Vi stupirò con effetti speciali. La lettura della candidatura di Sergio Mattarella è, per me, l’esatto inverso di quello che sostengono i media, che sospetto abbiano avuto una imbeccata perché hanno tutti lo stesso titolo. Aperture, editorialisti, conduttori tv, affermano all’unisono che è una rottura del patto del Nazareno.
Balle! Mattarella è invece un allargamento alla minoranza del Pd di quel patto. E’ quello che chiedevano Bersani e soci. Le “abbaiate alla luna” di Berlusconi sono solo un giochino delle parti. Il Governo non subirà contraccolpi (Alfano e soci già hanno messo e mani avanti) e le controriforme andranno in porto come previsto. In ognuna di queste partite ci saranno dei finti oppositori (Fi sul Governo, La minoranza Pd sulle controriforme, Berlusconi sulle nomine) che complessivamente però avranno le loro garanzie di potere all’interno del patto. Nessuno romperà e soprattutto non romperanno gli ex comunisti. La finta “svolta a sinistra” del Premier, non è quindi una grande vittoria, ma una mossa necessaria e di grande realismo, che tutti i contraenti hanno dovuto accettare. Nella decisione ha pesato la Grecia. L’ordine in Europa è quello di evitare che la “peste Tzipras e soci non si propaghi”. In Italia l’elemento di pericolo era rappresentato dalla minoranza Pd. Rimettendoli in gioco, isolando Civati, lasciando credere a Sel che anche loro possono essere della partita, si eliminano i presupposti per la formazione di un soggetto politico come Syriza. Mattarella è quindi il punto di caduta di quel patto. Un patto che potremmo chiamare anche partito della nazione.P.S. – Vediamo, se Mattarella verrà eletto , saranno di cultura democristiana il Presidente della Repubblica, del Consiglio, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, i ministri degli esteri, dell’economia, dell’interno, dei lavori pubblici e dello sviluppo economico, dei beni culturali e del turismo. Dice è tornata la balena bianca; no c’è solo la balena bianca.