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Poco supereroismo e molti sentimenti: Zot! di Scott McCloud

Creato il 10 gennaio 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Poco supereroismo e molti sentimenti: Zot! di Scott McCloud Scott McCloud In Evidenza Bao Publishing

La pochi mesi fa ha deciso di portare all’attenzione degli appassionati italiani di fumetto un’opera particolare, a suo modo seminale per quanto riguarda i comics americani ma che sicuramente è di richiamo soprattutto per il nome dell’autore. Scritto e disegnato tra gli anni Ottanta e Novanta, infatti, Zot! è una serie ideata da , celebre per i suoi saggi sul fumetto come forma d’arte e narrativa (Capire il fumetto, Reinventare il fumetto, Fare il fumetto).

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Prima di scrivere questi libri, di riferimento per qualunque studioso della nona arte, Scott McCloud con il suo Zot! aveva realizzato per la Eclipse Comics una serie a fumetti avente per protagonista un ragazzino biondo, proveniente da una dimensione parallela, dotato di poteri e capace di volare, che combatteva contro criminali macchiettistici e divertenti.

Partendo da uno spunto narrativo fondamentalmente banale, l’autore riesce però a costruire un’opera che va al di là di semplici avventure supereroistiche, mettendo sotto i riflettori tematiche come la solitudine, il male di vivere, le difficoltà dell’adolescenza e della crescita e la direzione morale della società.

Zot! può essere visto come l’applicazione pratica dei concetti che Scott McCloud avrebbe esposto negli anni successivi nei suoi saggi, per quanto siano presenti alcune ingenuità e imperfezioni dovute alla giovane età in cui le prime storie furono realizzate.

La fusione tra l’inesperienza dell’autore e la sua tensione verso una forma narrativa consapevole delle potenzialità del medium fumetto si nota soprattutto nella galleria di assurdi villains affrontati dal protagonista: mutuati direttamente dal classico modo di vedere i “cattivi da fumetto”, ciascuno è però anche portatore di una precisa filosofia di pericolo: alcuni rappresentano il capitalismo selvaggio, altri l’astrazione dalla realtà, altri ancora la supremazia delle macchine sull’uomo. Zot non lotta dunque contro dei personaggi, quanto piuttosto contro degli archetipi di male.

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Il mondo stesso di Zot, in fondo, è un’allegoria: una realtà utopica, non propriamente perfetta ma dove gli abitanti hanno imparato a coniugare l’innovazione tecnica con una matura forma di coesione sociale e di reciproco rispetto. L’autore non si sofferma mai sulla descrizione dei dettagli di questa ambientazione, ma gli accenni e alcune vedute mozzafiato restituiscono proprio l’idea di una società archetipa, agognata da chi vorrebbe fuggire dal proprio mondo.

Oltre alla scanzonatezza del protagonista e del tenore delle storie, in controtendenza rispetto al trend inaugurato da Watchmen e da Il Ritorno del Cavaliere Oscuro, c’è anche un altro elemento che distingue Zot! dagli altri fumetti di supereroi: una parte importante degli intrecci è infatti riservata a Jenny, l’amica di Zot appartenente alla nostra dimensione. La ragazza è nel pieno dell’adolescenza e McCloud si diverte a portare in primo piano le debolezze e i problemi di quell’età, così che i piccoli e grandi drammi quotidiani assumano la stessa rilevanza delle battaglie che deve sostenere l’eroe.

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Tale situazione, ben presente fin dai primi episodi, ha modo di espandersi nella seconda parte della produzione di Zot!, che proprio per questo motivo in questo omnibus viene separata dalla prima. Ad un certo punto della serie, Zot resta bloccato sulla nostra Terra insieme a Jenny e ai suoi amici, e deve cercare di adattarsi alla realtà qui presente, dove i cattivi non sono supercriminali dalla battuta pronta e preda di manie di grandezza, ma borseggiatori, assassini e stupratori, e dove anche le persone oneste hanno la loro parte di colpa nella società, quando ostentano indifferenza verso quello che accade loro intorno.

Avere la normalità come unica ambientazione, senza possibilità di esplorare il meraviglioso mondo di Zot, porta ad un cambio di tono delle avventure, che vedranno il protagonista sempre più defilato mettendo invece al centro della scena, ovvero Jenny e i suoi amici, con i loro problemi, le loro tragedie quotidiane e i loro sentimenti. L’autore ne approfitta per scrivere di omofobia, di solitudine, di vite spaesate, di quei sogni infranti che hanno il gusto amaro della crescita e che fanno così male solo a quell’età. Si tocca anche il tema dell’amore e, inevitabilmente, del sesso: quest’ultimo argomento, in particolare, è al centro della splendida storia La conversazione, dove non c’è azione ma per tutte le 16 tavole vediamo Zot e Jenny che parlano dell’opportunità di fare sesso o meno insieme. Penso sia una delle cose a fumetti più belle e sentite che abbia mai letto.

Anche Autunno è una storia degna di nota per la sua atmosfera ma soprattutto per come è gestita, tra malinconia e rassegnazione, consentendo a McCloud di esporre anche il punto di vista di un adulto.

Paradossalmente, le storie meno riuscite sono proprio alcune di quelle appartenenti alla prima parte, dove le scene eroiche, fini a sé stesse senza essere al servizio di altre situazioni narrative, non sempre riescono a coinvolgere il lettore.

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Il disegno conquista perché presenta linee morbide e quasi cartoonesche per quanto riguarda il protagonista, che ha un volto e una posa sempre rassicuranti, da supereroe vecchio stampo. Ma il tratto sa adeguarsi alle varie istanze presenti; quando McCloud rappresenta il mondo di Zot, il disegno si fa più complesso e dettagliato, con un certo gusto fantascientifico. Le tavole dove invece risaltano Jenny e i suoi sentimenti occhieggiano al manga, con certi sguardi e ombre che ricordano molto l’atmosfera da shojo.
Menzione di merito per certe soluzioni grafiche veramente originali, come quando le vignette assumono un aspetto quasi da pop-art per ricalcare il modo di vedere il mondo di Arthur Dekker, un androide nemico di Zot.

Il volume presenta un’introduzione e una postfazione a cura dell’autore stesso, che contestualizza il suo lavoro. Ancora più interessanti sono i contributi, sempre di McCloud, inseriti alla fine di ogni storia: un’agile paginetta che si pone come dietro le quinte e riflessioni a posteriori sull’albo appena letto, che permettono di godere ancora meglio dell’opera.

Zot! è un fumetto che non ha paura di essere se stesso e, quindi, di essere quello che l’autore voleva esprimere. E’ strano, particolare, assurdo, profondo e sorprendente, è una contaminazione tra diversi generi e diversi tipi di fumetto.
E’ un esperimento e un’opera compiuta allo stesso tempo. Una lettura in grado di arricchire chi vi si avvicina, sapendolo avvincere e sorprendere.

Abbiamo parlato di:
Zot!
Scott McCloud
Traduzione di Serena Di Virgilio
BAO Publishing – giugno 2013
576 pagine, brossurato, bianco e nero – € 27,00
ISBN: 9-788865-431603

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