Magazine Opinioni

Pizza napoletana Margherita, 126 anni e non sentirli

Creato il 12 dicembre 2015 da Mrinvest

All’estero la pizza napoletana Margherita è la preferita, è uno dei piatti più diffusi, seguita dagli spaghetti, dal cappuccino e dal caffè espresso.

pizza napoletana margheritaLa nascita della pizza napoletana Margherita.

Certo è che nel giugno del 1889 Raffaele Esposito, detto “Raffaele o’ pizzaiuolo”, e sua moglie Maria Giovanna Brandi, non avevano neanche lontanamente immaginato che 126 anni dopo si sarebbe celebrato l’anniversario di una prelibatezza da loro ideata, diventata il simbolo dell’Italia nel mondo: la Pizza napoletana Margherita.

Fu infatti in quell’anno, in occasione della visita di Re Umberto I e Regina Margherita di Savoia, che i coniugi Esposito, maestri della pizza, che all’epoca era considerata la pietanza più amata dal popolo, furono chiamati a Palazzo per fare appunto delle pizze per i Sovrani d’Italia. Ne prepararono tre varietà diverse, ma solo una incontrò i favori della Regina, quella i cui ingredienti erano semplicemente basilico, mozzarella e pomodoro, che simboleggiavano i colori della bandiera sabauda.

La Regina in seguito fece scrivere dal capo dei servizi di tavola di casa Savoia una lettera a Raffaele Esposito, dove manifestava il suo apprezzamento ed il suo entusiasmo per la squisitezza della pizza che fu preparata in suo onore. Ancora oggi la lettera è esposta nei locali della pizzeria Brandi in via Chiaia, esistente dal 1780, dove praticamente nacque la pizza Margherita, battezzata così da don Raffaele in onore della Regina. Era il giugno del 1889.

La pizza napoletana Margherita in Italia e nel mondo.

La pizza napoletana Margherita è la più famosa delle pizze. Ma è proprio la pizza in sé stessa, di cui oggi ne esiste una varietà innumerevole, che è celebre sia in Italia che all’estero, dove è considerata l’emblema della cucina italiana. Ormai è diffusa in tutto il mondo, ma noi italiani, e soprattutti i napoletani, ci vantiamo di avere l’esclusiva dell’origine della pizza. Infatti, Napoli, oltre che per le sue bellezze naturali e artistiche, è famosa nel mondo anche per la pizza (e, se vogliamo, anche per il mandolino).

In Italia ci sono altre città che ne rivendicano la paternità, ma per tradizione la pizza nasce a Napoli. Mi è capitato di mangiare una pizza a Sorrento e vi assicuro che il basilico ed i pomodorini di quelle zone difficilmente si trovano e si apprezzano nel resto d’Italia. Non per niente i migliori pizzaioli al mondo sono napoletani, sia per la loro innata e tramandata maestria (anche l’impasto ed i condimenti hanno un loro equilibrio), sia per la qualità dei prodotti usati. Inoltre, la cottura deve essere effettuata esclusivamente tramite forno a legna.

La pizza, inoltre, è consigliata dai nutrizionisti, fa parte della cosiddetta dieta mediterranea. Per la pausa pranzo, secondo le ricerche Doxa, il 36% degli italiani consuma la pasta, ma ben il 32% preferisce la pizza. Pensate che in Italia ci sono circa 50mila pizzerie che danno lavoro a 250mila persone, e fatturano circa 10 miliardi di euro l’anno, con un mercato in costante crescita. Nel napoletano ci sono innumerevoli pizzerie che raggiungono standard qualitativi molto alti: nel centro antico di Napoli spicca l’Antica Pizzeria Port’Alba, considerata la più rinomata pizzeria al mondo.

All’estero la pizza napoletana è la preferita, è uno dei piatti più diffusi, seguita dagli spaghetti, dal cappuccino e dal caffè espresso. New York è la città con il più alto numero di pizzerie al mondo, seconda è San Paolo del Brasile. Anche in Giappone è possibile trovare la pizza creata con processi artigianali di qualità italiani.

Una curiosità: al contrario di quello che si può credere, i più grandi consumatori di pizza al mondo non siamo noi italiani, ma gli americani, che ne consumano una media di 13 chili all’anno a testa, mentre in Italia se ne consuma una media di 7,6 chili per persona.

Il riconoscimento europeo della pizza napoletana Margherita.

Dal 5 febbraio 2010 la pizza napoletana è stata riconosciuta dall’Unione Europea con il marchio “Specialità Tradizionale Garantita”, a salvaguardia soprattutto della pizza napoletana Margherita e della “Marinara”. E qui, purtroppo, nascono le note dolenti. Per sostenere il made in Italy sulla pizza, la Coldiretti ha lanciato tempo fa l’allarme, affermando che una pizza su due è fatta con mozzarella proveniente dall’est Europa, con pomodori cinesi, con olio d’oliva tunisino o spagnolo, e con farina canadese o ucraina.

Questo non lo possiamo tollerare. Spero che gli organi deputati possano vigilare e tutelare la nostra tradizione per impedire questo “scempio”. Almeno in Italia io voglio mangiare pizza “italiana”, fatta con ingredienti italiani, con il solo utilizzo di prodotti della nostra terra. Non possiamo spezzare il legame storico con i pizzaioli Raffaele Esposito e la moglie Maria Giovanna Brandi. Infatti, con i colori dei condimenti usati nel 1889 per fare la pizza alla Regina Margherita (il verde del basilico, il bianco della mozzarella, il rosso del pomodoro), hanno eletto la pizza medesima come simbolo della bandiera italiana.
La nostra pizza deve essere “tutta” italiana.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog