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Poker di “grillini”

Creato il 08 maggio 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Poker di “grillini”Mentana ci ha ormai abituati alla sua attenta osservazione dei fatti quotidiani e non poteva farci mancare una lunga diretta sui risultati delle elezioni amministrative e il proseguo nel Tg de La7.  Un pomeriggio politico di estrema importanza che fotografa una nuova versione politica del nostro paese.

Poker di “grillini”
Ma  chi ha vinto? A Parma avanti la sinistra, verso il ballottaggio con il Movimento 5 stelle. Verona, vittoria piena di Tosi, a Palermo è davanti Orlando, a Genova: Doria contro Musso. Questi risultati segnalano sicuramente quattro annotazioni: è il tracollo congiunto del PDL e del terzo polo, la maggioranza è andata sotto in tutte le realtà, è l’affermazione del Movimento 5 stelle con un 10%, l’affluenza è più bassa del previsto e la Lega non è crollata e a Verona ha sbancato, 6 elettori su 4 hanno votato Tosi. E il PD che fine ha fatto? Regge senza sfondare, a Palermo è al ballottaggio contro un Orlando vicino al 50%.

Questi i dati, che ci portano alla vera riflessione: i 4 rappresentanti dei grillini sono tutti in ballottaggio, un successo innegabile. Un esploit. Il M5S è il vincitore delle elezioni con una percentuale alta.  A Parma la protesta che costrinse il sindaco Pietro Vignali a dimettersi perché‚ travolto dai guai giudiziari potrebbe spiegarne il successo. A Genova invece, si giocava in casa, e il movimento di Grillo ha potuto contare, in campagna elettorale, sulla forte spaccatura che ha caratterizzato i due schieramenti principali. Di spiegazioni se ne possono trovare molte, i fatti restano: è il segno del tempo! Il risultato è storico e di grandissima portata.

Grillo non si fa vedere, commenta da Twitter : ” Una vendemmia fuori stagione, è finita per voi,  i partiti sono morti, ci vediamo in Parlamento, è un cambiamento epocale”…

Poker di “grillini”
La gente non si rassegna tanto facilmente. Ha bisogno di  politica, di buona politica, e con essa di partecipare e di emozionarsi ancora. E nel segreto dell’urna, ha dato la propria preferenza al Movimento 5 Stelle, già da molti definito “spazzino” dell’emorragia dei consensi di tutti i partiti tradizionali. È la reazione popolare all’immobilismo della politica.  Voto di rottura, di protesta, di fiducia, di cedimento al populismo demagogico. Definitelo come volete, dategli il significato che credete più opportuno, ma è un dato non trascurabile e da non sottovalutare.  Perché il fenomeno Grillo ha riportato prepotentemente alla luce che ha vinto nella battaglia più dura. Riportare la gente nelle piazze, ad ascoltare, partecipare, emozionarsi e contestare. Colmare la distanza dalla politica, permettendo a tutti di farla e di esserne parte.

Mentre gli altri candidati dei partiti raccolgono la sfiducia del paese nei loro confronti, il M5S raduna la gente e candida, i non politici di professione,  cittadini come tanti, che hanno voluto mettersi in gioco, ricostruendo un rapporto diretto e sano con gli elettori. Vedremo se avranno,  la forza e la capacità di  attuare il programma. Intanto, si sono comunque guadagnati il diritto di essere messi alla prova. E’ un fenomeno emergente e sempre crescente, di cui non si può non tener conto. Facile tacciarli per antipolitici e paragonarli alla prima Lega, ma è il risultato del  rifiuto della politica, da cui i cittadini prendono le distanze e verso cui hanno livore e rabbia, la prima causa del fenomeno M5S e della sua ascesa inarrestabile.

Poker di “grillini”
È su questo che devono riflettere i vecchi partiti visto che il  tracollo del PDL  è evidente. La destra scompare. È una liquefazione rapida e i dati confermano la realtà sconfortante, il PDL si è  spappolato e ha già ricevuto “lo sfratto”.  Questo dato ci fa capire che stiamo vivendo uno spartiacque e ora il governo deve trovare una strada verso una nuova alleanza, nuove collocazioni  che affiancheranno Monti, nel difficile compito di traghettare l’Italia nel ventunesimo secolo.


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