Magazine Cucina
Ma non posso lasciare senza ricette le mie appassionate lettrici, a proposito GRAZIE A TUTTE LE MIE FANS, mi fa veramente piacere sapere di esservi utile e che le mie ricette vi piacciono.
Oggi vi parlo della mia pizza!
Dopo numerosi tentativi ed esperimenti con risultati poco piacevoli, a proposito, colgo l'occasione per ringraziare mio marito, che negli anni e' stato costretto a mangiarsi delle pizze onestamente cattive, senza dire pe, limitandosi a dire semplicemente: " non e' che non e' buona e' che ci ho messo 24 ore per digerirla, ma tranquilla, la prossima volta andra' meglio!" non smettendo mai di incitarmi a tentare di nuovo.
Alla fine, mosso dal mal di stomaco ha ben pensato di acconsentire alla mia volonta' di seguire un corso sull'argomento e piano piano sono riuscita a produrre pizze sempre piu' commestibili, anche grazie alla cottura con forno a legna.
Non paga dei buoni risultati, ma non ancora ottimi, ho capito che negli anni anche il mio forno elettrico non mi era alleato, cosi' finalmente ho capito che il forno, nella buona riuscita della pizza casalinga, concorre al 50% del risultato, pertanto dopo dedicata ricerca di mercato e di pareri, sono finalmente una Felice proprietaria di un forno stratosferico e da lì i risultati sono davvero ottimi, a detta di chi ha mangiato la mia pizza!
La mia ricetta e' questa:
Per 3 pizze tonde, di media altezza, uso queste dosi:
150 gr di farina manitoba
350 gr di farina di grano tenero 0
300 ml di acqua
15 gr di sale
15 gr di lievito di birra
olio evo quanto basta
Bene, queste sono le dosi di base, ma io uso molto meno lievito.
Dopo vari studi ed esperimenti, non solo miei, ovviamente, ho notato che viene una bella pizza lievitata anche con una quantita' di lievito di birra pari all'1% della farina, il principio e' aumentare i tempi di lievitazione e lavorare l'impasto nell'impastatrice il piu' a lungo possibile, ad una bassa velocita' per non far scaldare troppo l'impasto.
Io procedo seguendo minuziosamente questa scaletta di inserimento degli ingredienti nell'impastatrice (il mio fido KEN!):
mettere la farina e l'acqua ed iniziare ad impastare, per una decina di minuti. Fare poi una pausa, coprendo con uno strofinaccio l'impasto.
Negli impasti lievitati la componente piu' importante è lo sviluppo del glutine. Durante questa fase di riposo dell'impasto, il glutine si rilascia e diventa piu' ricettivo alla lavorazione, formando la maglia glutinica. Con questo metodo l'impasto sara' molto piu' elastico. Si tratta di un processo chiamato Autolisi.
L'impasto dovra' riposare da un minimo di 20 minuti ad un massimo di 1 ora.
Passato questo tempo iniziare di nuovo la lavorazione aggiungendo piano piano gli altri ingredienti.
Si ricomincia inserendo il lievito di birra, da un minimo di 5 gr ad un massimo di 15 gr, ma io non arrivo mai a metterne 15, sono arrivata al massimo a 10 gr, quando il tempo a disposizione per la lievitazione era minore del solito.
Impastare per 5 minuti e poi aggiungere il sale. Il sale si mette in questa fase, perche' se si mette insieme al lievito, ne impedisce l'effetto, ossia il sale impedisce al lievito di fare il "suo lavoro".
Successivamente si puo' inserire l'olio, io vado ad occhio, ossia se l'impasto mi sembra troppo solido in fase di lavorazione, ne metto un po' di piu', diciamo 1/3 di bicchiere da caffe', altrimenti ne metto poco meno.
Faccio impastare il tutto per un 30 minuti in totale, dopodiché copro il recipiente con la pellicola da cucina e faccio lievitare per almeno 3 ore nel forno. Se la temperatura in casa e' inferiore ai 18 gradi, lo metto nel forno con la luce accesa, altrimenti in estate o con una temperatura superiore, lo metto nel forno con luce spenta.
A questo punto l'impasto sara' piu' che raddoppiato. Lo metto sulla spianatoia di legno infarinata, reimpasto un pochino a mano, e poi faccio dei panetti, con queste quantita' ne escono 3 se la pizza vi piace mediamente alta, o 4 se vi piace piu' bassa.
Questi panetti li metto distanziati sulla spianatoia, li copro con la pellicola da cucina e poi ancora con uno strofinaccio e faccio lievitare almeno un'altra ora.
Le vostre pizze ora sono pronte per essere stese, possibilmente a mano, per non "schiacciare" le bolle di lievitazione, oppure se proprio non potete fare a meno dello "stennarello", almeno usate quello da pasticceria, ossia quello che gira anche su se stesso (spero di essere chiara) e fa' meno pressione.
Le pizze possono essere messe nelle teglie, precedentemente unte con l'olio per non far attaccare la pizza in fase di cottura. Potete poi procedere al condimento a vostro gusto, di solito si fa' una base al pomodoro (io uso i pelati, sono i migliori a mio avviso, la passata asciuga troppo), per la margherita infornare con il solo pomodoro e poi mettere la mozzarella a meta' della cottura. Per altri gusti, ad esempio a me piace la margherita con le zucchine, io metto pomodoro, zucchine ed inforno e poi aggiungo la mozzarella a meta' cottura. Oppure e' buonissima con le patate, tagliate sottili sottili tipo crick crock e poi adagiate sulla pizza stesa, aggiungere un po' di rosmarino e sale ed infornare.
Ecco alcune immagini di repertorio.
Ultimamente io la cuocio sulla pietra refrattaria, messa a scaldare nel forno almeno 30 minuti prima, selezionando la funzione "cottura pizza" del mio forno, che scalda a 270°.
Con la cottura su pietra refrattaria, il risultato e' molto simile alla cottura in forno a legna, perche' cuoce direttamente su questa pietra e non in teglia.
Ovviamente questi mattoni sono troppo alti, ci vuole molto a scaldarli, ma si ottiene lo stesso risultato usando la natur cook che si trova facilmente in commercio.
Spero che questa logorroica spiegazione sia di aiuto, mi raccomando, fatemi sapere se provate a farla e quale e' il risultato.
Dimenticavo, 2 settimane fa' ho fatto la variante con la farina integrale, esperimento perfettamente riuscito, la pizza era ottima e davvero piu' leggera, ho sostituito i 350 gr di farina di grano tenero, con la stessa quantita' di farina integrale, mantenendo la stessa quantita' di manitoba.
Buona pizzata!
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