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Più WEB meno TAV

Creato il 12 ottobre 2012 da Antonioriccipv @antonioricci

Più WEB meno TAV

Dopo il fantascientifico ponte sullo stretto di Messina, la cui non costruzione è già costata 300 milioni di euro, la nuova linea ferroviaria ad alta velocità TorinoLione è divenuta il simbolo delle nuove grandi opere italiane. Le motivazioni tecniche di chi si oppone alla TAV sono numerose; lacunose e poco convincenti sono invece le risposte fatte pervenire dal governo a chi sostiene che esista già una ferrovia funzionante che soddisfa abbondantemente la domanda di trasporto e lamenta la mancanza di una valutazione d’impatto ambientale e di un bilancio energetico del progetto.

A fronte delle obiezioni tecniche e ambientali ve n’è in più una di carattere economico che non può essere ignorata: è necessario spendere 22 miliardi di euro per un megatunnel in un momento così critico per la nostra economia? Non si può nemmeno tacere delle infiltrazioni ‘ndranghetiste già individuate nei subappalti destinati alla realizzazione della nuova linea ferroviaria, così come denunciato dalla procura nazionale antimafia.

Oltre alle grandi opere infrastrutturali incompiute o obsolete ancor prima di esser realizzate, l’Italia deve affrontare un ritardo i cui costi del “non fare” gravano sul nostro futuro: lo spread digitale determinato dagli scarsi investimenti in comunicazione avanzata e infrastrutture tecnologiche che si assommano alle gravi inefficienze causate dalla mancata informatizzazione di molti servizi (quali ad esempio l’e-commerce, il telelavoro, lo swithc off della pubblica amministrazione e l’assistenza sanitaria remota).

Eppure il c.d. fattore internet vale in prospettiva oltre il 4% del PIL, la net economy è l’unica a crescere a dispetto della crisi, come pure l’occupazione di chi lavora in questo settore. Si stima che la rete in Italia entro il 2015 potrà generare circa 60 miliardi di euro e rappresenterà ancor più di ora una vera e propria leva di crescita economica. Per non perdere il treno dell’economia digitale è necessario mettersi al passo degli altri Paesi, cominciando ad esempio col facilitare, tramite l’uso di banda larga e ultra larga, l’accesso ad una maggiore connettività per aziende, amministrazioni e cittadini.



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