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Piscine di Torrespaccata, dove i topi mangiano i gatti

Creato il 21 giugno 2010 da Riprendiamociroma
Piscine di Torrespaccata, dove i topi mangiano i gatti
L'incredibile titolo è comparso in un articolo della Cronaca Roma del Corriere della Sera, principale quotidiano nazionale. Ci descrive, con estrema sintesi, un angolo di quarto mondo simbolo della malagestione della nostra città. Case popolari, file di palazzoni grigi a sette piani, infestati da ratti grandi come palloni da rugby. Ratti che scorrazzano sui marciapiedi, che ti entrano nelle case, che giocano a rincorrersi. Il nonnetto porta il nipote a giocare al giardino: "Sto posto è pieno de sorci e de mosche, ma come se fa coi regazzini?" Arrangiatevi, è la risposta della politicia, "Non si può fare la disinfestazione perché i soldi non ci sono". Siamo in Italia, il paese degli sperperi e del Politico-Trimalcione che non riesce neanche a trovare 200 euro per una disinfestazione. "Macchè, i soldi ci sono, queste sono polemiche pretestuose". E allora sarà così, forse ci divertiamo a passeggiare in mezzo ai topi. L'unica cosa che è certa è che nel contratto di servizio tra AMA e municipi la derattizzazione non è compresa. A Roma non siamo neanche in grado di far fuori quattro topi, ma vogliamo candidarci alle Olimpiadi e ospitare un Gran Premio di Formula1. Il giornalista si chiede: "Ma avete pensato a mettere dei gatti?" Risposta: "Si, ma non è servito a molto: i gatti hanno paura, sono i topi che se li mangiano." Dialoghi da favelas del quarto mondo. Dialoghi dell'assurdo. Situazioni grottesche al limite della realtà. Distacco netto tra politica e cittadini, tra interessi della classe dirigente e qualità della vita dei ceti popolari. Bisogna leggere articoli come questo per capire quanto facciamo schifo, da quale razza di animali, primitivi, incapaci, irresponsabili siamo amministrati. Ma il problema non sono solo i topi. Sono anche le topaie in cui vivono le persone. Infiltrazioni d'acqua, muffa, puzza di gatto morto, cumuli di monnezza, scale antincendio ostruite, carcasse di motorini abbandonate. Questa è Roma, degna Capitale di uno Stato del quarto mondo, indegno di far parte del mondo civile.

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