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"fiori di ghiaccio", tecniche miste su tavola 65x65
Giovedì 4 ottobre chiuderà la mostra di Danilo Maestosi "Era glaciale" inauguratasi lo scorso 16 settembre nel salone di Palazzo Sasso a Ravello e curata dall’art promoter Bruno Mansi con l’organizzazione dell’Archivio Ravello Arte Contemporanea. L’artista romano ha racchiuso in questa esposizione a Ravello, dove torna sempre volentieri, venti opere a tecnica mista su tavola e come lui stesso afferma ha voluto battezzare con il titolo ‘Era glaciale’ un’epoca fuori del tempo nella quale iscrivere una sorta di grado zero, stadio di trapasso, della vita, della forma, del colore, del segno. “Un limbo di gestazione, del tutto arbitrario, in cui simulare un rito di genesi e separazione degli elementi che fanno da bussola al mio immergermi nel caos, mi scuotono l’anima: l’aria, l’acqua, il fuoco, la terra. E poi nell’alternarsi di gelo e disgelo mettere in scena la voglia e la speranza di cambiamento, i confini e gli slittamenti ambigui tra organico e inorganico, tra la pietra e la carne, tra l’esistenza e la morte, tutti i possibili viaggi sospesi tra l’estasi e la paura, tra sapori e colori”.
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" il trascolo" tecniche miste su tavola 65x65
Note biografiche
Danilo Maestosi, 1944, romano. Giornalista (Tempo, Paese Sera, Rai, Ansa, Messaggero con cui continua a lavorare come critico d’arte) e pittore.
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La prima personale Come ombre sui muri nel 1998 a villa Rufolo, Ravello; la sua ultima Miraggi di sangue, di sale, di spezie alle Carceri papaline di Montefiascone nel 2011. Lavora per cicli. Tre di questi sono stati esposti al museo del Vittoriano: Lunario (2005); Le mille e una seta (2008), portata anche a Berlino; Concerto-Sconcerto (2010). La mostra Parabole nel 2007 è stata allestita al Macro di Roma e poi al Cairo e in altre città egiziane. Nel 2011 ha partecipato alle collettive In memoria della Shoa a Tel Aviv e Sulle orme di Marco Polo ad Hang Zou in Cina. Nel 2010 e 2011 è stato invitato al Festival del cinema per ragazzi di Giffoni Valle Piana. E’ stato tra i protagonisti, nel 2011, della mostra-riflessione Noi credevamo. Identità graffiata ai Dioscuri del Quirinale.
Hanno scritto, tra gli altri, di lui: Vittorio Sgarbi, Marco Tonelli, Claudio Strinati, Massimo Bignardi, Gabriele Simongini, Patrizia Fiorillo, Carmine Siniscalco, Danilo Eccher, Ennio Calabria, Erminia Pellecchia, Walter Veltroni.