La definizione della Legge di Stabilità ha portato l’Esecutivo ad un duro confronto con Europa e Regioni. Usata come arma per intimidire gli interlocutori la trasparenza è invece un valore che il Governo dovrebbe praticare per innovare la politica. Ecco come.
Con la presentazione in Parlamento della Legge di Stabilità ora il Governo è impegnato in una difficile interlocuzione non solo con gli attori sociali – vedi i sindacati – ma anche con gli altri soggetti istituzionali, in primis Europa e Regioni.
Il rischio per il Governo che deve far quadrare i conti è di trovarsi schiacciato fra le richieste dell’Europa di rispettare gli impegni e la necessità delle Regioni di non tagliare i servizi.
Per uscire dalla morsa Renzi è passato all’attacco, ancora una volta rivolgendosi direttamente all’opinione pubblica con l’obbiettivo di rimarcare la distanza fra lui e tutti gli altri.
Questa volta ha fatto leva sulla trasparenza, pubblicando la lettera strettamente riservata inviata dal Commissario Europeo Katainen ma anche additando come centri di spreco le Regioni, i cui conti si ripropone di passare al setaccio.
Pubblicheremo tutte le lettere e soprattutto tutti i dati economici dei palazzi di Bruxelles #openeurope
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 23 Ottobre 2014
Incontrate le Regioni. Tagliamo sprechi, non servizi. La sfida è la trasparenza totale online di tutte le spese pic.twitter.com/FipoXrprqc — Matteo Renzi (@matteorenzi) 23 Ottobre 2014
Nell’ennesima trasposizione del mito dell’homo novus che si dedica alla politica per cambiare lo status quo – in questo caso tecnocrati e casta annidata nei territori – decisamente stona l’errata concezione che si ha della trasparenza.
In nessun caso la si può immaginare con un’arma per intimidire gli interlocutori politici, anche perché una minaccia esercita il suo potere fintanto che non diviene azione. Invece la trasparenza è un processo da praticare, partendo ovviamente da se stessi prima di pretendere che gli altri facciano lo stesso.
Ma del resto non è proprio di una classe dirigente sapere indicare una via ed esserne precursore? E allora ecco 5 semplici azioni che il Governo Renzi potrebbe fare subito e a costo zero per rendere la politica più open:
- OpenSiope: inserire anche i conti delle amministrazioni centrali fra le voci liberamente consultabili tramite Siope, come già avviene ad esempio per Regioni ed Enti Locali;
- Accountability: dichiarare anticipatamente cosa il Governo vuole fare, in che tempi e con quali modalità per poi monitorare il raggiungimento degli obbiettivi,
- Decreti Attuativi: monitorare l’effettiva entrata in vigore delle leggi pubblicate in Gazzetta Ufficiale rendendo pubblici tutti i dati su competenze, tempistiche ed effetti dei decreti attuativi inevasi;
- ParlamentoCasadiVetro: aprire le commissioni parlamentari, cuore del processo legislativo, per conoscere presenze, voti e dibattiti svolti;
- Foia4Italy: dotare l’Italia finalmente di una nuova ed avanzata legge che tuteli il diritto di accesso alle informazioni pubbliche;
Speriamo vivamente che la nostra sfida “al fare trasparenza” venga raccolta.