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Più di un problema in casa Lakers

Creato il 03 febbraio 2011 da Basketcaffe @basketcaffe

Ron ArtestSono i bi-campioni NBA in carica, hanno l’allenatore più vincente di tutti i tempi, il migliore giocatore su piazza e un supporting cast di altissimo livello: eppure la stagione dei Los Angeles Lakers non riesce a decollare. Il record dice 34-15 (4-4 nelle ultime otto però) che vale il secondo posto nella Western Conference anche se a parecchia distanza dai San Antonio Spurs, ma il record non rispecchia esattamente l’andamento della regular season gialloviola. Alcune partite infatti sono state perse piuttosto malamente mentre altre vinte solo grazie al talento individuale, che in squadra di certo non manca.
In tutto questo Phil Jackson lascia come sempre i suoi a scottarsi senza aiutarli per uscire dal fuoco, ha sempre funzionato nella sua carriera e quindi è ovvio che lo rifaccia anche quest’anno, ma probabilmente con un po’ più di attenzione perchè gli equilibri interni non sembrano quelli delle ultime due stagioni.

Partiamo dal problema principale: Ron Artest. Coach Zen non lo vede più, lo lascia in panchina per moltissimi minuti (nella vittoria contro i Rockets ha giocato solo 5.5 secondi tra quarto periodo e overtime) e quando è in campo ordina agli altri giocatori di non passargli la palla (ricordate la serie contro i Suns negli scorsi playoff?). Artest è ai minimi in carriera per punti, 8.1, rimbalzi, 2.9 e assist 2, di sicuro la colpa è in gran parte sua e del suo atteggiamento ma è indubbio che c’è anche lo zampino di Jackson e Bryant che sembrano stufi di avere l’ex Indiana tra i piedi.
Eppure quando segna il canestro decisivo per battere i Suns ai playoff, oppure le due triple per stendere i Celtics in gara 7 delle Finals, o ancora quando c’è da marcare il giocatore più pericoloso dell’altra squadra allora Artest va bene, è utile ed è elogiato da staff tecnico e compagni…
Ieri è uscita la voce che il giocatore avesse chiesto di essere ceduto, ma Ron ha subito smentito dicendo di voler rimanere e di essere felice del proprio ruolo in squadra e di avere come obiettivo quello di migliorare quando le partite si faranno più importanti.

mitchkupchakIl secondo problema è il roster: sembra ridicolo fare questo discorso perchè i giocatori che vanno a referto per i Lakers sono tutti di altissimo livello e ci sono almeno altre 25 squadre che vorrebbero poter schierare questi giocatori. Eppure manca qualcosa, l’ha dichiarato anche il GM Kupchak:

Per quanto riguarda le trade, non dico che ho iniziato a fare un giro di telefonate, ma non penso che stiamo giocando al livello che ci compete. Voglio essere il piu obiettivo possibile ma sono preoccupato per le nostre prestazioni. Il nostro record non è male ma abbiamo perso troppe gare in casa e questo è un serio campanello d’allarme.”

E allora subito a fare il toto-trade nelle ore successive: il nome uscito è quello di Kirk Hinrich, playmaker degli Washington Wizard che però sembra un progetto piuttosto irrealizzabile visto il suo contratto da 9 milioni quest’anno e 8 il prossimo, e i Lakers come contropartite avrebbero Artest, Walton e Bynum.
Poi serve un lungo di riserva visto che Ratliff è infortunato e Joe Smith, inserito nella trade Vujacic con i Nets non è neanche mai a referto. Caracter è ancora molto acerbo e come ben sappiamo Jackson non è proprio un allenatore che si affida molto ai rookie.

Infine ultimo problema: Pau Gasol. Lo spagnolo sembra essere sempre più irritato dal fatto di vedere la palla solo quando decide Bryant e di essere coinvolto il giusto in moltissime partite (quella contro Boston ne è stata l’esempio); sta giocando anche più minuti di quelli che dovrebbe e infatti accusa la stanchezza, ma quello che preoccupa è il suo linguaggio del corpo, un po’ distaccato dai compagni. Bryant proprio ieri ha cercato di motivare il suo compagno, decisivo per le future vittorie Lakers:

Anche quando era a Memphis ed era il go-to-guy della squadra, è sempre stato un bravo ragazzo. Un cigno bianco. Ho bisogno di un cigno nero accanto a me.”


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