Politiche di attrazione dei talenti: il “modello olandese”

Creato il 09 marzo 2015 da Fugadeitalenti

Mi chiamo Nicola, vivo all’estero da sei mesi, e vi scrivo non solo per raccontare la mia storia, ma soprattutto per evidenziare un punto sul quale l’Italia è estremamente carente: l’attrattività nei confronti dei cervelli stranieri“: così si è presentato, l’estate scorsa, Nicola Altieri, 35enne Business Programme Manager, a “Giovani Talenti”.

La storia di Nicola è parzialmente diversa, da quelle “classiche” che raccontiamo settimanalmente. Lui un lavoro, dopo la laurea in Ingegneria Elettronica, in Italia lo aveva trovato. Anzi, ne aveva trovati due, per la precisione, in altrettante regioni del nord. Anche se, curiosamente, si trattava di impieghi sempre presso multinazionali estere.

Quegli anni di lavoro, a stretto contatto con realtà aziendali straniere, portano Nicola ad avviare importanti riflessioni sui differenti modelli di sviluppo economico, tra Italia ed estero. Modelli che vedono il nostro Paese troppo spesso perdente. Come gli confermano i numerosi connazionali, che incontra nelle sue frequenti trasferte di lavoro oltreconfine.

Anche per questo, dopo ben sette anni di lavoro nella Penisola, Nicola prende una decisione importante: cercare lavoro all’estero. “Entrai a far parte di quel gruppo di “cervelli in movimento”, che -se la politica vorrà- potrebbe essere la premessa per rendere l’Italia un Paese migliore, e liberarlo da quegli antichi meccanismi che certamente non privilegiano la professionalità e la voglia di innovare“, riflette a posteriori.

Le sorprese non finiscono qui: inviata l’application per una posizione aperta, e convocato per un colloquio in Olanda da una grande multinazionale americana, Nicola si vede addirittura offrire una posizione lavorativa superiore, di maggiore responsabilità. Lui stenta a credere alle sue orecchie. E ancora oggi si chiede quante aziende della Penisola avrebbero fatto lo stesso…

Fatta la valigia, la partenza per l’Olanda è rapida, insieme alla moglie: nei Paesi Bassi, Nicola osserva un sistema che favorisce -attraverso forti incentivi fiscali- l’attrazione dei talenti internazionali, da parte delle aziende che vi hanno sede. Un chiaro investimento in capitale umano, da parte del Paese del Nord Europa.

Ospite della puntata è Stefano Firpo, capo della Segreteria Tecnica del Ministero dello Sviluppo Economico. Per Firpo si tratta di un ritorno, a “Giovani Talenti”. Da circa tre anni, ormai, il Mise ha avviato una programmazione strategica in materia di leggi per l’attrazione di imprenditori e talenti stranieri. Strumenti legislativi ancora poco conosciuti, ma potenzialmente in grado di inserire la Penisola nella competizione internazionale per accaparrarsi il miglior capitale umano qualificato.

Nella rubrica “Expats”, Aldo Mencaraglia dedica la sua “Andata” ai segreti per trovare informazioni utili sull’espatrio online, facendosi largo tra informazioni spesso ridondanti e non sempre del tutto attendibili.

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La discussione di marzo: Il premier Matteo Renzi ha recentemente dichiarato: “Sono vent’anni che i talk show parlano delle stesse cose, dei cervelli all’estero. Danno l’immagine che l’unica industria che funzioni e sia vincente è l’industria della lagna, invece quella che vince è l’industria della ricerca e dell’innovazione”. E’ così, secondo voi? Parlare di cervelli all’estero equivale a “lagnarsi”?”

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Alla prossima puntata: sabato 14 marzo, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24



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