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Poeti siriani xiii

Creato il 12 aprile 2012 da Kengarags
POETI SIRIANI XIII

Bandar Abdul Hamid

Una luce lontana

Gli uccelli tagliano l’orizzonte

rincorrono il sole

che di frequente

tramonta

voci di cannoni

che soffocano il respiro...

Lupi, lupi,

dai vecchi percorsi

fino alla sorgente

noi scuotiamo la testa,

in silenzio,

attendiamo il tè e i miracoli,

a volte l’amore.

Tra le tue mani e le mie,

la distanza che c’è tra la carta bianca

e le penne aperte

nell’oscuro tunnel.

Tu giochi col fuoco,

pagherai un caro prezzo

se dirai al ladro:

o ladro,

come stai sentimentalmente?

C’è una luce lontana

in fondo all’oscuro tunnel

leggiamo e scriviamo

nel buio,

dalle formiche impariamo

a trovare la strada

e risalire il baratro.

Una candela si spegne

nei pressi della porta,

la riaccendiamo con un’altra candela,

il buio soverchia

nel grande tunnel del deserto,

i sogni e le ali spezzate

degli abitanti dei rifugi e dei coloni,

nell’era dei crolli e dell’Aids

e della falsa democrazia,

del sesso animale,

sono nelle strade morte.

Tè, tè,

per i cuori stanchi,

per gli occhi beduini

e le labbra ardenti.

Tè per gli uccelli,

per le tartarughe e le zebre,

per i bambini di strada.

Le notizie del mondo,

nei giornali del mondo,

a volte

le parole sono prive di senso,

o, bella primavera.

E’ una verità amara

l’amore sulla sabbia,

io migro nel luogo

e tu

perdi coscienza

ci incontreremo in qualche stazione,

siederemo sui binari,

parleremo della madre patria,

terra di latte e miele,

di colpi di stato militari

nell’epoca pre-islamica.

Si è placata la tempesta,

ma il fuoco è sotto la cenere,

i bambini che stanno imparando a camminare,

a bere il tè,

ci guardano con rabbia,

ci accusano di stupidità

e dittatura.

Tè, tè,

tè, pane e libertà,

in questo momento,

all’inferno tutte le altre cose.

Questo è l’inizio della primavera,

tra poco

arriverà l’estate e l’amore,

sono passati lunghi anni

e noi ci siamo smarriti

in queste strade deserte,

non abbiamo colto fiori nei campi,

non abbiamo visto il sole

tramontare

al di là del mare.

Il venditore ambulante

riempe le strade di grida,

nessuno ascolta,

nessuno compra,

nessuno sa

che cosa accadrà domani

in un’ora come questa

in questo lungo

tunnel buio...!

Tradotta dall’arabo da Fawzi Al Delmi; tratta dall’antologia, Selected Poems- Syria, Italy, Sweden, a cura di Khaled Soliman – Al Nassiry, Fawzi al Delmi, Jasem Mohamed,edita da COSV (Italy), Baghdad Café for Poetry and Music (Sweden), and Al Makan Art Association (Syria), in collaboration with Al Mutawasit (Cultural Exchange& reading development).

Bandar Abdul Hamid è’ nato nel 1947 in un villaggio beduino nei pressi di Hasaka dove rimane

fino al termine della scuola superiore. Si trasferisce poi a Damasco nei primi anni settanta,

qui frequenta l’università e si laurea in lingua araba. Bandar Abdul Hamid lavora come

capo redattore alla rivista Vita del Cinema pubblicato dal ministero della cultura siriano.

Scrive sulle pagine culturali di vari giornali arabi occupandosi di cinema. Ha pubblicato il

libro “Cinema magico” oltre a numerose raccolte di poesia e al romanzo “Il mulino nero”

del 1984.


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