Sorvolando sui molti significati del brano, che non sono tematica di approfondimento di oggi né motivo per il quale io debba perdere tempo inutilmente (tempo che scarseggia, ovviamente, come avrete potuto capire dalla mia prolungata assenza), vorrei soffermarmi su quella frase citata nel titolo. “The more I see, the less I know”.
Un sito di lyrics prende anche il contesto tenendolo da conto e parafrasa il verso in questo modo:
The more problems he has in his life, the more he feels the need to get high to forget all his problems.
A me personalmente non interessa il contesto, preferisco fare il superficiale una volta tanto e concentrarmi solo su quanto è detto: più vedo, meno so. A volte tradotto come un capire, comprendere, invece di sapere.
Tra i tanti problemi della nostra società, perché ormai mi sono rassegnato al fatto che il problema non sia solamente uno ma che ciò che stiamo ottenendo sia una mescolanza di ottusità ed ignoranza, dobbiamo aggiungere anche questo. Mi ci rispecchio molto, come osservatore. Ironicamente chi si interessa di meno alle cose, ai problemi… è più sereno, vive meglio. Un perenne hakuna matata, tutti liberi da pensieri e nel contempo succubi della volontà altrui.
Questo ragionamento mi porta inevitabilmente a pensare alla 12esima stagione dei Simpson, quella che stanno dando su Italia 1 in questo periodo, episodio 9 intitolato “HOMR“. Copioincollo per pigrizia Wikipedia, dalla quale ho scoperto che tra l’altro questo pezzo ha vinto un EMMY.
Per pagare alcuni debiti, Homer si fa assumere come cavia umana per alcuni esperimenti. In questa sede scopre che la causa della sua scarsa intelligenza è un pennarello infilatosi nel naso quando era bambino, che tocca il cervello. La rimozione del pennarello, rende Homer una persona estremamente intelligente e sensibile in perfetta sintonia con la figlia Lisa. Tuttavia grazie all’acquisita consapevolezza Homer diventa anche infelice, e decide di sottoporsi ad un nuovo intervento (effettuato da Boe) per reinserire il pennarello. Prima di ritornare ad essere stupido, Homer scrive una lettera a Lisa in cui le rivela quanto apprezzi l’intelligenza della figlia, rendendola felice.
Forse intelligenza è inversamente proporzionale a felicità, dopotutto. O forse è solo il contesto, l’ambiente, a rendere la mia precedente deduzione una triste verità. L’io interiore di queste persone “fuori luogo” lentamente si sgretola e si uniforma per cercare di sopravvivere, mentre tutt’intorno come Pirandello descrisse nei suoi scritti non ci sono altro che forme e maschere in uno stato di perenne trasformazione e di totale incoerenza.
No, io non ci sto. E lo scrivo, non mi faccio problemi a concludere questo post dicendovi che a mio avviso il problema sono le ideologie maggioritarie. Non sempre è giusto, concettualmente, che la maggioranza abbia ragione e che siano i numeri a prendere determinate decisioni. Potrei prendere lo slogan di Occupy e coniarlo nuovamente in un “we are the 1%”: la tutela delle minoranze, di qualsiasi tipo esse siano, è sempre prioritaria.
L’avevo già detto qui, ricordate?
P.S. post molto senseless stile “sono intelligente, sono depresso”, quando in realtà rileggendo quanto ho appena scritto mi sono messo abbastanza a ridere. Sono stato pure costretto ad inaugurare una categoria apposta per questo, fate 2+2. Se cercate una spiegazione logica nel marasma di cagate fotoniche e ragionamenti contorti che ho battuto a tastiera quest’oggi, forse un qualcosa di più diretto come questo vi renderà contenti; più o meno, sempre la solita minestra è. Tutto sommato, mi piace lo stile di scrittura di questa tipa, felice di segnarmi anche il suo blog nella lista delle cose da seguire.