Magazine Maternità
Prendete un bambino sempre di buon umore e tanto curioso, vestitelo e portatelo in chiesa. Naturalmente da qualche giorno gli state raccontando che ci sarà un signore (presumibilmente buono) che racconterà diverse storie, ci saranno mamma, papà, i nonni, gli zii e un po' di amici ad ascoltare e tutti insieme, dopo, si farà festa.
Questo bambino, in chiesa, si troverà vicino a una bimba che per l'occasione hanno vestito da meringa e poco più un là un bimbo piccolo, tranquillo e addormentato. L'interesse per la bimba meringa (che già cammina e già le hanno detto quella cosa, che lei è principessa) dura non più di un minuto, poi è la volta di togliere almeno una scarpa, un calzino e succhiare un po' il piede con massima soddisfazione.
Gli uomini lo sono dalla nascita e questo è bene non dimenticarlo.
Convinto, più per sfinimento che per persuasione, che le scarpe, almeno un'oretta vanno tenute al loro posto, il bambino si ricorderà improvvisamente che ha una voce. DEDE'!. La voce rimbomba in chiesa e si può avere il massimo risultato con il minimo sforzo.
La chiesa è moderna, ma non priva di qualche affresco (moderno anche quello) altarini secondari e tutta l'attrezzatura. Quindi, perchè non tentare la fuga dal passeggino, dalle braccia di (nell'ordine) mamma, papà, madrina e padrino? E' a questo punto, rimirando il pavimento non proprio specchiato della chiesa, che la mamma si decide e via si parte per una visita guidata alle meraviglie della navata sinistra. Considerando che la mamma in questione è caparbiamente laica e non si ricorda più le storie dei vari santi colà esposti, intrattiene il pargoletto, sempre DEDE'! che rimbomba, descrivendo le tecniche con cui le opere sono state realizzate: vedi tesoro? questo è un affresco, si dipinge sul muro e quello è un fregio si usa lo scappello ed è tecnica antica. Lo scopo è puntare al torpore, si addormenterà, benedetto ragazzo. Niente.
Chiacchiera libera. Solo nei momenti clou, l'olio benedetto sul capo, poi sul petto, poi l'acqua in testa dal fonte battesimale, il bimbo tace, ma più per capire cosa succederà un attimo dopo che per attenzione. E visto che niente succede, riprende a chiacchierare, a litigare con le scarpe, a guardare di traverso la bimba meringa che lo vedi che anche lei vorrebbe fare tutte quelle cose lì, ma la mamma deve averla narcotizzata un pochino prima di entrare in chiesa e quindi rinuncia, con sguardo rassegnato, così ripiegato su quella gonna vaporosa che alla fine si addormenta. Lei. Lui invece, il nostro, intrattiene fittissimi scambi col nonno seduto dietro e a niente servono i rimbrotti, affettuosi e sommessi della nonna. DE-DEE'!
Il Don se la ride e ogni volta che si avvicina a noi penso che voglia darci qualche pillola di pedagogia pret a porter, tipo ma non ce l'ha il ciuccio questo bambino, ma invece no, ride e dice che bravo che è questo bimbo. L'ironia io la sento, gli altri no: sarò mica una mamma ipercritica?
Un'ora e alcune centinaia di DEDE' dopo la messa è finita e andiamo in pace. Fuori piove. Mi ricordo in quella che avrei dovuto mettere a Cigolino la catenina che gli hanno regalato i nonni, così poi era benedetta. Ok, magari me ne ricorderò alla comunione.
Ho in borsa una candela e una vestina bianca e scopro che mentre gli raccontavo degli affreschi e del mosaico, io ero emozionata. Non tanto. Un po'. Contenta di festeggiare così, in un luogo dove tutto rimbomba, il regalo bellissimo che la vita ci ha fatto. Il nostro Cigolino.
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