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Polillo vattene...in ferie!

Creato il 19 giugno 2012 da Giusva

Polillo vattene...in ferie!

Lo accettate un consiglio? Mettetevi comodi sulle vostre poltrone o divani, rilassatevi, godetevi un caffè e per i fumatori accendete una sigaretta, prendetevi del tempo per voi. Soprattutto fatelo più spesso che potete, non cedete alle tentazioni dello stress da guadagno, da produzione a tutti i costi. Fatelo per la vostra salute e soprattutto in scherno alla proposta del sottosegretario all'Economia, Gianfranco Polillo. Solo dopo aver accettato il mio consiglio sareste così calmi e rilassati per leggere queste righe. Già perché la proposta avanzata è di quelle che fanno saltare dalla sedia, di quelle che fanno gonfiare le vene delle tempie per la rabbia. Ma di cosa si tratta? Domanderete? Leggiamolo dalla viva voce del sottosegretario in questo virgolettato: “Credo che la riflessione che dobbiamo fare è sullo choc che può venire da un aumento dell’imput di lavoro senza variazione di costo. Siamo in un Paese in cui si lavora mediamente nove mesi all’anno e, credo, che ormai bisogna ragionare che questi nove mesi di lavoro sono troppo brevi e che, quindi, dobbiamo aumentare i tempi di lavoro. Se noi rinunciassimo a una sola settimana di vacanza avremmo un impatto immediato sul Pil di circa l’1%: questo vuol dire che bisogna lavorare di più”. Letto? Ecco adesso misuratevi la pressione arteriosa! Non sono un ottuagenario, ma l’ultima vola che ho sentito frasi di questo tenore è stato attraverso i racconti di mio nonno di quando mi asseriva che il Duce obbligò il popolo a versare il suo oro per la patria, ed io, bambino, sgranavo gli occhi con espressione incredula, la stessa che ho adesso da adulto. La boutade fa davvero stizzire perché si inserisce nel quadro disastroso di provvedimenti vessatori che il governo sta imponendo, ed è il caso di far notare che è ormai calcolo pacifico che per pagare gli aumenti delle tasse gli italiani dovranno in media già lavorare dieci giorni in più rispetto all’anno passato. Questo sempre che un lavoro ci sia, considerate le chiusure delle aziende. Senza esaminare poi l’andamento della produzione delle stesse in un momento in cui la domanda è contratta ai minimi storici. In sostanza viene chiesto di rimanere in fabbrica ad incrociare i pollici visto che sono già moltissimi gli ammortizzatori sociali, dalla cassa integrazione alla solidarietà. Come se non bastasse Polillo ricorre anche ad una sorta di ricatto morale: “Stiamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità, per finanziare i consumi del Paese siamo costretti indebitarci all’estero per 50 miliardi all’anno che, visto il livelllo dello spread, non sono sostenibili”. Polillo, se possibile, rincara la dose perché dice che o si rinuncia alle ferie o l’altra strada, quella di un taglio della domanda interna, distruggerebbe il nostro Paese. A questo punto io sono stanco e stressato ho bisogno di riposo, stavo pensando di prolungare il mio periodo di ferie di almeno quaranta giorni, e anche voi scommetto! (nella foto: le ferie secondo Polillo)


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