Dal 9 aprile 2014, quando la Corte di Cassazione dichiarava incoercibile il diritto ad avere figli per mezzo di una sentenza con cui decadeva la Legge 40/2004 sul divieto di fecondazione eterologa, le polemiche non mancano. Oggi è scontro sul decreto in cui si evince l ’esclusione da parte del ministro Beatrice Lorenzin della possibilità che donatori e riceventi abbiano lo stesso colore della pelle.
Fecondazione eterologa, è ancora polemica: dopo le snervanti attese in merito alle linee guida contenute nel decreto fortemente voluto dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, le associazioni dei pazienti e gli scienziati contestano una delle scelte che sta facendo più discutere, ovvero l’esclusione della possibilità che i donatori dei gameti e i riceventi abbiano lo stesso colore della pelle.
È quanto potrebbe emergere dal decreto che il ministro Lorenzin ha fortemente voluto all’indomani della sentenza della Corte Costituzionale: sebbene i giudici abbiano più volte dichiarato che in merito alle procedure di fecondazione eterologa non vi fosse alcun vuoto normativo, il ministro della Salute ha insistito affinché si stilassero delle linee guida per regolamentare la fecondazione eterologa in Italia.
Ed è proprio a questo scopo che, nel mese di giugno in occasione del congresso europeo dell’Eshre a Monaco, Beatrice Lorenzin ha riunito 20 esperti allo scopo di redigere le linee guida in merito alla fecondazione eterologa. Tra queste, spiccano il limite di età per donatori e riceventi, il limite di donazioni, e la possibilità di un rimborso spese per i donatori che, però, non dovrà essere inteso da un punto di vista speculativo o remunerativo.
Ma ciò che più ha fatto irritare le associazioni dei pazienti e gli scienziati stessi riguarda l’esclusione della possibilità che i donatori dei gameti e le persone che li riceveranno abbiano lo stesso colore della pelle: un problema di “compatibilità di razza” che non è piaciuto e che ha suscitato le polemiche su più fronti.
Infatti, esperti, giuristi, società scientifiche e associazioni di pazienti hanno diffidato il ministro a procedere con “atti normativi o amministrativi tesi ad escludere la compatibilità di razza tra donatore e riceventi, aspetto previsto da tutti i protocolli medici internazionali e in tutti i paesi in cui si può accedere alla fecondazione eterologa.”