Si, avete letto bene,
potevo chiamarli caldarrostai, caldarrostini, castagnari… ma insomma, avete capito di chi stiamo parlando: di quei pochi, sparutissimi, italiani che ancora riuscivano a tenere la loro bancarella di coccobello (in estate) e mitiche castagne (in inverno) nelle zone centrali di Milano.
Con la pioggia e con il gelo, con la neve e lo sfacelo, nella stagione fredda su una cosa si poteva noi milanesi contare: sulla presenza, girato l’angolo dietro al Duomo, del caldarrostaro, pronto a scaldare le nostre intirizzite manine (e interiora) con delle caldarroste dolci, cotte a puntino e, soprattutto, allegre come una Vigilia di Natale.
E invece cosa sentono le mie fosche orecchie? La notizia del giorno sparata su social e quotidiani: Pisapia ha deciso dii vietare le bancarelle di caldarroste intorno al Duomo.
Come già aveva fatto con il gelato (decisione poi ritirata a fronte della veemente protesta dei cittadini – e se ricordate avevo scritto anche un articolo in quella occasione – ), ora se la prende con le caldarroste.
E perché lo fa? perché noi poveri milanesi schiamazziamo fino alle 3 di notte mangiando le nostre castagnuole e gettando le bucce sui marciapiedi? nooooo, la decisione prende il via da constatazioni ben più subdole e inconsistenti, o meglio, misteriose.
E così, dopo i Bretzel all’acido muriatico, la polenta che sembra che sia cancerogena, il sempreverde rischio di cogliere qualche fungo tossico e stirare il calzino anzitempo per un peccato di gola, ci vediamo negato anche il piacere di mangiare due caldarroste ben cotte all’ombra della Madunina.
Mai più che riusciremo, noi disoccupati almeno, a potercele permettere al supermercato a 7€ al chilo… e perciò che dire: menomale che sabatoo scorso me ne sono gustata un cartoccetto mentre passeggiavo per il mercato. Potrebbero essere le ultime, rarissime esemplari di quel piacere così nostrano e così infantile di concedersi un piccolo peccato di gola, un lusso da strada, in questa città, che sempre più, non riconosco.
Milano non ci vuole più bene. L’Italia da mo, che non ci vuole più bene.
E ora, neanche le castagne ci potranno più voler bene.
Non mi resta che citare la Voce d’Italia:
“I milanesi sono stanchi, arrabbiati e si sentono oramai stranieri nella loro città ma al sindaco Pisapia poco importa. Aspettiamoci l’eliminazione della Madonnina dalla guglia più alta del Duomo. Potrebbe dar fastidio ai nuovi “cittadini” che abbracciano religioni diverse e poi, considerando il periodo di crisi, tutto quell’oro su una banalissima statua potrebbe essere un insulto alla povertà!”
E beh, una cosa ve la dico: se siete su twitter, fate girare il #boicottaPisapia. per me, vale più che boicottare la Barilla.