Perché forte come la morte è l’amore (Ct 2,8-16; 8,6-7)
In un istituto tecnico della zona, un’insegnante ha portato in classe un quotidiano per discutere con i ragazzi e le ragazze gli ultimi casi di femminicidio.
Il caso di cronaca più presente alla mente degli alunni era quello di Carmela, loro coetanea, ucccisa mentre tentava di difendere sua sorella di poco più grande. Anche l’assassino è un loro coetaneo, un ragazzo che si era fatto l’idea che Lucia fosse la sua fidanzata e che lo stesse tradendo. Sulla base di questi suoi timori, si è sentito in diritto di cercare di punirla, a morte. La sorella minore, per difenderla, è stata uccisa e Lucia stessa è stata ferita in modo molto grave.
La professoressa di diritto si è trovata di fronte una reazione che non si aspettava. Una ragazza le ha detto infatti: “Si può capire perchè lo ha fatto. Non poteva vivere senza di lei.”
Come può la parola ‘amore’ accostarsi a ‘criminale’, ‘morte’, ‘vendetta’? Per la nostra società, a volte per la stampa, a volte per i ragazzi, l’accostamento è possibile.
Mi chiedo cosa possiamo fare noi genitori, noi insegnanti. E mi chiedo cosa non facciamo nel modo giusto. C’è la ragazzina che manipola gli altri, perchè amore è dipendenza- da lei. C’è il ragazzo che fa tutto per lei, ma quando lei lo lascia, perchè capisce che il suo è un bisogno incolmabile che nessuno saprà mai saziare, lui perde ogni interesse per stesso. C’è la giovane coppia che cerca di creare al più presto il nido che non ha avuto nella sua famiglia. C’è chi non accetta la separazione o il rifiuto e diventa violento.
Qualche anno fa ci fu una proposta a mio avviso molto interessante. A scuola spesso si fa educazione sessuale. Ad esempio, quando ero alle scuole medie, chi di noi non faceva religione poteva partecipare ad un corso di educazione sessuale: in pratica, mentre metà della classe parlava di spiritualità, l’altra metà parlava di fisicità. Forse, oggi, l’idea che ci siamo fatti dell’amore dipende forse in gran parte anche dal corso che abbiamo frequentato e mi ritengo fortunata per aver alternato fra le due discipline seguendo l’istinto alla sperimentazione.
La proposta dicevo. É quella di Luigi De Marchi “Poesia del desiderio. Introduzione a un’educazione sessuale umanistica.” De Marchi mette insieme un’antologia di brani che parlano dell’amore: sono uomini e donne, sono poesie e racconti, sono baci e voci, corpo e solitudine, vicinanza e abbandono, amore e gelosia, seduzione e vertigini, morte e magia, ossessione e odio delicatezza e passione.
Di fronte alla separazione che dicevamo prima, tra corpo e spirito, tra educazione sessuale e educazione sentimentale, “la psicologia umanistica è una corrente psicologica che, sulla base di solidi argomenti scientifici, rivendica da almeno trent’anni il caratere unico e specifico dello psichismo umano, l’esigenza di una visione non settorializzata ma globale della persona e l’importanza d’una maturazione individuale fondata, in ogni campo, sulla ricerca autonoma dei valori e dei significati della propria esistenza da parte di ogni essere umano… Esaminando il conflitto che si è creato in questa materia, mi ha colpito come… non abbiano colto il valore formativo che l’arte e la letteratura in particolare possono svolgere nell’ambito della maturazione sessuale ed emozionale del giovane… Una risposta finalmente sintonica con i bisogni profondi degli adolescenti e dei giovani può venire proprio dalla sfera dell’arte e della letteratura. Alla radice di molte opere d’arte, infatti, c’è una storia d’amore piena di emozioni, conflitti, trasalimenti, speranze, delusioni. L’adolescente e il giovane possono quindi trovare in esse un’esperienza molto simile alla propria, radicalmente diversa quella, volta a volta fatua o addomesticata, proposta dalla società e dai media, un’eperienza carica d’emozioni drammatiche che pongono il giovane, come l’artista, di fronte ai grandi problemi umani: la febbre del desiderio, il tremore dell’angoscia e dell’abbandono, gli inquietanti interrogativi di carattere etico sociale ed esistenziale”.
Scorrendo le pagine del libro, è davvero difficile scegliere un solo brano da riportare, proprio perchè ognuno dice una sua verità. Ma l’idea del libro è proprio questa: guidare i ragazzi e le ragazze non verso una teoria ma verso il confronto, tra di loro e con l’arte, per poter elaborare in autonomia una visione complessa dei propri sentimenti e dell’amore.
”Mille e mille anni
Non possono bastare
Per dire
La microeternità
Di quando m’hai baciato
Di quando t’ho baciata
Un mattino nella luce d’inverno”
Jacques Prévert
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