimento San Marco, uomini addestrati a pensare prima di agire, sono intervenuti esclusivamente secondo le procedure e nell’ambito delle misure che riguardano la lotta alla pirateria. Hanno sparato colpi di avvertimento in aria e in acqua (warning shots) per salvaguardare il “proprio” territorio, rispondendo in pieno alle norme esistenti. Vale a dire, proteggere la sicurezza dei traffici marittimi da un’attività criminosa che mette a repentaglio le libertà economiche e personali dell’alto mare.
L’azione degli uomini della Marina Militare, imbarcati sulla Enrica Lexie come Nucleo Militare di protezione, è avvenuta in acque internazionali nel rispetto delle risoluzioni Onu e della legge n.130 del 2 agosto 2011; e si è sviluppata contro un’imbarcazione da definirsi «nave sospetta di pirateria».
I fucilieri del Reggimento San Marco sono intervenuti mercoledì scorso, alle 12.30 italiane, mentre la Enrica Lexie navigava al largo della costa Sudoccidentale della penisola Indiana e dopo aver avvistato un’imbarcazione con cinque persone armate in fase di avvicinamento. Nonostante le segnalazioni ottiche e la procedura di identificazione effettuata dai fucilieri, l’imbarcazione ha proseguito la sua rotta. A quel punto, gli uomini della Marina Militare hanno esploso tre serie di colpi in mare (20 in tutto) a scopo dissuasivo e senza mai colpire lo scafo della “nave sospetta di pirateria”. Dopo l’ultima serie, l’imbarcazione si è allontanata dalla nave italiana.”