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La cosa mi ha incuriosito anche perché, circa un mese fa (per la precisione il 25 giugno), il quotidiano brasiliano Folha de Sao Paulo aveva dedicato un ampio servizio proprio al traffico di follower su Twitter e di seguaci su Facebook.
Secondo l'interessante inchiesta ci sarebbero dei siti che in cambio di soldi offrono migliaia di fans, alcuni veri e risarciti con somme di denaro, altri completamente falsi e generati da programmi informatici.
Il servizio riporta gli indirizzi dei siti e, per ciascuno di essi, le tariffe richieste per implementare il proprio seguito. Queste vanno da un minimo di 5 dollari per avere da 5.000 a 16.000 fans, a un massimo di 4.499,95 dollari per 50.000 seguaci. La differenza di costi immagino dipenda dal fatto se si tratta di persone in carne e ossa, che quindi vanno retribuite, o di profili creati artificialmente.
In Italia Grillo si è affrettato a smentire, confutando le tesi di Calzolari e criticando il metodo utilizzato dal professore nel condurre la ricerca. Non avendo prove né a favore né contro, me ne guardo bene dal prendere posizione. Tuttavia rilevo che la smentita del comico ha di fatto posto fine alla polemica, stroncando sul nascere anche qualsivoglia dibattito in merito.
Grillo a parte, esiste o no questo fenomeno in Italia? Perché una volta chiusa la polemica nessuno si è sentito in dovere di approfondire l'argomento?
Il servizio della Folha invece riporta diverse interviste a politici e showmen che ammettono senza alcun pudore di aver pagato per aumentare il numero degli ammiratori in Rete e incrementare così la propria popolarità e di conseguenza il proprio business.
Leggere tutto ciò da una parte mi ha rasserenato. Finalmente ho capito perché il numero dei miei follower non si schioda da una cifra talmente ridicola che quasi nemmeno la si può definire un prefisso telefonico!
Dall'altra però, qualcosa un po' mi rode. Perché mi domando: quando succederà che qualcuno venga valutato esclusivamente per i suoi meriti e non per le parentele, le amicizie o i soldi che può spendere?
Non mi ritengo ingenua per questo, so che molti la pensano come me, in particolare tutti quei ragazzi e ragazze che faticano a farsi strada in questo Paese bloccato dalle lobby e dalle clientele.
Intanto mi tengo stretti i miei pochi fans. Basterà un "grazie" a risarcirli?
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