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Politica costruttiva

Creato il 24 agosto 2010 da Sogniebisogni
Politica costruttiva
Il presunto sindaco di Roma che si chiede cosa demolire oggi

L’estate volge al termine, ne fanno fede le giornate che si allungano, la signora folle del secondo piano che è tornata a litigare al telefono con l’ex-marito e ora anche l’epifania mistica del Sindaco Invisibile Alemagno che per tre mesi pareva scomparso dagli schermi radar come se fosse stato inghiottito dal triangolo delle Bermude. Alcuni ipotizzavano che fosse andato a svernare in Egitto, come una folaga, invece ora si è capito che era in vacanza.

Uscendo dal mutismo che di solito lo contraddistingue, durante un’intervista a Cortina d’Ampezzo, che mi immagino resa tutto abbronzato, spaparanzato sulla sdraio di Pippo Franco vestito in calzoncini tirolesi (lui, Alemagno, non Pippo Franco che ormai è in pensione), il sindaco ha lungamente concionato sull’idea di demolire il famigerato quartiere di Tor Bella Monaca e di sostituirlo magicamente con una città-giardino tipo Topolinia (finanziata probabilmente con i soldi del Monopoli). Sono sicuro che Bertolaso e i suoi amici si candideranno immediatamente per costruire nuove case d’emergenza in qualche new-town sull’Autostrada Roma-L’Aquila. Apprezzabile l’interesse della Stradale che ha subito sottoposto il Primo Cittadino a un test alcolemico per controllare quanta grappa abbia ingerito la sera prima con gli amichetti, mentre rivangavano i bei tempi quando invece di amministrare potevano andare in giro a dare manganellate sui crani delle gang avversarie dell’università.

Di quando in quando si affaccia a Roma l’idea di demolire il brutto per sostituirlo con il bello. Nella scorsa campagna elettorale mi sembra che dovesse essere demolito il museo dell’Ara Pacis di Meier (sempre a cura del picconatore capo Alemagno) per essere sostituito con un tempio greco di plastica. Visto che l’attuale amministrazione sembra così entusiasta di demolire (a costruire poi ci pensano i palazzinari), ho chiesto al Puffo Quattrocchi, notorio intellettuale comunista, di preparare una lista di opportunità demolitorie da suggerire al primo cittadino, non appena avrà lasciato Cortina e sarà sbarcato, in ciabatte e bermuda, nel suo ufficio al Campidoglio:

1) Demolizione dello Stadio Olimpico. A che serve? La Roma e la Lazio vogliono costruire dei grandi stadi fuori città (forse sperando di dissuadere i tifosi a presenziare alle loro performance vergognose), l’Olimpico ormai è obsoleto, meglio spianarlo e farci un centro commerciale con due torri di mini-appartamenti dai quali si possono guardare in diretta gli Internazionali di Tennis. I fratelli Caltagirone già ringraziano.

2) Demolizione della Stazione Termini. A Termini non si trova mai parcheggio, avete fatto caso? Si potrebbe tranquillamente demolire il vecchio edificio, che non è venuto neanche della forma decisa a suo tempo da Mussolini, e trasformare l’area in un parcheggio con un centro commerciale. Verso Via Giolitti si possono realizzare due torri di mini-appartamenti dai quali guardare i ruderi della Minerva Medica, che poi non interessano a nessuno.

3) Demolizione di Monte Mario. Dà fastidio al traffico, intoppa la circolazione e poi è coperto di piantacce e alberi dentro i quali allignano zanzare e topi. Con le dovute dosi di tritolo, fornite volentieri dal ministro La Zuffa, sarebbe possibile demolirlo e sostituirlo con una ziqqurat dentro la quale ospitare parcheggi e un centro commerciale. Dal lato di Piazzale Clodio si possono realizzare ovviamente due torri di mini-appartamenti con vista sul tribunale. Gli avvocati single sono entusiasti.

E voi cosa altro vorreste suggerire di demolire già che ci siamo?


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