Quando si parla di lungometraggi tratti dalle pagine del genio originario di Boston Edgar Allan Poe, i primi titoli che vengono in mente sono quelli appartenenti alla filmografia del re dei b-movie Roger Corman, da I vivi e i morti (1960) a La tomba di Ligeia (1964); in pochi, però, sono a conoscenza del fatto che le opere dello scrittore scomparso a Baltimora nel 1849 hanno fatto da ispirazione cinematografica per molti altri lavoranti dietro la cinepresa, tanto che già agli albori della celluloide fece la sua comparsa uno Sherlock Holmes in the great murder mystery (1908), derivato dal racconto I delitti della rue Morgue.
Stesso racconto dal quale Robert Florey, scartato dopo essere stato chiamato a dirigere il Frankenstein (1930) con Boris Karloff, poi diretto da James Whale, ricavò Il dottor Miracolo (1932), alla cui fase di sceneggiatura collaborò, addirittura, un giovane John Huston.
Finalmente disponibile su supporto dvd tricolore grazie a Sinister Film, che lo correda di presentazione di Luigi Cozzi e trailer, si svolge nella Parigi del 1845, dove uno studente di medicina e la propria fidanzata, rispettivamente con le fattezze di Sidney Fox e Leon Ames, prima fanno conoscenza con il personaggio del titolo, che, incarnato dal grande Bela Lugosi, esibisce in uno spettacolo il gorilla “dal cervello umano” Erik, poi si trovano ad avere a che fare con il ritrovamento di tre cadaveri femminili nelle acque della Senna.
Cadaveri riportanti tutti uno strano segno sul braccio e il cui triste destino, ovviamente, è legato agli esperimenti del poco raccomandabile dottore; nel corso di un capolavoro della prima Settima arte sonora che, risentendo sia dell’epoca del muto – soprattutto per quanto riguarda le atmosfere – che del succitato film incentrato sulla creatura inventata da Mary Shelley, gode di tutt’altro che disprezzabili effetti speciali nella sua parte finale, in un certo senso anticipatrice di quella di King Kong (1933).
Però, visto che abbiamo citato Lugosi, ovvero uno dei Dracula più famosi delle immagini in movimento, rimanendo nell’ambito delle novità targate Sinister non possiamo fare a meno di dare uno sguardo a L’uomo senza corpo (1959) di Edward Dein, a suo tempo realizzato da Universal, in realtà, come secondo titolo di una doppia programmazione in sala.
Anche in questo caso con presentazione di Cozzi, si tratta di una tanto bizzarra quanto insolita fusione in bianco e nero di western e horror che, in seguito alla sospetta morte di alcune persone in una cittadina, vede la fidanzata del pastore, figlia di una delle vittime, offrire un compenso per chi trova il responsabile; a quanto pare una sorta di vampiro, suicidatosi dopo aver ucciso il fratello.
Quindi, l’attesa è tutta nei confronti di come andrà a chiudersi la vicenda, piuttosto modesta nella messa in scena e, proprio per questo, divertente da rivedere ad oltre mezzo secolo di distanza… mentre idee come quelle della pallottola su cui viene incisa una croce d’argento lasciano pensare che il Robert Rodriguez di Dal tramonto all’alba (1996) possa esserne stato influenzato.
Ci spostiamo, invece, all’interno del catalogo Pulp Video per recuperare dal dimenticatoio – con trailer e still gallery nella sezione riservata ai contenuti speciali – Il pozzo di Satana (1965), diretto dallo stesso Hajime Satô cui dobbiamo I mostri della città sommersa (1966) e Il ritorno di Diavolik (1966), a quanto pare ispiratosi, in questo caso, ai classici del gotico tricolore sfornati da Mario Bava e Antonio Margheriti.
Ma, complice in particolar modo la sequenza in cui una ragazza ride incessantemente, qualcosa ci dice possa aver attinto, in seguito, il Sam Raimi de La casa (1982) da questo esempio appartenente al filone “Haunted house” dagli occhi a mandorla, incentrato su una antica villa – conosciuta, appunto, come “Il pozzo di Satana” – lasciata da un ricco uomo d’affari in eredità agli avidi parenti, ignari del fatto che una maledizione pronta a manifestarsi gravi sulla residenza.
Man mano che corvi gracchianti e gobbi provvedono a popolare la lugubre atmosfera in bianco e nero destinata a dominare nei circa settantasette minuti di visione (non novantacinque, come erroneamente riportato sulla fascetta), non privi di erotismo e impreziositi da una suggestiva colonna sonora.
E, sempre a proposito di riscoperte targate Pulp, per gli amanti della exploitation più trash concludiamo segnalando Horror safari (1982) di Alan Birkinshaw, produzione di Hong Kong con cast internazionale conosciuta anche come Safari senza ritorno, Greed e Invaders of the lost gold.
Infatti, abbiamo addirittura l’Harold Sakata ricordato per aver sfidato James Bond in Agente 007-Missione Goldfinger (1964) all’interno di quello che, in verità, è più un violento elaborato avventuroso che un film dell’orrore; con Stuart Whitman a capo di una spedizione nella giungla delle Filippine dopo che Edmund Purdom lo ingaggia per recuperare un grosso quantitativo di oro, lì nascosto da un ufficiale giapponese durante la guerra.
Con pericolosi coccodrilli pronti ad addentare la carne di poveri sventurati, uccisioni sparse e il Woody Strode de La mala ordina (1972) compreso tra gli attori insieme alla Emanuelle nera Laura Gemser, che, come di consueto, non dimentica di regalare un gratuitissimo nudo integrale alla macchina da presa.
Francesco Lomuscio