Oggi prendiamo in esame un argomento spinoso: ovvero la questione che sorge intorno alle opere digitali piratate e scaricate gratuitamente attraverso diversi canali presenti nel web.
Partiamo da un presupposto, i libri sono creature libere e, in quanto tali, vagano senza alcun controllo per il mondo, passando di mano in mano e di scaffale in scaffale. Pensate davvero che una copia cartacea possa essere incatenata a un tavolo? Siete davvero convinti che tutte le copie, che avete venduto, siano rimaste in mano ai legittimi proprietari? Personalmente, dei quattro libri che ho pubblicato non ho alcuna certezza, per nessuno di essi e per nessuna delle copie che ho venduto. Dunque che differenza c’è fra il formato cartaceo e quello digitale? Quello digitale è più facile da piratare, direte voi e già odo i cori di lamentele che s’innalzano dall’etere, protestando per i mancati diritti d’autore, per l’ignobile gesto con cui vengono diffuse le proprie creature e per la pirateria, atto criminale e spregevole, che andrebbe assolutamente condannata, messa al bando e castigata duramente, magari con l’ergastolo! Ebbene, signori miei cari, quanti di voi hanno prodotto dei booktrailer, magari fatti in casa con un programmino di poco conto? E quanti di voi hanno acquistato le immagini utilizzate per abbellire e arricchire il contenuto video? E ancora, quanti di voi hanno pagato i diritti SIAE per le colonne sonore utilizzate?
Conosco autori che, auto pubblicandosi, hanno scaricato la prima immagine da internet che hanno ritenuto idonea per la propria copertina, non curandosi minimamente della paternità di tale immagine. Ne conosco altri che non sanno nemmeno quanto sia illegale utilizzare brani musicali composti da altri, senza pagarne le concessioni. Ed eccoci arrivati al nodo cruciale.
Il compositore, il gruppo musicale, il cantautore non ha forse gli stessi diritti di essere pagato che avete voi, cari i miei autori, che utilizzate i brani senza alcun criterio? Il grafico, il disegnatore e il fotografo, non hanno la stessa necessità di ottenere soddisfazioni dal proprio lavoro, se questo gli viene riconosciuto, che avete voi?
Mi rendo conto che apro un vespaio che andrebbe lasciato stare e che l’argomento susciterà lo sdegno di molti, ma se la legge è uguale per tutti, allora non comprendo come si possa tollerare il dilagante malcostume, che permette a chicchessia di appropriarsi di materiale altrui per montare il proprio booktrailer, per poi dare inizio a campagne denigratorie atte a mettere alla gogna il pirata che pone il vostro libro in rete.
La risposta più comune che ottengo è: “se le immagini sono sul web diventano automaticamente pubbliche, quindi chiunque le può scaricare a proprio piacimento”.
A parte il fatto che l’affermazione in questo caso diventa sinonimo di assurdità, non è affatto vero che il contenuto del web sia totalmente pubblico, così come non è assolutamente vero che qualsiasi testo, presente in un sito o in blog, possa essere ricopiato senza citarne la fonte. Esistono le proprietà intellettuali, oltre che quelle legali. Quindi, qualsiasi cosa sia presente nella rete ha un suo legittimo proprietario da qualche parte. L’unica differenza consiste negli intenti del proprietario stesso. Chi detiene i diritti di un’immagine, un brano musicale, uno scritto, un oggetto qualunque, può decidere di condividerlo senza che vi sia alcun corrispettivo, può renderlo libero dal copyright solo per determinate situazioni e può autonomamente decidere di sottoporlo a rigide regole di mercato: se lo vuoi, lo paghi. Tutto questo va compreso bene prima di lanciarsi nel download selvaggio e indiscriminato. Un’altra obiezione comune è: “lo fanno tutti, perché non lo posso fare anch’io? Tanto non li controlleranno tutti…”
Ebbene, anche questa è un’assurdità. I controlli ci sono eccome e la sfortuna ci vede benissimo. Il giorno che vi dovesse arrivare una notifica, da parte di un avvocato, potrete solo sperare che si tratti di un avviso bonario, nel quale vi venga imposto di togliere e non utilizzare più l’oggetto della disputa. Ma se così non fosse, preparatevi a pagare multe salatissime e a presenziare in un tribunale, proprio per aver piratato qualcosa che non vi apparteneva. Quindi, prima di lanciarvi in una crociata personale contro i pirati, controllate di essere in regola ed evitate di fare la fine di Capitan Uncino!
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