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Più di un sogno, quasi una fiaba

Da Anna
Più di un sogno, quasi una fiaba
Nina se ne sta comodamente sdraiata sul divano coperta con un panno tra le fusa dei suoi mici. Fuori è una limpida serata invernale, la luce del giorno si sta ritirando mentre il buio sopraggiunge velocemente. Tra le mani un libro di poesie di Cristina Campo.
NINA: “… Ma calava un silenzio, la pagina si apriva come un pallido cielo marino, una ghirlanda di versi vi si posava, pura come l’Orsa Maggiore.” (legge i versi della poetessa e con la pace di chi viaggia con le parole, si addormenta).Nel silenzio il sonno sospeso sul crinale del cuore. Nina si addormenta profondamente e inizia a sognare. E’ una danza di figure oniriche che sopraggiunge senza sosta, alternate da un suono di sottofondo e fioche luci in penombra.
NINA: Cammino. La città sembra deserta. Oggi sono tutti chiusi nelle loro case. Mi assale una certa angoscia. Non so dove mi trovo esattamente, so soltanto che una forza mi spinge ad andare oltre. Ho paura e curiosità.
Cammina con esitazione ma con sguardo attento e curioso. Si ferma alle porte della cattedrale e ammira i bassorilievi che ornano il Duomo di Modena. Dalla facciata, sopra il portale minore di sinistra, l’angelo che sorregge la mandorla con il Padre Eterno scende e si avvicina con un sorriso ironico.
ANGELO: non mi guardare con quegli occhi stralunati, è da tempo che volevo prendermi una pausa e tu non passavi mai. Ora che sei qui ti chiedo di seguirmi! (il tono è deciso e un po’ divertito)
Nina si lascia influenzare da quel sorriso accattivante e lo segue. Entrano nella cattedrale e scendono i gradini inoltrandosi nella cripta. Si guardano intorno. Nina rimane colpita dalla scena del Presepe in terracotta dalle dimensioni reali, il Presepe della Pappa. Al fianco, una lapide posta sulla parete mostra la pietra tombale rozzamente incisa di una certa Gundeberga, donna nobile e generosa, che sentendo il loro rumore appare con una semplice veste.
GUNDEBERGA: È rimasta laggiù, calda, la vita, l’aria colore dei miei occhi, il tempo che bruciavano in fondo ad ogni vento mani vive, cercandomi … sono risveglia in questo luogo di anime e ti aspettavo.
Nina è meravigliata. Sembra che oggi tutti la stiano aspettando. Guarda la donna come per accertarsi della sua umana presenza. Gundeberga le prende le mani in silenzio. Nina sembra più rassicurata.
GUNDEBERGA: è il tempo degli svelamenti, sei pronta a conoscere il tuo sentiero. Solo chi è forte può sostenere la verità ai più oscura.
ANGELO: Ti accompagnerò alla fonte, dove potrai ristorare. Ma il percorso è lungo e devi pazientare. Grazie Gundeberga, la tua presenza ha rassicurato il nostro cammino.
Angelo e Nina si dirigono verso l’uscita della cattedrale. Si trovano tutt’a un tratto in un luogo misterioso, una radura colma di alberi. Sotto un grande fico trovano tre strane creature che discutono dell’ Indifferenza, il male oscuro che sta minacciando i luoghi della Consapevolezza. Sono tre figure femminili comodamente adagiate su un tappeto di foglie tra cibi e bevande succulente.
INDOLENZA: … non tocca a me e neppure a te...PIGRIZIA: io potrei ma …SONNOLENZA: sono troppo stanca!
Le tre voci quasi si sovrappongono come se seguissero tutte uno stesso spartito. Sono voci pacate e lamentose, come una nenia che vuole trattenere, poco generosa.
Nina e Angelo si avvicinano incuriositi. Si sentono trascinati come da un incantesimo che li attrae senza sosta e che intorpidisce piano piano le loro menti. Angelo si scuote e riprende lucidità mentre Nina sembra molto attratta da questo trio. Le tre anime si accorgono di Nina e le fanno cenno di unirsi a loro per continuare l’incessante conversazione.
NINA: Siete molto gentili, da quanto tempo siete qui?
PIGRIZIA: Da quanto tempo siamo qui? (ripete con non curanza a Sonnolenza)SONNOLENZA: Penso da quando abbiamo perso memoria! (detto con un mezzo sbadiglio)INDOLENZA: Dai non farti certe domande e bevi una tazza di the, riposati un po’.
Nina è rapita dalla magica quiete che regna in quello spazio fuori dal tempo. E’ il luogo dove gli orologi hanno perso la memoria e i secoli si confondono con gli attimi. L’esistenza si risolve nella quiete del nulla, dove gli animi non vengono scossi né tanto meno le emozioni si manifestano. E’ il luogo dove tutto va bene, dove la cosa importante è la quiete stessa.
NINA: Ho l’impressione di avervi interrotto. Di cosa stavate parlando?
SONNOLENZA: Nulla di importante, in realtà, altrimenti qualcuno si sarebbe mosso.INDOLENZA: E qui non c’è nessuno che si vuole muovere, stanne certa!
Pigrizia ascolta le sue compagne guardando la reazione di Nina e prova a stuzzicarla per vedere la reazione. Il suo è un fare mellifluo come un serpente strisciante.
PIGRIZIA: Esiste un grande male che affligge questo mondo … ci sarebbe bisogno di una persona che se ne occupi velocemente … Mi riferisco all’Indifferenza che sta devastando l’intera terra. La persona che aspettiamo dovrebbe arrivare fino alla Fonte della Consapevolezza e specchiarsi nelle sue acque … solo allora saprà come fare per combattere questa complicazione. Ma noi siamo troppo occupate per muoverci di qui …Mentre il quartetto continua ininterrotto l’accattivante salotto, Angelo, in disparte cerca di escogitare un modo per allontanare Nina da quel limbo.
Poco oltre si accorge di un signore con la pipa. Sembra tutto intento a contemplarsi in un grande specchio. E’ un signore elegante dall’età indefinita, ben vestito, con un cappello stravagante e un bastone che gli serve più che per appoggiarsi, per darsi un certo tono. Mentre si guarda allo specchio borbotta, come se qualcosa non andasse come dice lui. Infatti, ogni volta che cerca di guardarsi le spalle, vede solo tre quarti della sua immagine e questo proprio non lo sopporta.
ANGELO: Signore, scusi se la disturbo, ma non le sembra che con l’aiuto di qualcun altro riuscirebbe meglio nella sua impresa?
SIGNORE CON LA PIPA: Certo mio caro amico, ma come vede là giù quelle tre sirene sono troppo assorte nei loro discorsi per accorgersi di me e io sono troppo occupato a guardar me stesso per domandare il loro aiuto!
ANGELO: Ma se continua così non finirà mai! … Se vuole io avrei una soluzione.
Angelo spiega al Signore con la pipa che al ritrovo delle tre sirene c’è una persona che potrebbe aiutarlo, l’unico problema è che non riesce a staccarsi dalla conversazione. L’unico modo sarebbe quello di risvegliarla dal torpore con una bella lavata di acqua fredda. Allora il Signore con la pipa, valutando l’importanza di quanto gli veniva proposto, prende una lunga gomma che attacca ad un rubinetto e inizia a spruzzare acqua su Nina che presa da un improvviso stupore, si sveglia e rimane sbigottita cercando di capire cosa le fosse successo in tutti quegli anni.
Angelo, grato per questa efficace iniziativa si avvicina a Nina e prima che questa apra bocca le spiega cosa devono fare.
ANGELO: Mia cara amica, dobbiamo aiutare questo brav’uomo a guardarsi le spalle, come vedi da solo non può farlo!
Nina guarda Angelo perplessa ma non esita e si dirige verso il Signore con la pipa. A questo punto Angelo e la ragazza prendono due grandi specchi e li piazzano uno davanti e uno dietro il Signore in modo che si possa finalmente specchiare.
SIGNORE CON LA PIPA: Grazie di cuore amici miei, mi avete aiutato, da solo non l’avrei mai fatto! Ora che ci penso siete i tipi giusti per arrivare fino alla Fonte della Consapevolezza per aiutarci a combattere l’Indifferenza!
Nina guarda stupefatta Angelo che le sorride. E’ un sorriso che nasconde quello che tutti e due avevano sempre saputo, cioè che questo viaggio aveva una missione sin dall’inizio.
La cosa che li sorprende di più è che poco più in la, sulla loro sinistra, improvvisamente compare una enorme cascata ghiacciata. E’ la Fonte della Consapevolezza.
Nina e Angelo si avvicinano con attenzione e rispetto. Appena vicini alla grande lastra di ghiaccio, Nina si avvicina e intravede delle immagini che scorrono veloci. Vede lo scorrere del tempo e delle sue stagioni, si vede bambina fragile e timorosa, giovane audace e impertinente, poi donna realizzata mentre racconta le sue avventure alle persone che incontra sul suo cammino. Per ultimo vede la fine della sua vita, vecchia, saggia, mentre legge una fiaba circondata dalle creature incontrate lungo tutti i suoi anni. E’ sorridente, consapevole di aver vissuto per giungere a quell’inevitabile momento lasciando questa vita con la poesia che ha distinto il suo cammino.Nina guarda con compassione il fluire delle immagini mentre quella lastra di ghiaccio si scioglie per tornare nel suo scorrere naturale.
Nina, tra il sonno e la veglia pensa che appropriarsi di un linguaggio dorato soltanto per esprimere i propri “piccoli” drammi è un peccato da scontare, è un’azione illecita. Lo splendore della forma, dei gesti, per lei è ora un elemento necessario di lode, è un’esplicita manifestazione della bellezza del divino e come tale deve essere narrata alle persone. Non più segreto ma strada da percorrere tra i sentieri dell’Io e quelli del Noi, tra la condivisione e la reciprocità.
Nina sa che c’è tanto da fare, bisogna solo capire come. Ma questa è un’altra storia che ancora non ha trovato la sua forma …
Anna 2012

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